Perché alcune attrici porno non vogliono girare scene con attori neri? Se lo chiede la pornostar Aurora Snow sul sito Dailybest, rievocando esperienze personali e le stigmate di un razzismo ‘al contrario’ legato alle dimensioni del pene dei performer di colore che, a quanto pare, continua ad essere l’incubo di tanti fidanzati bianchi. “Come pornostar avere un appuntamento con dei ragazzi che non lavorano nell’industria del porno è difficile”, spiega nell’introduzione al suo ragionamento la Snow. “C’è chi non sopporta il mio approccio alla sessualità e chi è innamorato del fatto di uscire con una pornostar. Una volta mi sono incontrata con un ragazzo che era attratto da me, ma non era me che voleva ma il mio alter ego da set. “Prendimi al lavoro con te, voglio vederti in azione”, mi diceva. Per lui il mio lavoro era eccitante. Per me, invece, c’era tranquillità nel sapere che alla fine di una giornata di lavoro non avrei più parlato di quello che avevo fatto sul set. Lui invece era all’opposto: bastava ascoltare le scene che recitavo quel giorno per amplificare la sua libido. Le sue tendenze voyeuristiche completarono la mia scelta di scartarlo”.
“Poi un bel giorno ecco la domanda che non ti aspetti da parte di un ragazzo con cui uscivo: hai lavorato con ragazzi di colore?”, racconta la Snow. “Un’accusa più che una domanda. Non vedevo problemi a riguardo, era uno dei tanti aspetti del mio lavoro. Per poter uscire con lui però avrei dovuto non fare scene di sesso con ragazzi neri. Ho riso così tanto dopo aver ricevuto questo ultimatum che nessuno può crederci. Non era una questione di bianco o nero, era lavoro. Stavo uscendo con un razzista e non lo sapevo. Eppure lui mi disse che non si trattava di discriminazione e che l’accusa di razzismo lo offendeva. Preferiva definirla un’insicurezza, sostenendo che fosse qualcosa di profondo con cui non si era riuscito del tutto a misurare”.
L’episodio torna alla mente alla Snow dopo aver letto un tweet della collega Janice Griffith: “la vera ragione per la quale le pornostar non vogliono girare con attori neri è perché i loro fidanzati non vogliono”. “A quel punto i ricordi sono riemersi come un’inondazione – continua la ragazza – Avevo sempre canticchiato inconsciamente il rap di Lil Wayne “Knockout”, “Una volta che sei nero, non torni più indietro”. Era una battuta ironica, ma il porno ha giocato una parte importante nell’alimentare questo stereotipo con titoli di film come Black Cravings , White Chicks and Big Black Dicks”. A questo punto la Snow riporta da brava cronista una serie di pareri e fatti accaduti nel mondo del porno statunitense a conferma di questa disparità performativa, anche negli stipendi.
Il produttore porno anche lui afroamericano Tee Reel parla di “stigma” e centra il cuore della questione: “Alcuni ragazzi si preoccupano e pensano ‘Se la mia ragazza scopa un ragazzo nero, lei scapperà con lui perché il suo ca*** è più grande del mio’. È il mito dell’ “una volta che sei nero, non torni più indietro”. L’ho sentito con le mie orecchie. Conosco ragazzi che pensano in questo modo. È ingenuo pensare che non esista”.
La conferma del pregiudizio arriva sia dalla pornostar curvy Leyla Falcon che nei primi tempi per far piacere al suo ragazzo di allora ha rifiutato scene “interracial” (per poi capitolare frettolosamente e cambiare fidanzato”); come dal performer, regista, produttore e montatore di origine afroamericana probabilmente più importante al mondo, Lexington Steele. ““Ironia della sorte, questa dicotomia è tangibile e esiste”, ha spiegato il performer USA. “Essendo produttore di me stesso mi sono dovuto aumentare il cachet da 200 a 400 dollari. Se non fossimo nel mercato del porno sarebbe una forma di retribuzione discriminatoria”. Anche se poi Steele rassicura che le cose stanno cambiando: “Le ragazze di questa generazione, quelle tra i 18 e i 25 anni che entrano nell’industria del porno oggi non sembrano più preoccuparsi se i ragazzi sono neri o bianchi come le colleghe più adulte”. Insomma, più che farne una questione razziale, sarebbe meglio, come spiega in conclusione al suo articolo Aurora Snow, di “smettere nel lasciare che gli uomini dettino le regole alle proprie fidanzate o moglie nel lavoro che fanno”.