Mario Cattaneo, 67 anni, uccise un ladro durante un colluttazione dopo aver scoperto quattro ladri nel suo giardino. Al termine dell'inchiesta, il pm derubrica il reato. L'avvocato dell'indagato: "Dimostreremo che portò il fucile da caccia per tutelare sé e la famiglia e non con l’intenzione di fare fuoco"
Non fu omicidio, ma eccesso di legittima difesa. È questa l’ipotesi di reato che, al termine dell’inchiesta, la procura di Lodi contesta a Mario Cattaneo, l’oste di Casaletto Lodigiano che all’alba dello scorso 10 marzo uccise un romeno di 32 anni durante una colluttazione. Il pm Laura Siani ha quindi derubricato l’omicidio volontario con il quale l’uomo era stato stato iscritto nel registro degli indagati.
Cattaneo, 67 anni, titolare di un bar-ristorante fece fuoco alla schiena con un fucile dopo il tentativo di furto e una colluttazione. A cercare di introdursi nel suo locale erano stati in quattro. Il proprietario, sentito il rumore, si era alzato dal letto ed era sceso in cortile scoprendo i ladri. Qui – secondo il suo racconto – si era verificata una colluttazione, tanto che il 67enne rimase lievemente ferito a un braccio e a una gamba. Al culmine dello scontro fisico il ristoratore sparò colpendo uno dei quattro alla schiena. Il malvivente non morì sul posto: i complici cercarono di portarlo via, prima di abbandonarlo in una stradina poco lontano dal locale, dov’è poi stato trovato senza vita.
L’avvocato Mario Stochino, uno dei difensori dell’oste, ha fatto sapere che presenterà una memoria difensiva o una richiesta di interrogatorio sostenendo che, a fronte di una dinamica pienamente chiarita dai Ris e dai consulenti di parte, e coincidente con le dichiarazioni del commerciante, l’uomo sarebbe sceso nel cortile, di sua proprietà, portando il fucile da caccia per tutelare sé e la famiglia e non con l’intenzione di fare fuoco, cosa accaduta durante la colluttazione.