Dovrebbero eleggerlo nel 2018, ma lo hanno nominato due giorni fa. E solo dopo che il suo nome è stato deciso dal presidente di Coldiretti Sicilia. Succede a Enna, dove – secondo la dirigente locale dell’associazione dei coltivatori diretti – il presidente regionale, Francesco Ferreri, sarebbe intervenuto direttamente per “incoronare” il nuovo numero uno provinciale.
La presidente provinciale uscente, Salvina Russo, ha scritto una lettera ai vertici nazionali dell’organizzazione per denunciare quella che definisce come una violazione dello statuto. Nella missiva si parla di “palese irregolarità del procedimento indetto dal presidente regionale che con ben due mesi di anticipo sulla data delle assemblee elettive indicava – verbalmente alla Russo – il nominativo della persona che avrebbe assunto la presidenza della Federazione provinciale di Enna”. Per di più “in presenza di alti funzionari della Coldiretti”. Un comportamento che – sempre secondo Russo – “svilisce e offende la base associativa, usurpando le funzioni proprie delle assemblee elettive”.
“A meno che non sia dotato di capacità divinatorie – dice ironicamente l’ormai ex presidente di Coldiretti Enna – come faceva Ferreri a sapere chi sarebbe stato il prossimo presidente provinciale prima che ci fossero le elezioni? Il presidente viene eletto dall’assemblea, non a tavolino” . Dall’inizio del suo mandato, il presidente regionale ha indetto elezioni in altre sedi provinciali, tra queste Caltanissetta e Palermo. In quel caso, però, le sedi erano commissariate e bisognava nominare un nuovo presidente. Al contrario Enna aveva presidente e consiglio regolari e regolarmente eletti e il rinnovo delle cariche doveva avvenire, di norma, dopo il 4 gennaio 2018, a conclusione del mandato del presidente provinciale in carica.
Il fortunato neo presidente provinciale è Elio Savoca, imprenditore agricolo specializzato in vino. Sulla sua nomina “ho fatto presente – commenta la Russo – che la provincia di Enna non è vocata alla produzione di vino ma alla produzione di grano e alla zootecnia”. Al di là di questo- sottolinea sempre la dirigente – Savoca “è una persona che non è mai stata attiva all’interno di Coldiretti Enna. Nominandolo arbitrariamente, il presidente Ferreri ha dimenticato lo statuto e la base associativa, composta per il 90% di piccoli agricoltori, gli stessi che portiamo agli incontri a sventolare le bandierine della Coldiretti perché ci credono e hanno un senso di appartenenza all’organizzazione”. A chi obietterà che denuncia gli eventi perché legata alla poltrona, l’ormai ex presidente provinciale ricorda che “ha rinunciato a lauti compensi e a una vicepresidenza regionale, nonché alla ricandidatura per la sezione di Enna”. Contattato ripetutamente dal fattoquotidiano.it per replicare alle dichiarazioni di Salvina Russo, il presidente Francesco Ferreri non ha risposto.
Cronaca
Sicilia, Coldiretti: “Presidente di Enna deciso a tavolino da vertici regionali”
La presidente provinciale uscente, Salvina Russo, ha scritto una lettera ai vertici nazionali dell’organizzazione per denunciare quella che definisce come una violazione dello statuto
Dovrebbero eleggerlo nel 2018, ma lo hanno nominato due giorni fa. E solo dopo che il suo nome è stato deciso dal presidente di Coldiretti Sicilia. Succede a Enna, dove – secondo la dirigente locale dell’associazione dei coltivatori diretti – il presidente regionale, Francesco Ferreri, sarebbe intervenuto direttamente per “incoronare” il nuovo numero uno provinciale.
La presidente provinciale uscente, Salvina Russo, ha scritto una lettera ai vertici nazionali dell’organizzazione per denunciare quella che definisce come una violazione dello statuto. Nella missiva si parla di “palese irregolarità del procedimento indetto dal presidente regionale che con ben due mesi di anticipo sulla data delle assemblee elettive indicava – verbalmente alla Russo – il nominativo della persona che avrebbe assunto la presidenza della Federazione provinciale di Enna”. Per di più “in presenza di alti funzionari della Coldiretti”. Un comportamento che – sempre secondo Russo – “svilisce e offende la base associativa, usurpando le funzioni proprie delle assemblee elettive”.
“A meno che non sia dotato di capacità divinatorie – dice ironicamente l’ormai ex presidente di Coldiretti Enna – come faceva Ferreri a sapere chi sarebbe stato il prossimo presidente provinciale prima che ci fossero le elezioni? Il presidente viene eletto dall’assemblea, non a tavolino” . Dall’inizio del suo mandato, il presidente regionale ha indetto elezioni in altre sedi provinciali, tra queste Caltanissetta e Palermo. In quel caso, però, le sedi erano commissariate e bisognava nominare un nuovo presidente. Al contrario Enna aveva presidente e consiglio regolari e regolarmente eletti e il rinnovo delle cariche doveva avvenire, di norma, dopo il 4 gennaio 2018, a conclusione del mandato del presidente provinciale in carica.
