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Umberto Lenzi, morto il regista “papà” di Er Monnezza. I suoi film amatissimi da Quentin Tarantino

Nato a Massa Marittima (Grosseto) il 6 agosto del 193, Lenzi fu l'inventore del personaggio di Er Monnezza, magistralmente incarnato da Tomas Milian. Tra i più grandi esponenti del poliziottesco all’italiana, esordì dietro la macchina da presa nel 1956

di F. Q.

È morto a 86 anni il regista e sceneggiatore Umberto Lenzi. Nato a Massa Marittima (Grosseto) il 6 agosto del 193, Lenzi fu l’inventore del personaggio di Er Monnezza, magistralmente incarnato da Tomas Milian. Tra i più grandi esponenti del poliziottesco all’italiana, esordì dietro la macchina da presa nel 1956 con il cortometraggio I ragazzi di Trastevere, per poi realizzare nel corso della carriera 65 film (per cinema e tv).

Dopo un primo decennio in cui si dedica a film avventurosi, cappa e spada, di matrice salgariana, peplum e fanta-spionistici, dal 1969 (con Orgasmo) dà il via alla lunga produzione di gialli-sexy, sottogenere che deve la sua paternità proprio allo stesso Lenzi. Seguiranno, tra gli altri, Così dolce così perversa e Paranoia, tutti interpretati da Carroll Baker.

La svolta arriva negli anni ’70 quando, alternando thriller e polizieschi, Lenzi firma alcuni tra i film più apprezzati dai cultori del genere da Milano odia: la polizia non può sparare, a Roma a mano armata e Napoli violenta. Il regista crea quello che poi diventerà un duraturo legame artistico con Tomas Milian e contribuisce a lanciare Maurizio Merli, sempre impegnato nel ruolo del commissario duro e incorruttibile.

Proprio con Milina, Lenzi crea il personaggio de Er Monnezza (presente ne Il trucido e lo sbirro e La banda del gobbo, rispettivamente del 1976 e 1977), mentre nel 1980, con Mangiati vivi, il regista torna ad esplorare l’altra tematica che ne contraddistinse la carriera, quella del cannibalismo, già affrontata nel 1972 con Il paese del sesso selvaggio. L’esempio più estremo di questa tematica resta senza dubbio Cannibal Ferox, del 1981, film tra i più censurati al mondo e alla lunga disprezzato dallo stesso Lenzi, che dichiarò di averlo diretto solo per questioni economiche. Attivo dietro la macchina da presa fino al 1992 e venerato da sempre da Quentin Tarantino, Umberto Lenzi negli ultimi anni ha intensificato la sua produzione letteraria, firmando molti romanzi gialli.

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