Pericolo caduta alberi. Nella Capitale il monitoraggio dei circa 350.000 fusti è appena iniziato, ma questi continuano ad abbattersi su strade, ferrovie, e piccole costruzioni con una frequenza sempre maggiore. Un problema relativo all’età delle piante, ma anche di scarsa manutenzione e da ricercare in “fattori esterni” di varia natura, come lavori stradali eseguiti senza fare attenzione alle radici o potature sbagliate. Nella sola giornata di lunedì, si è avuta notizia della caduta di ben 2 alberi: il primo, all’altezza di Tor di Valle, ha portato “solo” alla chiusura temporanea della ferrovia Roma-Lido, mentre il secondo, nella centralissima zona Prati, si e’ abbattuto su taxi con il conducente che si è salvato miracolosamente. L’ennesima tragedia sfiorata.
Una situazione molto grave, perché il conto delle tragedie sfiorate nelle ultime settimane a Roma inizia a divenire corposo. Giovedì 19 ottobre, ad esempio, un pino si è crollato addosso a 4 automobili parcheggiate in Corso Francia; nella notte di venerdì 13, invece, e’ stato un leccio a distruggere, in via delle Terme di Traiano, 2 macchine parcheggiate; il 10 settembre, nel corso del nubifragio che colpì la Capitale, un albero in via Cassia ha distrutto un chiosco che ospitava un bar. A fare danni sono anche i rami: il 22 settembre, ad esempio, ancora in zona Prati (via Silvio Pellico) uno si è staccato da un pino conficcandosi nel parabrezza di un’automobile in transito, con il conducente anche qui miracolosamente illeso. Tutti episodi che richiamano alla mente l’ultima vittima di questo tipo di incidenti, il 43enne Gianni Danieli, ucciso da un pino abbattutosi su via Cristoforo Colombo mentre transitava con la sua moto.
L’ETA’ MEDIA E’ DI 60 ANNI – Dei 350.000 alberi romani, circa 200.000 sono posizionati nei parchi e nelle aree verdi, mentre gli altri 150.000 fanno da ornamento alle strade. Sono proprio questi ultimi quelli che devono essere monitorati maggiormente, sia perché possono rappresentare un pericolo maggiore, sia in quanto soggetti a uno stress che altri fusti ovviamente non accumulano. Secondo i dati forniti dal Servizio Giardini di Roma Capitale, l’età media degli alberi “stradali” è di circa 60 anni, contro un’aspettativa di vita che – proprio in virtù di questi fattori – spesso e’ di 80-90 anni. Quelli definiti “maturi” (e dunque a rischio) sarebbero circa 50.000. Insomma, si tratta di alberature piuttosto anziane, molte delle quali installate fra gli anni ’30 (come i famosi pini di via dei Fori Imperiali, risalenti ai tempi del regime fascista) e gli anni ’50. Nel luglio di quest’anno, l’amministrazione capitolina è riuscita ad avviare l’attività di monitoraggio e censimento prevista da una delibera approvata nel 2015 dalla precedente Giunta, che con una spesa di 3,5 milioni di euro ha fin qui previsto di monitorare 15.400 alberi, di cui “solo 357, meno del 3%, sono quelli da abbattere” ed ha permesso agli uffici capitolini di ordinare 114 interventi in emergenza per la riduzione dei rischi, come quelli effettuati al Gianicolo e a viale delle Milizie, dove si è proceduto rispettivamente all’abbattimento dei pini e alla potatura dei platani”. Al termine delle operazioni – della durata di 18 mesi – il Campidoglio conta di essere riuscito a censire circa 82.000 alberi, poco più della metà di quelli “stradali”.
