Bocciatura annullata perché il padre dell’alunno non era stato informato degli scarsi risultati del figlio nel corso dell’anno scolastico. I genitori del ragazzino, infatti, sono separati e la scuola comunicava unicamente con la madre. Un “comportamento omissivo”, secondo il Tar, che ha impedito al papà dell’alunno di “adottare una serie di rimedi” che permettessero al figlio di recuperare l’anno.
Succede a Gorizia, dove il Tribunale amministrativo regionale ha accolto il ricorso presentato da un padre contro la bocciatura del figlio. I giudici hanno deciso che il ragazzo, inizialmente costretto a ripetere la seconda media dai professori dell’Istituto Comprensivo di Gorizia 1, venga iscritto alla classe successiva. Nella sentenza, pubblicata il 12 ottobre, si legge la scuola ha “violato le precise indicazioni contenute nella circolare ministeriale prot. n. 5336/2015, volta tutelare la bigenitorialità in ambito scolastico”, tenendo informata solo la madre del ragazzino dell’andamento di quest’ultimo. Tutto ciò, continuano i giudici amministrativi, nonostante la scuola sapesse “che era stato disposto l’affidamento congiunto a entrambi i genitori del figlio” e fosse a conoscenza delle “difficoltà che il ragazzo incontrava in dipendenza dalla difficile separazione dei genitori, sfociata in una situazione fortemente conflittuale tra i coniugi”.
A giugno i professori avevano motivato la bocciatura spiegando che il ragazzo “manifestava poco impegno, scarso interesse e atteggiamenti poco collaborativi” in classe, peggiorando ulteriormente nel corso dell’anno e accumulando sempre più assenze. Elementi, secondo il Tar, riconducibili alle conseguenze della difficile situazione creatasi in casa, di cui la scuola doveva tenere conto non limitandosi a informare la madre dei risultati insoddisfacenti del figlio ma coinvolgendo anche il padre.