C’è la freschezza delle isole Canarie nel primo B-suv di Seat: Arona infatti è un comune spagnolo di poco più di 40 mila abitanti situato nel celebre arcipelago ed è anche il nome della prima sport utility compatta del gruppo Volkswagen, lanciata proprio sotto l’ombrello del marchio iberico. La Arona arriva in un momento commerciale particolarmente favorevole per Seat: con 355 mila vetture prodotte da gennaio a settembre (di cui l’80% esportate), quest’anno la marca viaggia su un +14% e si avvia a battere il proprio record di vendite, toccato nel 2016 con 410 mila unità.

Numeri che si riflettono nei risultati finanziari: nella prima metà dell’anno il risultato operativo è salito del 40,9%, raggiungendo una cifra di 130 milioni di euro, col fatturato cresciuto del 12,7% a 5,05 miliardi di euro. Merito di una vera e propria offensiva di prodotto, con 4 nuovi modelli lanciati nei principali segmenti di mercato negli ultimi 18 mesi. Il prossimo anno poi sarà il turno del suv di grandi dimensioni, con 7 posti: secondo tradizione la sua denominazione sarà legata alla toponimia spagnola e, per stessa ammissione del costruttore, si attendono gli esiti della delicata situazione politica in Catalogna per prendere una decisione finale.

Ai suddetti numeri a cui la nuova Arona darà un contributo determinante visto che il segmento dei crossover compatti registra volumi di vendita quadruplicati rispetto a quelli del 2015. “La Seat Arona è un ulteriore passo fondamentale nella nostra strategia e offensiva di prodotto. È la sorella piccola all’interno della famiglia dei suv Seat e il modello che ci permetterà di fare un importante salto in avanti dal punto di vista della nostra presenza sul mercato europeo”, ha dichiarato in una nota ufficiale Luca de Meo, numero uno della casa. Quest’ultima dovrà tuttavia vedersela con la concorrenza di modelli come la Peugeot 2008, la Opel Crossland X e la Renault Captur.

Le dimensioni del modello sono quelle “giuste” per incontrare i favori del pubblico: la Arona è lunga 4,13 metri, larga 1,78 e alta 1,54. Tradotto significa che i centimetri rimangono gestibili anche in città, senza rinunciare alla posizione di guida rialzata, ad interni spaziosi – anche se dietro chi viaggia in mezzo non sta comodissimo – e a un ampio bagagliaio: la volumetria di base è fissata a 400 litri (ai vertici del segmento) e aumenta abbattendo gli schienali del divanetto. Così come la sorella Ibiza (con cui condivide meccanica e tecnologia), la Arona è stata completamente sviluppata a Barcellona ed è disponibile in 68 combinazioni cromatiche. L’anima però rimane tedesca: il modello è infatti assemblato sulla piattaforma modulare MQB A0 del gruppo Volkswagen.

La dotazione tecnologica è curata: di serie ci sono Front Assist, Hill Hold Control, sistema di rilevamento della stanchezza del conducente, sensori pioggia e luci e il dispositivo di frenata anticollisione multipla (Multi Collision Brake). A richiesta si possono aggiungere il Rear Traffic Alert (che monitora il traffico nell’area circostante la coda quando si procede in retromarcia), il monitoraggio dell’angolo morto del retrovisore laterale “Blind Spot Detection” – con il suo sistema di assistenza al parcheggio che funziona sia per i parcheggi paralleli, sia trasversali al senso di marcia – fari full-LED e il regolatore automatico della distanza (ACC) con funzionalità Stop & Go.

Approcciandosi alla Arona, la ricetta estetica convince: non ci sono particolari guizzi stilistici ma il complesso è armonico e moderno; sembra quasi una versione “passionale” della cugina T-Roc. Grazie all’ampia superfice vetrata l’abitacolo è luminoso e la visibilità più che buona: solo in retromarcia il design del montante posteriore può generare qualche problema di percezione degli ingombri, ma tanto c’è la retrocamera unita al sistema di sensori di parcheggio e funziona tutto piuttosto bene.

La qualità realizzativa di materiali e assemblaggi è discreta: in generale le plastiche sono rigide ma robuste e trasmettono un senso di “ben fatto”, nonostante i pannelli portiera un po’ “plasticosi”, senza fronzoli. Sull’allestimento più sportivo poi si possono avere i sedili in Alcantara con fianchetti contenitivi e la modanatura della plancia è rivestita in similpelle con cuciture rosse a contrasto. Ad alzare il senso di qualità percepita ci pensa lo schermo tattile da 8” dell’infotainment, incorniciato da un elegante pannello nero: il sistema ha una grafica chiara e brillante e il funzionamento è piuttosto intuitivo.