Il fortunato neo presidente provinciale è Elio Savoca, imprenditore agricolo specializzato in vino. Sulla sua nomina “ho fatto presente – commenta la Russo – che la provincia di Enna non è vocata alla produzione di vino ma alla produzione di grano e alla zootecnia”. Al di là di questo- sottolinea sempre la dirigente – Savoca “è una persona che non è mai stata attiva all’interno di Coldiretti Enna. Nominandolo arbitrariamente, il presidente Ferreri ha dimenticato lo statuto e la base associativa, composta per il 90% di piccoli agricoltori, gli stessi che portiamo agli incontri a sventolare le bandierine della Coldiretti perché ci credono e hanno un senso di appartenenza all’organizzazione”. A chi obietterà che denuncia gli eventi perché legata alla poltrona, l’ormai ex presidente provinciale ricorda che “ha rinunciato a lauti compensi e a una vicepresidenza regionale, nonché alla ricandidatura per la sezione di Enna”. Contattato ripetutamente dal fattoquotidiano.it per replicare alle dichiarazioni di Salvina Russo, il presidente Francesco Ferreri non ha risposto.
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Albania, la Corte non convalida: liberi i 43 migranti. Opposizioni: ‘Fallimento di Meloni’. Da destra riparte l’attacco ai giudici: ‘Si sostituiscono al governo’
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Almasri, ora la maggioranza vuole eliminare l’obbligatorietà dell’azione penale. M5s e Pd: “Così pm sotto il governo e politici impuniti”
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Vespa scatenato difende il governo: “Ogni Stato fa cose sporchissime”. Opposizioni: “Superato il limite”
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Altri 43 migranti tornano in Italia dai centri in Albania. Presidente Meloni, errare è umano, perseverare è diabolico. Quanti altri viaggi a vuoto dovremo vedere prima che si metta fine a questa pagliacciata costosa per i contribuenti?”. Così Matteo Ricci, europarlamentare Pd, in un post sui social.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Terzo flop del ‘modello Albania’: la Corte d’Appello di Roma smonta l’ennesima trovata propagandistica del governo Meloni, sospendendo i trattenimenti e disponendo il trasferimento in Italia dei migranti deportati. Per la terza volta, la destra ha provato a forzare la mano e per la terza volta è stata bocciata. Hanno sprecato milioni di euro pubblici, violato diritti fondamentali e messo in piedi un’operazione disumana, solo per alimentare la loro propaganda. Un fallimento su tutta la linea, mentre il Paese affonda tra tagli alla sanità, precarietà e crisi sociale. Ora che farà Meloni? Toglierà la competenza anche alle Corti d’Appello per accentrarla a Palazzo Chigi?”. Così Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria nazionale Pd ed europarlamentare.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "La Corte d’Appello di Roma libera di nuovo immigrati irregolari per i quali potevano essere eseguite rapidamente le procedure di rimpatrio e rimette ancora la palla alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei Paesi sicuri. Le ordinanze che non convalidano i trattenimenti nel centro in Albania e che rimettono alla Corte di Giustizia la questione pregiudiziale, insistono sull’individuazione in via generale ed astratta dei “paesi sicuri”, ripercorrendo le motivazioni delle decisioni precedenti, senza giudicare delle posizioni dei singoli migranti. Peccato che la Corte di Cassazione ha ampiamente chiarito, lo scorso dicembre, che questa è una competenza del Governo e non della magistratura. Incredibile che la Corte d’Appello di Roma abbia considerato irrilevante questo principio e insista nel voler riconoscere ai singoli magistrati un potere che è esclusiva prerogativa dello Stato”. Lo dichiara la deputata di Fratelli d’Italia, Sara Kelany, responsabile del Dipartimento immigrazione.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Non stupisce la decisione della Corte d’Appello di Roma di bloccare, per l’ennesima volta, una misura, tra l’altro apprezzata anche in Europa, con cui l’Italia vuole fronteggiare l’immigrazione massiccia e garantire la sicurezza nazionale. I magistrati non usino il loro potere per contrastarne un altro, riconosciuto dalla costituzione e legittimato dagli italiani”. Lo dichiara il deputato della Lega Igor Iezzi.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “La Corte d’Appello di Roma libera ancora dei migranti irregolari che potevano essere rapidamente rimpatriati, rimandando di nuovo alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei paesi sicuri. Ma la Corte di Cassazione aveva chiarito che questa è una competenza del Governo. Evidentemente alcuni tribunali italiani considerano irrilevanti i principi fissati dalla Suprema Corte. Di fronte a questo non posso che esprimere profondo stupore". Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “E anche oggi si certifica il fallimento di Meloni. I Centri per i migranti in Albania non sono la risposta al fenomeno migratorio, che richiede rispetto per i diritti umani e condivisione delle responsabilità a livello europeo. Nei comizi Meloni potrà continuare a dire che fun-zio-ne-ran-no ma nella realtà sono solo uno spreco immane di risorse. Se quei fondi fossero stati spesi per assumere infermieri e medici, o per aumentare gli stipendi di quelli che già lavorano nella sanità pubblica, allora si’ che sarebbero stati utili agli italiani!”. Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e sanità nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “Quella dei Cpr in Albania è una gigantesca buffonata. Siamo di fronte a centri totalmente inutili nella gestione del fenomeno migratorio, pasticciato sul piano giuridico, lesivi dei più elementari diritti umani e anche costosissimi. Il governo dovrebbe scusarsi pubblicamente, chiudere i centri e destinare gli ottocento milioni di euro che finiranno in questi luoghi inutili e dannosi a sostegno della sanità pubblica”. Così in una nota, Pierfrancesco Majorino, responsabile immigrazione nella segreteria nazionale del Pd.