Il presidente della Lazio va in sinagoga con una rappresentanza del club, condanna l'episodio e annuncia che la squadra "promuoverà un'iniziativa annuale per portare 200 giovani tifosi in visita a Auschwitz". Comunità ebraica: "Non basta una corona di fiori". Minniti: "Via i responsabili dallo stadio". Mattarella: "Atto inumano". La procura di Roma apre un fascicolo per istigazione all'odio razziale; tra gli identificati anche due minorenni (uno di 13 anni). Domani biancocelesti in campo a Bologna con una maglia commemorativa di Anna Frank
Da una parte lo sdegno delle istituzioni e della politica, dall’altra le iniziative della Lazio e delle Federcalcio per mettere una pezza dopo quanto successo. Nel mezzo, l’indagine della Procura di Roma, che punta a capire chi siano stati gli autori degli adesivi raffiguranti Anna Frank con la maglia della Roma, affissi domenica scorsa in curva sud.
Le indagini: identificati 15 ultras biancocelesti – In giornata sono arrivate le prime identificazioni: grazie alle immagini delle telecamere interne all’Olimpico e al lavoro della Digos, del commissariato Prati e della polizia scientifica, è stato possibile riconoscere 15 ultras biancocelesti (tra loro alcuni “Irriducibili” e anche due minori, il più piccolo di soli 13 anni) responsabili delle affissioni. I pm hanno ipotizzato il reato di istigazione all’odio razziale. Come riportato da Il Fatto Quotidiano in edicola oggi, secondo fonti interne alla questura di Roma l’iniziativa non sarebbe stata organizzata dai responsabili della curva laziale, ma sarebbe opera di poche persone. Chi indaga, inoltre, non ha escluso che dietro l’affissione possa nascondersi una spaccatura all’interno della Curva Nord, con un piccolo gruppo ostile agli Irriducibili, i quali già dalla scorsa stagione hanno deciso di sospendere l’aperta contestazione al presidente della Lazio, Claudio Lotito, e sostenere la squadra allo stadio.
La posizione degli Irriducibili: “Scherno non è reato” – Lo stesso gruppo storico della tifoseria organizzata laziale ha espresso la propria posizione con una nota: “Rimaniamo stupiti da questo clamore mediatico. Esistono altri ‘casi’ che meriterebbero le aperture dei Tg e ampie pagine di giornale. Non ci dissociamo da ciò che non abbiamo fatto” hanno fatto sapere gli ultras, che poi si sono detti meravigliati dal fatto che “queste, che vengono considerate offese, insulti o chissà che altro, quando però arrivano nei nostri confronti non scandalizzano nessuno. Gli stessi adesivi – si legge ancora nella nota – ce li ritroviamo anche nella nostra curva ma non stiamo di certo a piagnucolare. Perché nessuno s’indigna per questo. Noi siamo della Lazio e non si piange!”. Parlando di quanto accaduto, poi, gli Irriducibili sono del parere che “tutto deve rimanere nell’ambito del ‘nulla‘ – hanno scritto – si tratta di scherno e sfottò da parte di qualche ragazzo forse, perché in questo ambito dovrebbe essere collocata questa cosa, anche in virtù del fatto che, come da sentenza di tribunale non è reato apostrofare un tifoso avversario accusandolo di appartenere ad altra religione!. Infine l’attacco alla Federazione di Tavecchio: “Evidentemente nemmeno la Figc se ne ricorda se è vero che hanno aperto un’inchiesta”. Per i tifosi biancocelesti si è trattato di “manovre per colpire la Lazio, che si sta affermando come una tra le migliori realtà di questo campionato e i suoi tifosi che invece tanto stanno provando a fare con molteplici iniziative di cui nessuno ne parla“.
La Ss Lazio va in sinagoga. E a Bologna giocherà con maglia commemorativa – All’indomani della polemica, il presidente della Lazio Claudio Lotito in mattinata è andato in sinagoga a Roma accompagnato da una delegazione della squadra per portare una corona di fiori ed esprimere la propria condanna. “Siamo qui per ribadire la nostra posizioni di dissociazione contro posizioni di antisemitismo e razzismo”, ha detto, specificando che “la Lazio promuoverà un’iniziativa annuale per portare 200 giovani tifosi in visita a Auschwitz. La maggioranza della nostra tifoseria è con noi contro ogni antisemitismo – ha aggiunto – Vogliamo fare chiarezza perché non si gioca su fatti su cui non si può giocare e non devono esserci sfottò”. E la Lazio scenderà domani sera in campo allo stadio Dall’Ara di Bologna con una maglia commemorativa di Anna Frank durante il riscaldamento prima del match valido per la decima giornata di Serie A.
Arturo Diaconale, responsabile comunicazione della società biancoceleste, in un’intervista a Radio Radio Tv, non ha escluso che i giocatori possano anche entrare in campo con l’immagine di Anna Frank sulla maglietta. “L’intera curva si è comportata correttamente, confermando lo spirito dell’iniziativa”, ha precisato, bollando l’accaduto come “atto di pochi sconsiderati o peggio di qualcuno che ha l’interesse di danneggiare la squadra” e chiedendo che si faccia “chiarezza su chi sono i responsabili, che provocano innanzitutto un danno alla società e ai tifosi”. In particolare, Diaconale ha evidenziato come “sia impossibile per la società esercitare un controllo sui singoli tifosi”, e tanto più “su infiltrati che vogliono danneggiare società”.
