Il presidente della Repubblica lo ha detto durante la cerimonia "I giorni della ricerca" al Quirinale. "Non possiamo consentire che si scarichi sugli altri, che si vaccinano, la sicurezza della salute nella società"
“Non possiamo accettare che nel XXI secolo acquistino credito credenze anti-scientifiche e che queste credenze ostacolino indispensabili azioni preventive (come le vaccinazioni) finalizzate a sradicare o a impedire il ritorno di malattie pericolose“. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo ha detto durante la cerimonia “I giorni della ricerca” al Quirinale. “Non possiamo consentire che si scarichi sugli altri, che si vaccinano, la sicurezza della salute nella società”.
Il capo dello Stato ha poi affrontato il tema dei cervelli in fuga: “I nostri giovani ricercatori sono pronti a raccogliere il testimone dei loro maestri” e “la loro mobilità in Europa e nel mondo è condizione di maggior libertà e di opportunità per tutti. Dobbiamo però compiere ogni sforzo affinché la circolazione del sapere e delle intelligenze non diventi, per i nostri giovani, una strada a senso unico, in uscita“.
Parlando poi della ricerca contro il cancro Mattarella ha ricordato che: “L’impegno pubblico è cresciuto ma va rafforzato, e mi auguro che questo obiettivo trovi la più ampia condivisione politica. Occorre fare in modo che le strategie pubbliche – ha aggiunto – diventino volano anche di investimenti privati. È necessario creare sinergie sempre più efficaci tra il pubblico, il privato e le energie del Terzo settore e del no profit”. Infine il ricordo di un medico che ha lottato tutta la sua vita contro i tumori soprattutto quelli che colpiscono le donne: “Un anno fa moriva Umberto Veronesi, che dell’Airc è stato un fondatore e che ha contribuito da protagonista a trainare il nostro Paese nel compiere progressi nelle cure delle malattie tumorali. Lo ricordiamo per la sua statura di medico e di scienziato apprezzato nel mondo”.
“Non deve mai venir meno l’impegno per sviluppare le cure palliative, e per assistere le persone nei momenti più difficili – ha proseguito Mattarella – Quando non si può ragionevolmente prevedere la guarigione, si deve comunque curare. E quando la cura non è più efficace verso la malattia, c’è ancora spazio, uno spazio obbligatorio, per la cura della persona e delle sua dignità. Nessuno deve sentirsi abbandonato”.