Tredicesima proposta editoriale in miniatura: ma un incipit, un brano scelto dall’autore, una scheda (più alcuni cenni sull’autore) possono bastare a farsi un’idea. Del resto alcuni editori chiedono solo sinossi e qualche pagina, per farsi un’idea, e poi, eventualmente, invitano a spedire l’intero manoscritto. Buona lettura.
Queste le indicazioni per chi vuol proporre un inedito.
A M.V.
di Gaia Greco
Incipit
Oggi è il primo giorno senza te. C’è un insetto sullo stipite della porta che è un insetto robot, ha scordato l’involucro ed è entrato nella mia bocca mentre parlavo, l’ho inghiottito e ora mi pesa sulla bocca dello stomaco. O forse l’ha lasciato lì apposta, il suo involucro. Come esca. O per ricordare alla mia casa che la mia vita non va. Deve essere costruito con una lega di metallo piuttosto pesante, non riesco a mangiare. A bere, poco. Questa mattina mi sono alzato e avevo davanti a me tutto questo grande numero di ore prima di ritornare a dormire, ore elastiche, interminabili.
Al telefono non c’è nessuno, i minuti corrono e io inseguo la gente, ma la gente non mi telefona più. Da quando sono salito sul treno mi sembra di stare facendo una gara di nuoto. Presto attenzione allo stile della bracciata, calibro le forze, controllo l’orologio, mi muovo all’interno di un elemento che oppone resistenza.
Brano scelto dall’autrice
Sono sceso al bar a bere un caffè doppio, scuro, allungato con l’acqua. Sono io l’unica unione di tutti i pezzi di puzzle. Ma devo essermi come inceppato. Continuo a recitarla dentro di me, questa storia, poi qualcosa salta, ed è come se si trattasse di qualcosa di poco importante. Ma devo comunque ricominciare da capo. Mi sembrava elegante la mia giacca nuova, ieri, quando l’ho indossata, doveva essere la piega, ora mi rendo conto che è solo pretenziosa e macchiata. Doveva essere che ero solo elettrizzato dall’idea di venire da te. Mi sembra un secolo fa. Avevo unghie curate, una camicia stirata e una rasatura perfetta definita da mesi di esercizio meticoloso. Lo stesso con cui ti ho aspettata, senza aspettarti. Ti ho aspettata in modo incosciente. Mi hai detto che andavi in Libano a ristrutturare una vecchia chiesa e io ti immaginavo dentro una chiesa bellissima, con cinque splendide volte affrescate. Per tutto quest’ultimo anno ho avuto quest’immagine di te nel retro della mia testa, a fare da sfondo alle mie decisioni quotidiane. A influenzare le mie decisioni quotidiane. E ti ho lasciata andare senza dirtelo, come per distrazione. Senza sapere per quanto ti saresti fermata, quando saresti tornata e senza scriverti. Mai. E ho sorriso per te davanti a un muro di pietra di tufo, a un ristorante indiano, a un succo di frutta al mirtillo. Un pugno di sorrisi fugaci, come contemplassi i ricordi di un altro. Come se ne fossi, in qualche modo, solo attraversato.
Quarta di copertina
“La verità è che mi hai detto Ti amo e io, concentrato come per una recita, mi sono girato, ho aperto la porta, sceso le scale, camminato per strade strette, poi larghe, sempre più larghe, fino alla porta della città, fino alla porta della stazione, fino alla porta del treno su cui sono salito. Fino a quando le mie orecchie non sono diventate tutt’uno con lo sbuffo del treno che partiva”. A M.V. è un’indagine sulle conseguenze di un’iperbole, ma anche sulla fragilità delle convinzioni su cui poggia la nostra vita quotidiana. Soffocati da una sorta di inettitudine che li rende incapaci di agire in modo significativo, solo muovendosi per iperbole i personaggi sembrano infatti avere ancora il potere di attuare cambiamenti che generino conseguenze sulla propria vita. Fatalmente però, questi riusciranno a portarli ancora più lontano da quello che desiderano. Tutti in cerca di qualcosa, non faranno che tracciare linee circolari, finendo per confrontarsi con gli abissi della miseria umana.
L’autrice
Gaia Greco è editor per la scrittura creativa, correttrice di bozze, curatrice di piani di comunicazione e traduttrice freelance. Ha studiato tra Milano, Pisa e Londra specializzandosi in pratiche curatoriali per le arti visive. Ha collaborato con diversi festival del cinema, gallerie d’arte e associazioni culturali, in Italia e all’estero e co-organizzato a Londra, nel 2011, Think Green, un evento dedicato alla moda eco-sostenibile e alla sua comunicazione in video. Attualmente contribuisce a progetti di diverso genere, inseguendo i suoi interessi verso la tutela e i meccanismi di comunicazione dell’arte, la scrittura e il suo rapporto con la grafica, le dinamiche che sottendono la formazione degli immaginari culturali. Vive e lavora in campagna.
gayagrc@gmail.com