“Rosatellum bis? Non esiste nel mondo un Paese che cambi le regole del voto a pochi mesi dalle elezioni per fottere i partiti che non stanno nell’accordo e premiare quelli che stanno nel patto. E’ un fatto enorme, è una cosa gravissima“. Sono le parole del direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, a proposito della fiducia alla legge elettorale. Nel corso di Otto e Mezzo (La7), Travaglio spiega: “C’è una raccomandazione del Consiglio d’Europa che ha già valore di legge, perché è stata adottata dalla Corte di Strasburgo. E infatti quest’ultima ha bocciato la legge elettorale della Bulgaria, proprio perché è stata fatta a ridosso delle elezioni. Quello che sta succedendo è gravissimo e se ne accorgono solo alcuni signori che fanno i giuristi nell’indifferenza generale, perché ovviamente si parla d’altro. I partiti grandi sono tutti d’accordo e quindi tengono basso questo tema”. E aggiunge, riferendosi a Renzi: “Come può un leader di partito, che si professa democratico, dire che la legge elettorale non interessa i cittadini? Ci ha preso per sfinimento, facendo una legge incostituzionale e altre tre che sono abortite. E alla fine se ne fa una alla vigilia delle elezioni”.
Travaglio poi spiega l’appellativo di ‘camerieri’ adottato nel suo editoriale sul Fatto: “Sono partito dalle promesse di Renzi alle due primarie del Pd, quelle che ha perso nel 2012 e nel 2013. Aveva detto: ‘I deputati devono essere scelti tutti direttamente, nessuno escluso, dai cittadini. E’ necessaria una legge elettorale che restituisca ai cittadini il sacrosanto diritto di scegliere a chi affidare i propri sogni, le proprie speranze, i propri progetti’. Questa legge elettorale ci darà per i 2/3 un Parlamento di nominati dai capi-partito, come ai tempi del Porcelllum“. E puntualizza: “Ci possono essere parlamentari che hanno cambiato idea, nel qual caso ci dovrebbero spiegare perché. Ci sono molti altri parlamentari che non hanno cambiato idea e che schifano il Rosatellum, al punto che Renzi ha dovuto imporre la fiducia alla Camera e al Senato per metterli in riga, perché non era sicuro che avrebbero votato a favore di questa legge. Io a questi mi riferivo nel mio editoriale e mi appellavo a loro, purtroppo invano, come si è visto con la fiducia al Senato, affinché recuperassero la loro parola e il contatto con i loro elettori, trovando uno scatto di dignità e di orgoglio – continua -. Mi imponete di votare pro o contro il governo per far passare una legge che non mi piace e mi minacciate pure di non ricandidarmi se voto contro? Io vi dimostro che sono un parlamentare libero e non sono un vostro cameriere. E quindi vi dico di no. Purtroppo questo lo hanno fatto solo 5 parlamentari del Pd. Speravo fossero di più. Purtroppo ero un ingenuo”