Flaminio de Castelmur per @SpazioEconomia
Il sistema bancario di una Nazione da sempre costituisce la parte centrale della sua economia e, per evitare pericolosi sbandamenti, deve essere monitorato costantemente da autorità super partes. Da noi tale compito viene svolto dalla Banca d’Italia, in coordinamento con la Banca Centrale Europea e gli Organi collegati. L’indipendenza delle banche centrali dell’Eurosistema è assicurata dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. L’indipendenza nell’esercizio dell’attività di vigilanza è sancita, sia per la Bce sia per le autorità nazionali appartenenti all’Ssm, dal regolamento del Consiglio dell’Unione europea istitutivo del Meccanismo unico.
La crisi del 2007 ebbe come prima conseguenza il consolidamento del ruolo del Financial Stability Board e del Comitato di Basilea come sedi di definizione tecnica della regolazione bancaria e finanziaria su scala globale. Alla fine del 2010 nacque il Sistema europeo di vigilanza finanziaria (European System of Financial Supervision, Esfs). Questo Sistema ha segnato in Europa un primo vero cambiamento, non tanto per i poteri attribuiti quanto perché ha rappresentato il primo tentativo di superare il mero coordinamento di interessi nazionali e ricercare una sintesi europea.
Oggi il Meccanismo unico di vigilanza (Single Supervisory Mechanism, Ssm) amplia notevolmente la strada, perché dà alla Banca Centrale Europea (Bce), coadiuvata dalle autorità nazionali, poteri incisivi, idonei all’esercizio effettivo della vigilanza. La Banca d’Italia venne fondata nel 1893 e fino all’attivazione dei Trattati istitutivi dell’Unione Monetaria, fu anche Istituto di Emissione della moneta. In base alla legge bancaria del 1936, essa diventò Istituto di diritto pubblico; pur avendo una struttura simile a una società per azioni, le quote di partecipazione possono essere possedute soltanto da enti creditizi pubblici e dagli istituti di previdenza e di assicurazione, con regole modificate nel 2014 riguardo la trasferibilità e i limiti al possesso delle quote.
La natura prettamente tecnica dell’attività di vigilanza è al tempo stesso presupposto e conseguenza dell’indipendenza dell’autorità che la svolge. L’indipendenza della Banca d’Italia, è stata da ultimo esplicitamente ribadita dalla legge (l. 262/2005, cosiddetta Legge sul risparmio). Il Testo unico, come modificato dalla Legge sul risparmio, delinea poi l’attività sanzionatoria a carico degli esponenti bancari responsabili di violazioni normative quale naturale prosecuzione della vigilanza, assegnando conseguentemente alla Banca d’Italia quel compito. Nella gestione delle crisi, pur lasciando al Ministro dell’economia la decisione finale, è l’Autorità di vigilanza che propone i provvedimenti di amministrazione straordinaria o di liquidazione coatta amministrativa, sulla base di sole considerazioni di ordine tecnico-prudenziale.
Il sistema di controlli come sopra descritto, ha mostrato alcune defaillance nei casi delle Banche dichiarate in dissesto negli ultimi due anni. Un meccanismo di controllo sulla carta efficiente, non ha impedito che le gestioni di alcuni Istituti Popolari portassero all’accumularsi di crediti inesigibili, prestiti non garantiti, irregolarità di gestione e altre amenità.
I giudizi su questo hanno causato la mozione di sfiducia di una parte di parlamentari nei confronti del governatore Ignazio Visco, il cui mandato scade a fine ottobre e che veniva dato per un certo rinnovo. Mossa atipica, in considerazione del fatto che l’articolo 19 della Legge n. 262/2005 afferma che la nomina e la revoca del governatore sono disposte con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d’Italia.
L’incarico di governatore della Banca d’Italia dura sei anni ed è rinnovabile una sola volta. Fino al 2005 era un ruolo a vita, per sottolinearne la totale autonomia dal governo, ma dopo lo scandalo di “Bancopoli“, che portò alle dimissioni di Antonio Fazio, fu effettuata una riforma. Il governatore della Banca d’Italia, ai sensi dello Statuto, rappresenta l’istituto “di fronte ai terzi in tutti gli atti e contratti e nei giudizi”. Inoltre, presiede l’assemblea dei partecipanti e ha il compito di garantire il rispetto di leggi, regolamenti e statuto, far eseguire le deliberazioni del Consiglio superiore cui può avanzare ogni proposta che giudichi utile alla Banca e sovrintendere l’amministrazione centrale e gli stabilimenti periferici. Dispone, sentito il direttorio, le nomine, le promozioni, le assegnazioni, i trasferimenti e gli incarichi del personale di grado superiore.
