Sette anni. Questa la pena inflitta dal gup di Milano Natalia Imarisio a un insegnante di 63 anni accusato di violenza su una bambina. Per almeno dieci volte l’uomo avrebbe abusato della piccola, 9 anni, “affetta da patologie cognitive” e che andava a casa del suo vicino per alcune ripetizioni. Il pedofilo, secondo l’accusa, avrebbe violentato la bimba tra gennaio e maggio scorso approfittando dei momenti in cui sua moglie non era nell’abitazione o era in un’altra stanza.
L’inchiesta coordinata dal pm Luca Gaglio e condotta dai carabinieri che nei mesi scorsi ha portato all’arresto dell’uomo. Stando alle indagini, l’uomo avrebbe costretto anche un altro bambino di 6 anni ad assistere ad atti sessuali sempre nella sua casa. L’inchiesta è scattata dopo che la bimba ha raccontato al suo insegnante di sostegno delle violenze subite “quotidianamente” nella casa del vicino. La sentenza è stata emessa nei giorni scorsi con rito abbreviato e quindi con lo sconto di un terzo sulla pena. Il giudice ha anche disposto come pene accessorie per l’imputato una serie di interdizioni, tra cui quella all’insegnamento e alla frequentazione di minori.
La moglie dell’uomo, che non era a conoscenza degli abusi che avvenivano nella casa, ha spiegato agli inquirenti che “oltre alla vittima, altri sette minori” erano “soliti frequentare l’abitazione al fine di ottenere ripetizioni scolastiche“. Gli accertamenti di carabinieri e Procura, scattati la scorsa primavera, hanno consentito di raccogliere, attraverso una serie di intercettazioni e anche di immagini, gli elementi utili che hanno portato prima all’arresto e poi alla condanna dell’ insegnante. A suo carico anche il verbale in audizione protetta della bimba, le cui patologie cognitive, come si legge negli atti, non hanno inficiato “la sua capacità di percepire e rappresentare” ciò che è accaduto.