L'ex terrorista non finirà in carcere ma dovrà indossare un braccialetto elettronico e rispettare altre misure cautelari. Secondo i media locali, la decisione dei giudici è slittata dopo che la procura federale ha richiesto più tempo per esprimersi
In attesa di sapere se sarà estradato o meno, Cesare Battisti torna in libertà. Il tribunale regionale federale della terza regione del Brasile ha accolto il ricorso presentato dai legali dell’ex terrorista e concesso all’unanimità all’ex membro dei Proletari armati per il comunismo l’Habeas Corpus, cioè l’istituto giuridico che tutela le libertà individuali.
Battisti era stato arrestato lo scorso 7 ottobre per traffico illegale di valuta e riciclaggio. Per l’ex terrorista il tribunale ha previsto misure cautelari alternative al carcere: ora dovrà comparire periodicamente in tribunale, non potrà allontanarsi dalla zone di residenza e dovrà indossare un braccialetto elettronico che permetterà di monitorare la sua permanenza in Brasile. Rimane l’attesa invece per la sentenza della Corte suprema riguardo l’estradizione, con Battisti che nei giorni scorsi si era sempre mostrato fiducioso riguardo alla decisione della Corte: “Non temo l’estradizione, sono protetto dall’asilo politico”. Secondo i media locali, la Procura federale ha chiesto più tempo per esprimersi. La decisione, attesa per oggi, è slittata alla prossima settimana.
Il primo a commentare la scarcerazione di Battisti è stato il senatore Stefano Pedica del Partito democratico: “Questa è l’ennesima beffa per l’Italia? Il Brasile quando si deciderà finalmente a concedere l’estradizione dell’ex terrorista? Bisogna riportarlo in Italia dove lo attende l’ergastolo. È un dovere nei confronti dei famigliari delle vittime”. Dello stesso avviso il Ministro della giustizia Andrea Orlando: “L’Italia è fortemente determinata a far si che Battisti sconti la pena, e la sconti nel nostro paese – aveva dichiarato il guardasigilli nei giorni scorsi – È un modo per restituire, almeno in parte, quanto è stato tolto al nostro paese e ai familiari delle vittime”.
L’Italia aveva chiesto al Brasile di estradare Battisti una prima volta nel 2007. La corte suprema brasiliana si era espressa in maniera favorevole, ma l’ex presidente del Brasile Lula ribaltò la decisione nel 2009 durante il suo ultimo giorno di mandato garantendo a Battisti lo status di rifugiato politico. Anche in questo caso, comunque, l’ultima parola spetterà al presidente, Michel Temer. L’avvocatura generale dello Stato ha specificato la posizione di Temer in una lettera rivolta al tribunale: “L’estradizione è un atto eminentemente politico. Le circostanze che giustificavano la non estradizione di Battisti possono modificarsi con il passare del tempo”. Lula non concesse l’estradizione sostenendo che Battisti avrebbe corso pericoli in Italia. Una versione che lo stesso latitante ha sostenuto in un’intervista nei giorni scorsi: “Se il Brasile mi rimanda in Italia mi consegna alla morte“. Condannato all’ergastolo in contumacia nel 1993 per quattro omicidi l’ex terrorista ha sempre evitato il carcere scappando prima in Francia e poi in Brasile, dove adesso vive con la sua compagna.