Alla Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt) di Latina lo lega un rapporto stretto e un riconoscimento molto importante per il suo lavoro scientifico: il Premio internazionale per la prevenzione dei tumori, consegnatogli nella settima edizione. Per cui Massimo Gion, medico e ricercatore veneziano, attento, rigoroso e da anni impegnato negli studi sui marcatori in oncologia e nel campo della prevenzione secondaria e terziaria, non avrebbe potuto non accettare l’invito della sede pontina a illustrare il lavoro di ricerca di cui lui è responsabile, pubblicato da Agenas, Marcatori circolanti in oncologia: guida all’uso clinico appropriato. Un testo importante per chi lavora in questo campo, che sintetizza il contenuto relativo ai marcatori oncologici delle linee guida pubblicate al mondo negli ultimi 5 anni. Una Bibbia per tutti e patrocinata, quindi, anche dalla Lilt nazionale. Ma cosa sono questi marcatori oncologici? In base a una definizione data dai ricercatori e dagli oncologi che lavorano presso l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, i marcatori tumorali sono elementi presenti nel nostro organismo indipendentemente dalle forme neoplastiche presenti.
La diagnosi di una positività è data dalla risposta di una proliferazione di tali sostanze che fanno risultare un alto numero di cellule “malate”. Il manuale è stato preparato da un team multidisciplinare di oltre 70 esperti e si rivolge sia agli addetti ai lavori, con tabelle, grafici e tavole sinottiche, sia ai malati, persone coinvolte in maniera fisica e psicologica. Un dettaglio non certo trascurabile in tempi in cui internet ha stravolto tutto il mondo dell’informazione. Come ignorare, infatti, il ricorso di tantissime persone al web, per conoscere più notizie possibili sulla propria malattia che il medico trascura di dare? Un tempo si ricorreva all’enciclopedia medica, ora si attinge a internet. E la domanda è: ma le informazioni attinte dal web sono giuste o sbagliate? Le notizie che si leggono, sono scientificamente vere o travisanti?
Il consiglio che danno tutti è che non bisogna andare sul web alla ricerca di informazioni mediche, senza una guida scientifica. Spesso però, vengono prescritti esami clinici eccessivi, inutili, inefficaci e costosi, con conseguenze economiche rilevanti sul Servizio sanitario nazionale. Se non sono strettamente necessari, non si devono richiedere, anche per evitare ansia, disagio, spreco di tempo e angoscia in chi ha già problemi di salute rilevanti.
Certo, può capitare che non ci siano certezze e che i pareri medici siano discordanti. La guida del dottor Gion dà, quindi, un aiuto e un supporto a un uso appropriato e opportuno da cui ricavare una indagine clinica esatta. I ricercatori e autori di questo quaderno, lavorano al problema da più di 30 anni e intendono diffondere un uso appropriato della determinazione analitica di molecole presenti nel sangue che possono essere associate ad una condizione di tipo neoplastico. Perché? Perché, come abbiamo detto, esiste un problema, dettato da inefficienza, inefficacia e scarsa economicità del sistema sanitario. Sono queste le conseguenze dirette dell’inappropriatezza di alcune richieste di esami diagnostici. Non è affatto raro che in nome della loro scarsa invasività e della possibilità di ricavarne una diagnosi precoce, vengano talvolta prescritti in modo eccessivo.
Un loro studio ha mostrato che “in Italia vengono prescritti oltre 13 milioni di dosaggi di marcatori tumorali ogni anno, a fronte di circa due milioni e 300mila casi di tumori prevalenti. Questi dati suggeriscono che i marcatori sono largamente utilizzati a scopo diagnostico in soggetti non affetti da tumore”, scrive nella presentazione del volume, il presidente Agenas, Luca Coletto.
Insomma, ipotizzando un tasso di falsi positivi del 5%, su oltre dieci milioni di marcatori presumibilmente richiesti in soggetti non affetti da neoplasia, si può stimare che ogni anno in Italia si debbano affrontare percorsi diagnostici non necessari in circa 500mila persone sane. Se è così, c’è davvero qualcosa che non va. Nessuno quindi da oggi in poi, con questo studio e con questa pubblicazione, potrà trincerarsi dietro alibi inutili e faziosi. Nessuno potrà continuare a prescrivere analisi non necessarie. Basta andare a caso.