Un’altra condanna, dopo quella a 10 anni per lesioni, per Eddy Tavares, il 29enne di Capo Verde che ha sfregiato l’ex fidanzata, la riminese finalista di Miss Italia Gessica Notaro, gettandole acido sul viso il 10 gennaio scorso. A Tavares, condannato con rito abbreviato anche a risarcire la sua vittima, sono stati inflitti 9 anni per aver perseguitato l’ex fidanzata, per minacce a ex colleghi di lavoro e per maltrattamenti su animali (6 anni e 6 mesi per lo stalking e le minacce, un anno e mezzo per i maltrattamenti su animali). La sentenza del giudice monocratico del tribunale di Rimini, Manuel Bianchi, ha anche escluso dal risarcimento danni le parti civili (il Comune di Rimini e la Regione Emilia-Romagna), mentre ha assegnato una provvisionale di 10mila euro alla vittima.
Subito dopo la sentenza di una settimana fa la donna aveva raccontato in una intervista l’aggressione da parte dell’uomo: “Stavo rientrando da una cena con amici, ero con il mio fidanzato. Mi ha fatto compagnia in macchina fino alla sbarra per entrare nella mia proprietà. Poi l’ho fatto andare via perché se c’era lui lo avrebbe ammazzato. Gli ho detto: ‘Qui ci penso io’. Sono entrata da sola, ho parcheggiato, non ho visto nessuno, sono scesa dalla macchina, ho preso la borsa da dietro e quando mi sono rimessa dritta l’ho visto alzarsi all’improvviso e svuotarmi questa bottiglia di acido in faccia. È stato rapidissimo. Non si può fare nulla in quei momenti, non hai possibilità di difenderti. Ti cambia la vita in un secondo. Poi è scappato, senza dire niente”. “Il mio primo pensiero – ha spiegato Gessica – è stato: ok è acido, ho pochissimo tempo per salvarmi la vista. Così ho ragionato sul percorso più breve verso il pronto soccorso. Speravo di trovare ancora il mio fidanzato ma non c’era. La vista intanto mi si annebbiava. Mi sono messa a suonare i campanelli del mio palazzo, a casaccio. Hanno risposto tutti, anche mia madre. Ho urlato ‘mi ha tirato l’acido’. Mia madre ha aperto la porta ed è stato un miracolo che non le sia venuto un infarto. Mi avevano detto che non bisognava mettersi l’acqua in faccia e non mi sono toccata. Mi sono appoggiata alla porta e ho chiesto a mia mamma: ‘mi sto sciogliendo, vero?’. Lei mi ha guardato con gli occhi sbarrati e ha solo annuito. Poi mi ha portato al pronto soccorso”.