Comunità ebraica: “Non siamo una lavatrice, non basta una corona di fiori” – Durante la visita di Lotito, però, un’assenza è stata notata più delle molte presenze: quella della comunità ebraica di Roma. La visita “non era stata concordata“, hanno spiegato fonti della comunità, che hanno lanciato un messaggio: “Oltre ai gesti servirebbero iniziative concrete da tutti i club”. A stretto giro è arrivata anche la presa di posizione ufficiale del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni: “La Comunità non è una lavatrice, né un luogo dove si presenta un omaggio floreale e si risolve tutto – ha accusato – Non si può pensare di aggiustare le cose facendo un’apparizione davanti ad una marea di giornalisti“. Secondo il rabbino capo, invece, “servono iniziative concrete, anche repressive. C’è stanchezza e insoddisfazione nella Comunità per queste apparizioni che potrebbero sembrare risolutorie”. Per Di Segni le immagini di Anna Frank degli ultrà laziali sono “scioccanti, di pessimo gusto e mostrano un rapporto assolutamente banalizzato con la Memoria. Irrispettoso e indegno. Il tutto – ha sottolineato – complicato dalla tecnologia fotografica e dall’eco mediatico”. Ma Di Segni ha anche esaltato “la risposta istituzionale di alto livello” che si è avuta in queste ore, “a cominciare – ha sottolineato – da quella del presidente Mattarella“.
Iniziativa della Figc: in tutti i campi si leggerà un brano del diario di Anna Frank – Nel frattempo, anche il mondo del calcio ha provato a reagire all’accaduto. Nella giornata di campionato in programma tra stasera e domani, su tutti i campi di gioco sarà letto un brano del Diario di Anna Frank prima dell’inizio delle partite con un minuto di riflessione. Lo ha deciso la Federcalcio d’intesa con l’Ucei. La Lega di A, dal canto suo, ha disposto che i capitani delle squadre regalino una copia del libro, insieme a quella di Se questo è un uomo di Primo Levi ai bambini che tradizionalmente li accompagnano sul terreno di gioco. L’iniziativa della Federcalcio sarà ripetuta anche nel fine settimana per i campionati dilettantistici e giovanili.
Ultras Ascoli: “Stasera disertiamo il minuto per Anna Frank” – La tifoseria organizzata dell’Ascoli calcio (da sempre con orientamento politico di estrema destra) non aderirà all’iniziativa della Figc e della Lega calcio che prevede di dedicare un minuto di riflessione prima delle partite. Gli ultras bianconeri, infatti, hanno diramato una nota in cui hanno fatto sapere che entreranno nella curva sud per assistere alla partita di Serie B Ascoli-Spezia in programma questa sera “dopo il minuto di riflessione deciso dalla Lega”. “Non vogliamo essere complici di un teatrino mediatico e istituzionale – hanno scritto gli Ultras 1898 in un post su Facebook – che dimentica i terremotati e i nostri anziani ma è invece sempre prontissimo a indignarsi e a strumentalizzare una decina di adesivi”.
Il presidente della Juve Agnelli: “Noi contro il razzismo”
La presa di posizione di Mattarella, Minniti e Gentiloni – “Il volto e le pagine del diario di Anna Frank, la sua storia di sofferenza e di morte a opera della barbarie nazista, hanno commosso il mondo. Utilizzare la sua immagine come segno di insulto e di minaccia, oltre che disumano, è allarmante per il nostro Paese, contagiato, ottanta anni addietro, dall’ottusa crudeltà dell’antisemitismo”. Parola del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a cui ha fatto eco anche il ministro dell’Interno Marco Minniti. Il titolare del Viminale ha assicurato grande impegno “per individuare i responsabili di un comportamento così ignobile – si legge in una nota del Quirinale – affinché vengano perseguiti secondo la legge e vengano definitivamente esclusi dagli stadi”. Dura condanna anche da parte del premier Paolo Gentiloni. “Ci sono gruppi di ultrà di squadre calcio che pensano di scherzare sulla storia e sulla figura di Anna Frank”, ha detto, aggiungendo che quello che è successo è “incredibile, inaccettabile. E non può essere minimizzato né sottovalutato”. Intervengono anche Matteo Renzi, il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani. e monsignor Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone e presidente della Commissione dei vescovi italiani per l’ecumenismo e il dialogo condanna gli adesivi antisemiti dei tifosi, che ha parlato di “vergogna. È assurdo – aggiunto – Siamo al paradosso”. Il segretario Pd Matteo Renzi propone su Twitter di sostituire gli sponsor con la stella di David sulle maglie dei calciatori e il senatore del Pd Carlo Lucherini annuncia di avere presentato “un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno chiedendo l’adozione di controlli più severi”.