Da parte sua il governatore Visco sta cercando di dimostrare come la sua gestione della Vigilanza sia stata corretta e rigorosa anche nei casi delle Banche in dissesto, per mezzo di documenti e audizioni nella Commissione parlamentare che indaga sui fatti. L’unico punto che non dovrebbe essere discusso nella vicenda riguarda l’esigenza dell’Italia di avere una Istituzione come Bankitalia al di sopra di ogni sospetto e di ogni limite operativo. Vedremo nei prossimi giorni come opereranno gli Organi dello Stato preposti a farlo, sperando che l’interesse nazionale prevalga su quelli dei partiti.
Spazio Economia per Italia Aperta
Le pagelle dei cittadini sui provvedimenti pubblici: promossi e bocciati
Economia & Lobby - 23 Ottobre 2017
Il governatore di Bankitalia, un mandato ormai a rischio
Flaminio de Castelmur per @SpazioEconomia
Il sistema bancario di una Nazione da sempre costituisce la parte centrale della sua economia e, per evitare pericolosi sbandamenti, deve essere monitorato costantemente da autorità super partes. Da noi tale compito viene svolto dalla Banca d’Italia, in coordinamento con la Banca Centrale Europea e gli Organi collegati. L’indipendenza delle banche centrali dell’Eurosistema è assicurata dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. L’indipendenza nell’esercizio dell’attività di vigilanza è sancita, sia per la Bce sia per le autorità nazionali appartenenti all’Ssm, dal regolamento del Consiglio dell’Unione europea istitutivo del Meccanismo unico.
La crisi del 2007 ebbe come prima conseguenza il consolidamento del ruolo del Financial Stability Board e del Comitato di Basilea come sedi di definizione tecnica della regolazione bancaria e finanziaria su scala globale. Alla fine del 2010 nacque il Sistema europeo di vigilanza finanziaria (European System of Financial Supervision, Esfs). Questo Sistema ha segnato in Europa un primo vero cambiamento, non tanto per i poteri attribuiti quanto perché ha rappresentato il primo tentativo di superare il mero coordinamento di interessi nazionali e ricercare una sintesi europea.
Oggi il Meccanismo unico di vigilanza (Single Supervisory Mechanism, Ssm) amplia notevolmente la strada, perché dà alla Banca Centrale Europea (Bce), coadiuvata dalle autorità nazionali, poteri incisivi, idonei all’esercizio effettivo della vigilanza. La Banca d’Italia venne fondata nel 1893 e fino all’attivazione dei Trattati istitutivi dell’Unione Monetaria, fu anche Istituto di Emissione della moneta. In base alla legge bancaria del 1936, essa diventò Istituto di diritto pubblico; pur avendo una struttura simile a una società per azioni, le quote di partecipazione possono essere possedute soltanto da enti creditizi pubblici e dagli istituti di previdenza e di assicurazione, con regole modificate nel 2014 riguardo la trasferibilità e i limiti al possesso delle quote.
La natura prettamente tecnica dell’attività di vigilanza è al tempo stesso presupposto e conseguenza dell’indipendenza dell’autorità che la svolge. L’indipendenza della Banca d’Italia, è stata da ultimo esplicitamente ribadita dalla legge (l. 262/2005, cosiddetta Legge sul risparmio). Il Testo unico, come modificato dalla Legge sul risparmio, delinea poi l’attività sanzionatoria a carico degli esponenti bancari responsabili di violazioni normative quale naturale prosecuzione della vigilanza, assegnando conseguentemente alla Banca d’Italia quel compito. Nella gestione delle crisi, pur lasciando al Ministro dell’economia la decisione finale, è l’Autorità di vigilanza che propone i provvedimenti di amministrazione straordinaria o di liquidazione coatta amministrativa, sulla base di sole considerazioni di ordine tecnico-prudenziale.
