La Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato l'Italia a risarcire con 80mila euro Andrea Cirino e la figlia di Claudio Renne, morto in carcere a gennaio. I due detenuti erano stati torturati nel 2004 da due guardie carcerarie. Nel 2012 il Tribunale di Asti confermò gli abusi senza condannare gli agenti: in Italia il reato non esisteva
Dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sulle torture di Bolzaneto, la Corte di Strasburgo condanna l’Italia anche per le torture nel carcere di Asti. I fatti risalgono al 2004 e riguardano due guardie carcerarie colpevoli di aver torturato due detenuti, Andrea Cirino e Claudio Renne. I due erano stati rinchiusi in una cella d’isolamento, picchiati e privati del cibo. La corte ha condannato l’Italia a risarcire con 80mila euro Cirino e la figlia di Renne, morto in carcere lo scorso gennaio.
In Italia il processo alle due guardie era cominciato nel 2010 e si era concluso due anni dopo. Il giudice Riccardo Crucioli del Tribunale di Asti aveva ammesso che le azioni delle guardie corrispondevano alla definizione di tortura data dalle Nazioni unite, ma nonostante questo non aveva potuto condannare i torturatori: nell’ordinamento giuridico italiano questo reato non esisteva e la legge approvata la scorsa estate è molto debole, tanto che risulterebbe per esempio inapplicabile ai fatti di Bolzaneto. Grazie al sostegno di Antigone e Amnesty International, gli ex detenuti avevano quindi presentato ricorso a Straburgo, con la Corte europea che aveva dichiarato legittimo il ricorso. Lo stato italiano si era reso disponibile a chiudere la questione risarcendo le vittime con 45mila euro.