Se fossi il presidente di una squadra di calcio domani farei mettere sulle maglie la Stella di David al posto dello sponsor #annafrank
— Matteo Renzi (@matteorenzi) October 24, 2017
Tajani: “Fatto grave” – Sul caso interviene anche il presidente dell’Europarlamento, che aprendo la plenaria a Strasburgo ha detto: “Non posso non condannare fermamente ciò che accaduto a Roma, in Italia, dove un gruppo di hooligan ha utilizzato l’immagine di Anna Frank per offendere tifosi di un’altra società sportiva. Utilizzare l’immagine di Anna Frank come offesa verso altri è un fatto grave – ha aggiunto – ognuno ha diritto di essere praticante della propria religione e le comunità ebraiche fanno parte della nostra Unione. Credo che l’antisemitismo debba restare soltanto un’orribile esperienza del nostro passato”. Per parte sua, il Codacons propone “la chiusura totale della curva Nord dell’Olimpico per un periodo non inferiore ai 3 anni, come segnale di forza delle istituzioni e punizione per comportamenti che non riguardano solo il calcio, ma ledono gli interessi della città e dell’Italia”. E il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi ai microfoni di 6 su Radio 1 ha detto: “Una piccola minoranza non può gettare fango sul grande cuore degli ultrà. Qui gli ultrà d tutta Italia hanno fatto cose straordinarie. Si tende sempre a far vedere gli scemi, a non mettere in risalto il cuore di queste persone che sono venute qui a scavare nelle macerie, hanno portato solidarietà alle persone, stanno facendo degli impianti sportivi ad Amatrice”.
Spreafico: “Vergogna. È assurdo. Siamo al paradosso” – Sono dure parole di condanna e di solidarietà alla Comunità ebraica di Roma anche quelle del vescovo di Frosinone e presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo. “Stiamo sottovalutando l’antisemitismo risorgente in diversi modi”, dice al Servizio Informazione Religiosa, l’agenzia dei vescovi italiani. “Non è possibile dimenticare ciò che è avvenuto soprattutto usando il nome, la storia e il dramma di Anna Frank in questo modo. Penso veramente che bisogna vergognarsi, che l’unica parola è: vergogna”. Ricorda anche che “l’Europa che si chiude, che costruisce muri, che diffonde l’odio per l’altro, si sta incamminando su questa pericolosa via”, e sottolinea che “l’antisemitismo è strettamente collegato al razzismo. Il Congresso ebraico mondiale nel 2016 ha censito sulla rete 382mila post antisemiti, cioè uno ogni 83 minuti”. Per Spreafico l’antidoto per combattere questa deriva è “parlare, non dimenticare”. “Penso alla scuole”, dive il vescovo. “Dobbiamo educare, far conoscere, far capire, far incontrare. L’incontro con le comunità ebraiche, l’ascolto dei sopravvissuti, la visita ai campi di sterminio, permettono ai giovani di conoscere il dramma della Shoah ma, nello stesso tempo, di capire quanto oggi sia importante costruire un mondo dove sia possibile vivere insieme”. Spreafico parla poi di “una bruttissima pagina di sport”: “Lo sport, come il calcio, è chiamato a dare valore al gioco di squadra, e quindi ad essere simbolo della convivenza, del lavoro fatto per gli altri e con gli altri”. E conclude: “Oggi il problema è che siamo dominati dalla rabbia. E la rabbia esplode in maniera irragionevole, irrazionale. Dobbiamo sempre trovare il nemico da combattere. È una mentalità da cui bisogna ben guardarsi”.
Anzaldi: “Rai spieghi chi era Anna Frank” – “La Rai, essendo servizio pubblico, dovrebbe essere davanti a tutti, così mi chiedo se stia riprogrammando qualcosa di eccezionale, un dibattito che entri nella storia attraverso il quale spiegare ai capi curve dello stadio, cosa sono stati Auschwitz, Bergen-Belsen e Anna Frank”, ha detto il deputato del Pd e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi. “Se è facile scherzare o addirittura farsi idee sbagliate sul razzismo o su differenze in base a religione, pelle, costumi – dice il parlamentare Pd – io sono sicuro che nessuno dei nostri giovani possa pensare che la soluzione sia la camera a gas o i forni crematori. Il problema, però, è che nessuno li informa correttamente”, e questo, secondo Anzaldi, è proprio il compito numero uno del servizio pubblico.
Pirozzi voce fuori dal coro: “Piccola minoranza non può gettare fango sul grande cuore degli ultrà” – Il Sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, ai microfoni di ‘6 su Radio 1’, ha offerto un’interpretazione diversa dell’accaduto: “Una piccola minoranza non può gettare fango sul grande cuore degli ultrà” ha dichiarato Pirozzi, che ha anche esperienza come allenatore di calcio. “Qui gli ultrà di tutta Italia hanno fatto cose straordinarie – ha continuato – Si tende sempre a far vedere gli scemi, a non mettere in risalto il cuore di queste persone che sono venute qui a scavare nelle macerie, hanno portato solidarietà alle persone, stanno facendo degli impianti sportivi ad Amatrice“.