Prima uno stop dell'Arpat poi un altro del ministero dell'Ambiente: le opere per la galleria che collegherà l'alta velocità da Campo di Marte a Santa Maria Novella vanno avanti a stop and go. E qualcuno nel Pd "incoraggia" le istituzioni: "Comune e Regione si facciano sentire". In realtà tutto dipende da Rfi
Fermi tutti. No, avanti tutta. Per il tunnel della Tav che passerà sotto a Firenze è un continuo stop and go. In realtà negli ultimi due anni le pause sono state certamente più delle ripartenze. Dopo vari mesi a singhiozzo, infatti, a giugno l’Arpat ha vietato l’utilizzo di alcuni impianti per via di irregolarità rilevate in un cantiere e poi ad agosto una commissione del ministero dell’Ambiente ha chiesto altre verifiche ad Enel, proprietaria dell’area (in provincia di Arezzo) in cui finirà la terra estratta dalle viscere di Firenze. Un’opera sofferta, dunque, costata finora 700 milioni di euro, che potrebbero diventare due miliardi e mezzo una volta ultimati i lavori. Ma tutti i problemi sono tecnici, non politici, assicura l’assessore regionale alla Mobilità Vincenzo Ceccarelli, il che significa che tutti i soggetti coinvolti – Comune, Regione, Rete Ferroviaria Italiana – sono ancora convinti della necessità della galleria per la linea ad alta velocità che unirà la stazione di Campo di Marte alla stazione di Santa Maria Novella.
Ma ora lo stop – l’ultimo, deciso dal ministero dell’Ambiente – blocca di nuovo i lavori. Almeno fino al prossimo anno. “Dal ministero mi è assicurata la prosecuzione dei lavori e non ci sono altri intoppi in vista” dice Ceccarelli. Quando ricominceranno le opere? Ceccarelli non lo sa: “Non spetta alla Regione dare questa informazione, noi siamo i proprietari del territorio la costruzione compete a Rete Ferroviaria italiana e se Maurizio Gentile, ad di Rfi, ha parlato di una ripresa nella primavera 2018, avrà le sue ragioni”. Ilfatto.it ha chiesto notizie Condotte Spa (capofila del consorzio di imprese Nodavia che lavora per Rfi) ma l’azienda non ha ritenuto di dare indicazioni.
Tutto chiaro? Forse no. E’ stato il presidente del consiglio regionale, Eugenio Giani (Pd come Ceccarelli), a parlare di “resistenza del territorio” al progetto con il conseguente stop di Ferrovie in un’ottica di risparmio. “Il problema è politico” dichiara Giani e “Regione e Comune devono iniziare a far sentire la loro voce”. Ceccarelli risponde: “Se per Giani la questione è in questi termini forse è perché lui per primo da molti anni è parte integrante della politica fiorentina e ne sa qualcosa più di me. Per quanto mi riguarda non ci sono pregiudizi politici e voglia di risparmiare”.
La resistenza del territorio di cui parla Giani i no-Tav continuano a protestare. Tommaso Grassi, capogruppo di Sinistra Italiana in consiglio comunale, sarà tra coloro che effettueranno un sopralluogo il 26 ottobre al cantiere di via Circondaria, la zona di Firenze che dovrebbe essere attraversata dalla Tav: “Vogliamo capire come procedono i lavori delle terre per lo scavo del tunnel – dice – Siamo arrabbiati e preoccupati perché si continua a buttare via soldi pubblici quando ci sarebbero tanti aspetti che meriterebbero attenzione come il fatto che il ministero, nonostante la modifica recente della legge sulle terre di scavo che semplifica la gestione dei materiali estratti durante opere edili, ha richiesto integrazioni e approfondimenti“.
Aggiornato dalla Redazione Web alle 13.36 del 26 ottobre 2017
Per un errore materiale della redazione in un primo momento Rfi era citata tra le aziende contattate per ottenere informazioni. Ma l’unica azienda contattata è stata la Condotte Spa, a cui Rfi ha commissionato i lavori.