Non chiederà l’intervento degli inviati dell‘Osce, ma il Viminale è comunque preoccupato per le elezioni regionali in Sicilia. Non si spiega altrimenti la circolare inviata al ministro dell’Interno, Marco Minniti, ai nove prefetti sull’isola. Oggetto della missiva? Attenzionare i “momenti più delicati del voto e dello scrutinio dove più spesso si verificano irregolarità” alle elezioni del prossimo 5 novembre. La lettera di Minniti è la risposta della richiesta del governatore Rosario Crocetta, che aveva sollecitato un intervento del Viminale dinanzi al “possibile rischio di un condizionamento malavitoso” delle elezioni regionali.
Il ministro ha quindi invitato i prefetti a “promuovere ogni utile iniziativa volta ad elevare al massimo la cornice di sicurezza pianificata in occasione della consultazione elettorale del 5 novembre”, pur sottolineando come “le operazioni per l’elezione dell’Assemblea siciliana si svolgono al di fuori del procedimento elettorale tradizionalmente affidato alla governance del ministero dell’Interno”.
In particolare alle prefetture è affidato il compito di verificare la possibilità “di integrare” i piani e i servizi di vigilanza già predisposti “con mirate azioni di controllo e presidio del territorio volte a prevenire possibili interferenze della criminalità sull’esercizio del diritto di voto”. Riunioni tecniche saranno predisposte per analizzare “le situazioni nelle relative province” e valutare “l’adozione delle misure occorrenti“. Minniti era stato chiamato in causa anche da Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e leader del Movimento 5 Stelle, che però chiedeva d’inviare gli ispettori dell’Osce. Richiesta respinta da Minniti. Di Maio e Giancarlo Cancelleri, candidato governatore del M5s, hanno quindi incontrato a Palermo il segretario generale dell’assemblea dell’Osce, Roberto Montella. “Abbiamo detto di essere davvero preoccupati per il rischio di inquinamento del voto per la presenza di candidati accusati anche di voto di scambio, dunque c’è qualcosa di reale e la nostra non è propaganda”, hanno spiegato i due pentastellati. Anche da Montella, però, è arrivato il pollice verso. “Ci hanno spiegato – racconta Cancelleri – che loro in passato hanno monitorato elezioni anche locali, che dal governo non è arrivata loro alcuna richiesta e che comunque per compiere un monitoraggio c’è bisogno di una preparazione adeguata“.