Lo schermo è posizionato più in basso rispetto alla strumentazione tachimetrica, in controtendenza rispetto all’impostazione rialzata che va per la maggiore da qualche anno a questa parte. Tuttavia dal 2018 la Arona sarà opzionabile con la strumentazione digitale che permetterà di visualizzare nel cruscotto le indicazioni di GPS e gli altri dati di marcia. Non mancano il caricabatteria wireless per smartphone, che si può connettere all’auto tramite Apple Car Play, Android Auto e Mirror Link. L’anno prossimo verrà integrato anche il servizio vocale interattivo Amazon Alexa.

Dove la Arona fa davvero bene è al capitolo “guidabilità”: l’auto presenta uno sterzo con servoassistenza elettrica abbastanza pronto e progressivo, molle nelle modalità di guida più turistiche e pesante il giusto in quella sportiva. Di contro il pedale del freno sulla versione 1.6 TDI da 115 Cv è fin troppo reattivo (specie per il tipo di prodotto) già dai primi millimetri di corsa, con un byte iniziale aggressivo: ci vuole un po’ per abituarcisi e imparare a modularlo a dovere. Soddisfacente la manovrabilità del cambio manuale a 6 rapporti, con una spaziatura dei rapporti non cortissima ma innesti piacevolmente contrastati.

Il turbodiesel, nonostante la generosa coppia motrice, non è un fulmine, nemmeno nelle modalità di guida più dinamiche: soffre di un certo ritardo di risposta al comando del gas (anche nei regimi di coppia più favorevoli al turbo), non prende subito i giri ed è più progressivo che “corposo”. Forse una rapportatura più corta delle marce basse avrebbe aiutato in questo senso. Tuttavia i consumi rimangono contenuti (6 litri/100 km guidando molto allegramente) e la silenziosità di funzionamento è elevata, disturbata solo da qualche fruscio aerodinamico proveniente dai retrovisori laterali. Soddisfa invece il 3 cilindri turbo da 1 litri e 95 Cv (che peraltro presenta una migliore risposta del freno): nonostante cubatura e potenza ridotta “tiene botta” in ogni situazione e si dimostra brioso e abbastanza parco nei consumi, non troppo distanti da quelli del turbodiesel: siamo sui 7 litri/100 Km guidando senza troppe accortezze per il portafoglio. E per chi cerca di più c’è la versione da 115 Cv o lo sportivo 1.5 TSI da 150 Cv, una piccola bomba.

Il telaio invece è perfetto: guidando spediti la Arona entra in curva con determinazione, rimane sempre composta nelle reazioni, tiene molto bene la strada e cede pochissimo al sottosterzo. L’assetto è ben calibrato e l’auto soffre poco e niente il rollio (nonostante un’altezza da terra di 19 cm e il baricentro altino) ma beccheggia nelle staccate più decise. L’assorbimento è discreto anche se talvolta secco sui dossi e sulle asperità più marcate. Aiuta molto la leggerezza complessiva, il passo relativamente corto e il differenziale elettronico XDS, di serie per i motori con più di 100 Cv: anche accelerando su curve a stretto raggio con le marce più basse, non ci sono pattinamenti e la vettura fila via che è un piacere. Nulla da dire nemmeno sullo stabilizzatore elettronico: anche guidando da “asini”, l’ESP interviene in maniera progressiva e poco invasiva. In sintesi la Arona invita alla bella guida, il che già di per sé è una rivelazione vista la tipologia di prodotto.

Difetti? Nonostante non si possa avere la trazione integrale (“Non sussiste il business case”, secondo la casa madre) il tunnel centrale di trasmissione si prolunga fin nella parte posteriore dell’abitacolo, rubando spazio per le gambe di chi siede al centro del divanetto. Non è prevista nemmeno una versione ibrida: questa tecnologia arriverà in Seat nel 2019. Fino ad allora l’unica alimentazione alternativa disponibile sarà il metano: sulla Arona parliamo del 3 cilindri turbo da 1 litro e 90 Cv di potenza. In Italia questa urban-Suv sarà inizialmente disponibile negli allestimenti Reference, Style, ed Xcellence. In seguito arriverà il più sportivo “FR”. Il listino parte da 16.950 euro per la versione a benzina da 95 Cv, ma in fase di lancio il prezzo promo sarà di 14.500 euro.

Seat Arona – LA SCHEDA

Il modello: è la prima B-Suv di casa Seat e la prima del gruppo Volkswagen. Cugina di primo grado della VW T-Roc, promette di dare un boost decisivo alle vendite Seat: potrebbe diventare quella più richiesta della gamma.

Dimensioni: lunghezza 4,13 metri, larghezza 1,78 metri, altezza 1,54 metri

Motori benzina: 1.0 TSI e 1.5 TSI da 95, 115 e 150 CV

Motori diesel: 1.6 TDI da 95 e 115 CV

Motore a metano: 1.0 TSI da 90 CV

Prezzi: a partire da 16.950 euro, 14.500 al lancio

Ci piace: handling, qualità costruttiva, spaziosità interna

Non ci piace: non si può avere 4×4, motore turbodiesel pigro

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