La bozza è uscita dal Comitato ristretto di cui fanno parte tutte le forze politiche principali. Ora manca però il voto, sia in giunta per il regolamento sia in Aula
Una norma contro la proliferazione dei gruppi parlamentari e l’astensione che non sarà più voto contrario. Sono le novità principali della riforma del regolamento del Senato, messa a punto dal Comitato ristretto della giunta di Palazzo Madama e anticipata dall’Ansa. Le nuove regole dovranno essere approvate prima dalla giunta per il Regolamento e poi dall’Aula. L’obiettivo è uniformare le norme che disciplinano le attività delle due Camere. Tra gli aspetti nuovi anche misure per ridurre i tempi di discussione in assemblea e impedire la moltiplicazione eccessiva dei gruppi. La riforma del Regolamento del Senato, se fosse approvata (a maggioranza assoluta), avrà valore a partire dalla prossima legislatura.
In particolare, solo i partiti che si sono presentati alle elezioni potranno costituirsi in gruppi al Senato o singolarmente o come coalizione alla quale hanno aderito. E sempre che abbiano 10 componenti. Non si potranno più formare nuovi gruppi a meno che non si tratti di fonderne di già esistenti. Chi si vorrà svincolare da partito o coalizione di provenienza potrà accedere solo al Misto. Un’unica eccezione riguarda solo per le minoranze linguistiche: potranno costituire gruppi di 5 senatori.
Le nuove regole nascono in realtà dal decalogo che propose il presidente del Senato Pietro Grasso a un convegno sulle riforme il 22 giugno. La bozza di regolamento sembra condivisa da gran parte delle forze politiche visto che del Comitato ristretto hanno fatto parte il capogruppo Pd Luigi Zanda, il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli (Lega Nord); la vicepresidente del gruppo di Forza Italia Anna Maria Bernini e il senatore dei Cinquestelle Maurizio Buccarella. L’idea di riformare il Regolamento subì uno stop al Senato per il referendum, ma poi riprese. Ora un primo importante passo avanti con il via libera dato alla bozza dal Comitato ristretto. Le proposte, secondo quanto si apprende, dovrebbero passare all’esame dell’Aula singolarmente e non come riforma complessiva del Regolamento. E, volendo, sarebbe possibile votare su questa materia anche durante la sessione di bilancio.