Il sistema di controlli come sopra descritto, ha mostrato alcune defaillance nei casi delle Banche dichiarate in dissesto negli ultimi due anni. Un meccanismo di controllo sulla carta efficiente, non ha impedito che le gestioni di alcuni Istituti Popolari portassero all’accumularsi di crediti inesigibili, prestiti non garantiti, irregolarità di gestione e altre amenità.
I giudizi su questo hanno causato la mozione di sfiducia di una parte di parlamentari nei confronti del governatore Ignazio Visco, il cui mandato scade a fine ottobre e che veniva dato per un certo rinnovo. Mossa atipica, in considerazione del fatto che l’articolo 19 della Legge n. 262/2005 afferma che la nomina e la revoca del governatore sono disposte con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d’Italia.
L’incarico di governatore della Banca d’Italia dura sei anni ed è rinnovabile una sola volta. Fino al 2005 era un ruolo a vita, per sottolinearne la totale autonomia dal governo, ma dopo lo scandalo di “Bancopoli“, che portò alle dimissioni di Antonio Fazio, fu effettuata una riforma. Il governatore della Banca d’Italia, ai sensi dello Statuto, rappresenta l’istituto “di fronte ai terzi in tutti gli atti e contratti e nei giudizi”. Inoltre, presiede l’assemblea dei partecipanti e ha il compito di garantire il rispetto di leggi, regolamenti e statuto, far eseguire le deliberazioni del Consiglio superiore cui può avanzare ogni proposta che giudichi utile alla Banca e sovrintendere l’amministrazione centrale e gli stabilimenti periferici. Dispone, sentito il direttorio, le nomine, le promozioni, le assegnazioni, i trasferimenti e gli incarichi del personale di grado superiore.
Da parte sua il governatore Visco sta cercando di dimostrare come la sua gestione della Vigilanza sia stata corretta e rigorosa anche nei casi delle Banche in dissesto, per mezzo di documenti e audizioni nella Commissione parlamentare che indaga sui fatti. L’unico punto che non dovrebbe essere discusso nella vicenda riguarda l’esigenza dell’Italia di avere una Istituzione come Bankitalia al di sopra di ogni sospetto e di ogni limite operativo. Vedremo nei prossimi giorni come opereranno gli Organi dello Stato preposti a farlo, sperando che l’interesse nazionale prevalga su quelli dei partiti.
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La Paz, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Almeno 30 persone sono morte a causa di un incidente che ha coinvolto un autobus passeggeri, precipitato in un burrone profondo 800 metri nella città di Yocalla, nel sud della Bolivia. Lo ha riferito la polizia locale.
Tel Aviv, 17 feb. (Adnkronos) - Secondo quanto riportato dall'emittente statale israeliana Kan, citando diverse fonti, il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, non fa più parte del team incaricato delle trattative per la liberazione degli ostaggi. Fonti a conoscenza dei dettagli affermano che Bar potrebbe unirsi a una delegazione in futuro se si svolgeranno i negoziati sulla fase due.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Prosegue la protesta di Azione alla Camera sul decreto Milleproroghe: il capogruppo Matteo Richetti e la vicecapogruppo Elena Bonetti lasciano i lavori in corso nelle commissioni congiunte Affari Costituzionali e Bilancio. “Dopo il tempo sprecato dal governo nella discussione al Senato alla ricerca di una composizione delle divisioni interne, il testo del decreto è stato trasferito alla Camera solo questa mattina e approderà in Aula nella giornata domani. Alle Commissioni riunite – dichiarano Richetti e Bonetti – non restano che poche ore di esame notturno, una scelta che rende inutile ogni confronto di merito sulle misure contenute nel provvedimento e offende profondamente la funzione parlamentare e la dignità dei deputati membri. Se il governo intende ridurci a figuranti, abbia almeno la decenza di assumersene la responsabilità davanti al Paese. Noi non li aiuteremo”. Azione aveva già espresso nella mattinata la propria contrarietà al ripetuto ricorso alla fiducia, rendendo noto di non aver presentato, per questa ragione, emendamenti al decreto Milleproroghe.