GLI AGENTI ESTERNI: CANTIERI E VANDALI – Oltre al naturale ciclo di vita delle piante, accorciato evidentemente da un ambiente non proprio favorevole, secondo gli esperti ci si mettono anche i fattori esterni. Rispetto al caso del tassista ferito, l’assessore capitolino all’Ambiente, Pinuccia Montanari, ha spiegato che “c’è stato un intervento in un’area di cantiere, presumibilmente all’epoca di Alemanno (fra i 4 e i 9 anni fa, ndr) che ha cambiato una parte delle radici; i tecnici stanno verificando, ma a fronte di un albero che era sano e non aveva particolari problemi, purtroppo, intervenendo nell’area di cantiere una parte delle radici sono state tagliate”. Un’eventualità piuttosto ricorrente, secondo Gian Pietro Cantiani, consigliere e delegato per il Lazio della Società Italiana Arboricoltura, che mette in luce anche altri fattori: “Gli alberi – spiega a IlFattoQuotidiano.it – spesso vengono potati male. La chioma, ad esempio, è la principale difesa che la pianta ha contro il vento. Una chioma che viene contenuta nel modo giusto è in grado di preservare il fusto, ma il 90% delle manutenzioni viene fatto senza la giusta cura. Così gli alberi si indeboliscono e sono soggetti a crollare di fronte alle intemperie”.
SERVIZIO GIARDINI DECIMATO – Fino a poco più di 10 anni fa, il Servizio Giardini di Roma – la metropoli più verde d’Europa – era composto da oltre 1.100 esperti giardinieri, mentre oggi sono rimaste circa 150 persone, per la gran parte “anziane” e sul punto di andare in pensione. Numeri impari, rispetto al patrimonio arboreo capitolino, che ha costretto l’amministrazione comunale a rivolgersi a un appalto esterno: per 18 mesi, le società che si sono aggiudicate i 9 lotti saranno responsabili del monitoraggio costante dei fusti censiti. Va anche considerato che l’ultimo monitoraggio risale al 2004, ovvero allo Studio del Verde Pubblico di Roma voluto dall’allora sindaco Walter Veltroni. Tuttavia, la crisi del servizio capitolino attinge anche a storie di corruzione e intimidazioni, essendo stato al centro dell’inchiesta sul Mondo di Mezzo (ex mafia capitale) che ha portato nel 2014 all’arresto del suo responsabile, Claudio Turella, condannato in primo grado a 9 anni di carcere. Negli ultimi anni, tra l’altro, il Servizio Giardini ha subito diversi episodi di vandalismo – che gli attuali amministratori interpretano come “atti intimidatori” – l’ultimo dei quali proprio nella giornata di lunedì 23, denunciato dal presidente della commissione capitolina Ambiente, Daniele Diaco.
“ALBERATURE DA RIFARE LOW COST”. MONTANARI: SERVONO 110 MILIONI – Secondo Cantiani, per ovviare al problema bisognerebbe rimettere in moto una programmazione di ripristino delle alberature. “Acquistare 100 alberi può costare circa 10.000 euro – spiega ancora il delegato Sia – non è una cifra eccessiva, specie se paragonata a quello sborsata ogni anno per la manutenzione di arbusti a fine vita. Si potrebbe iniziare dalle più anziane, come quelle posizionate ai tempi di Mussolini o addirittura precedenti, per poi programmarne di nuove quando passa il tempo”. Addirittura, Antimo Palumbo, divulgatore e storico degli alberi che si occupa da vicino della situazione capitolina, contattato da IlFattoQuotidiano.it consiglia “una commissione che valuti ogni volta, caso per caso, i motivi che hanno portato alla caduta dell’albero, così da poter assegnare le reali responsabilità”. Secondo l’assessore Montanari, tuttavia, i costi di queste operazioni non sarebbero così bassi: “Servirebbero – ha spiegato – 110 milioni di euro per la manutenzione, la gestione e la sicurezza delle alberature e del verde della Capitale. Abbiamo presentato un piano in Fabbrica Roma (il progetto avviato dalla sindaca Virginia Raggi con i sindacati per il rilancio della Capitale, ndr)”.