Beirut, 17 feb. (Adnkronos) - Il governo libanese ha annunciato di aver approvato una risoluzione secondo cui soltanto lo Stato potrà possedere armi. La risoluzione chiede di fatto il disarmo di Hezbollah e include l'impegno a rispettare la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Ha ribadito le perplessità sul formato del vertice di Parigi, sull'invio di truppe europee in Ucraina e la necessità di percorrere strade che prevedano il coinvolgimento degli Stati Uniti. Queste le linee, a quanto si apprende, dell'intervento della premier Giorgia Meloni oggi al summit a Parigi convocato da Emmanuel Macron alla presenza del britannico Keir Starmer, del premier olandese, Dick Schoof, del cancelliere tedesco Olaf Scholz, del capo del governo polacco Donald Tusk e del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. All'Eliseo anche il segretario generale della Nato, Mark Rutte e i vertici Ue, Antonio Costa e Ursula von der Leyen.
Meloni, a quanto si apprende, ha sottolineato di aver voluto essere presente per non rinunciare a portare il punto di vista dell’Italia, ma di avere espresso le sue perplessità riguardo un formato che, a suo giudizio, esclude molti Paesi, a partire da quelle più esposti al rischio di estensione del conflitto, anziché includere, come sarebbe opportuno fare in una fase storica come questa. Anche perché, avrebbe rimarcato la premier, la guerra in Ucraina l’abbiamo pagata tutti.
Per l'Italia le questioni centrali rimangono le garanzie di sicurezza per l’Ucraina, perché senza queste ogni negoziato rischia di fallire. Quindi Meloni avrebbe rimarcato l'utilità di un confronto tra le varie ipotesi in campo, osservando come quella che prevede il dispiegamento di soldati europei in Ucraina appaia come la più complessa e forse la meno efficace. Una strada su cui l'Italia avrebbe mostrato le sue perplessità al tavolo.
Secondo Meloni, a quanto viene riferito, andrebbero esplorate altre strade che prevedano il coinvolgimento anche degli Stati Uniti, perché è nel contesto euro-atlantico che si fonda la sicurezza europea e americana. La premier avrebbe definito una sferzata sul ruolo dell'Europa quella lanciata dall'amministrazione Usa ma ricordando che prima di questa analoghe considerazioni sono state già state fatte da importanti personalità europee. È una sfida, avrebbe quindi sottolineato, per essere più concreti e concentrarsi sulle cose davvero importanti, come la necessità di difendere la nostra sicurezza a 360 gradi, i nostri confini, i nostri cittadini, il nostro sistema produttivo.
Secondo la presidente del Consiglio sono i cittadini europei a chiederlo: non dobbiamo chiederci cosa gli americani possono fare per noi, ma cosa noi dobbiamo fare per noi stessi.
Meloni avrebbe quindi rimarcato come il formato del summit all'Eliseo non vada considerato come un formato anti-Trump. Tutt’altro. Gli Stati Uniti lavorano a giungere ad una pace in Ucraina e noi dobbiamo fare la nostra parte, la sollecitazione della premier italiana. Meloni infine, sempre a quanto si apprende, avrebbe manifestato condivisione per il senso della parole del Vice Presidente degli Stati Uniti Vance, ricordando di aver espresso concetti simili in precedenza. Ancora prima di garantire la sicurezza in Europa, avrebbe sottolineato Meloni, è necessario sapere che cosa stiamo difendendo.
Parigi, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - "La Russia minaccia tutta l'Europa". Lo ha detto la premier danese Mette Frederiksen dopo i colloqui di emergenza a Parigi sul cambiamento di politica degli Stati Uniti sulla guerra in Ucraina.
La guerra in Ucraina riguarda i "sogni imperialisti di Mosca, di costruire una Russia più forte e più grande, e non credo che si fermeranno in Ucraina", ha detto ai giornalisti, mettendo in guardia gli Stati Uniti dai tentativi di concordare un cessate il fuoco "rapido" che darebbe alla Russia la possibilità di "mobilitarsi di nuovo, attaccare l'Ucraina o un altro paese in Europa".
Parigi, 17 feb. (Adnkronos) - "Oggi a Parigi abbiamo ribadito che l'Ucraina merita la pace attraverso la forza. Una pace rispettosa della sua indipendenza, sovranità, integrità territoriale, con forti garanzie di sicurezza. L'Europa si fa carico della sua intera quota di assistenza militare all'Ucraina. Allo stesso tempo abbiamo bisogno di un rafforzamento della difesa in Europa". Lo ha scritto su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.