Sette mesi fa, il 7 marzo, la procura di Bologna aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo di inchiesta sui mandanti della strage del 2 agosto 1980. Il giorno dopo la decisione del gup di rinviare a giudizio l’ex Nar Gilberto Cavallini, la Procura generale di Bologna ha avocato a sé quel fascicolo d’indagine che invece era rimasto contro ignoti.Già nell’udienza di questa mattina, davanti al Gip dove si discute l’archiviazione dell’inchiesta, secondo l’Ansa, ci sarà un rappresentante dell’ufficio distrettuale e non della Procura ordinaria bolognese a rappresentare le ragioni degli inquirenti. L’avocazione è una facoltà prevista dal codice quando c’è un’opposizione a una richiesta di archiviazione e gli atti vengono inviati anche alla Procura generale. In questo caso ad opporsi è stata l’Associazione dei familiari delle vittime dell’attentato, fin da subito molto critica con la scelta dei Pm. In polemica con gli inquirenti proprio l’associazione dei familiari, lo scorso 20 luglio, aveva scelto per il manifesto della manifestazione che si tiene ogni anno a Bologna: “La storia non si archivia. La forza della verità non si può fermare. La giustizia faccia la sua parte”. Il manifesto mostrava come ogni anno la foto della lapide con i nomi delle vittime della ‘strage fascista’.
“Ci è parso che forse ci sia ancora qualche spunto investigativo da approfondire, per il rispetto che si deve ai familiari delle vittime e alla città di Bologna” ha spiegato l’avvocato generale Alberto Candi, ‘numero due’ della Procura generale di Bologna. Un’avocazione decisa dall’ufficio, dopo aver letto l’opposizione dei familiari delle vittime, senza un’istanza dell’associazione, che pure nella sua memoria aveva ventilato l’eventualità, dicendo che non si sarebbe opposta. Nella scelta di avocare non c’è nessuna critica alla Procura ordinaria, che aveva fatto le indagini. “Sono misure – ha detto Candi ai giornalisti – previste dal codice, meccanismi con cui il procuratore generale può andare a supporto dei colleghi di primo grado. Abbiamo utilizzato questi strumenti per vedere se è ancora possibile”. La richiesta di archiviazione ora è superata e il Gip deve indicare i tempi per le nuove indagini.
L’idea alla base degli esposti dell’associazione, guidata da Paolo Bolognesi, era che dell’analisi incrociata di migliaia di pagine di atti giudiziari di processi per fatti di strage e terrorismo dal 1974 ad oggi si può arrivare ad identificare i mandanti dell’attentato del 2 agosto, per cui sono stati condannati in via definitiva come esecutori gli ex Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. La rilettura di atti di processi di stragi come piazza Fontana e piazza della Loggia, appunto, consentirebbe – per l’associazione – di risalire dal terrorismo nero al “cuore oscuro delle istituzioni” dietro la strage. Ma la procura non aveva condiviso e chiesto l’archiviazione
Il 2 agosto Bolognesi, nel suo intervento in Comune, aveva anche detto: “Dire che Mambro e Fioravanti erano spontaneisti vuol dire non aver letto neppure la sentenza di Cassazione del 1995. Non si può chiedere l’archiviazione basandosi su vecchie sentenze, senza analizzare le carte che abbiamo mandato. Con tutto il rispetto dei giudici, credo che il diritto di critica anche i familiari lo possano avere”. “A ottobre, quando ci sarà l’incontro col Gip – aveva aggiunto Bolognesi – si vedrà com’è la questione. C’è una cosa che salta all’occhio, il vittimismo. Le vittime qua siamo noi, non la Procura o altro. Non cambiamo i termini del problema”.
Giustizia & Impunità
Strage Bologna, procura generale avoca inchiesta su mandanti per cui la procura aveva chiesto l’archiviazione
"Ci è parso che forse ci sia ancora qualche spunto investigativo da approfondire, per il rispetto che si deve ai familiari delle vittime e alla città di Bologna" ha spiegato l’avvocato generale Alberto Candi,. Un’avocazione decisa dall’ufficio, dopo aver letto l'opposizione dei familiari delle vittime
Sette mesi fa, il 7 marzo, la procura di Bologna aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo di inchiesta sui mandanti della strage del 2 agosto 1980. Il giorno dopo la decisione del gup di rinviare a giudizio l’ex Nar Gilberto Cavallini, la Procura generale di Bologna ha avocato a sé quel fascicolo d’indagine che invece era rimasto contro ignoti.Già nell’udienza di questa mattina, davanti al Gip dove si discute l’archiviazione dell’inchiesta, secondo l’Ansa, ci sarà un rappresentante dell’ufficio distrettuale e non della Procura ordinaria bolognese a rappresentare le ragioni degli inquirenti. L’avocazione è una facoltà prevista dal codice quando c’è un’opposizione a una richiesta di archiviazione e gli atti vengono inviati anche alla Procura generale. In questo caso ad opporsi è stata l’Associazione dei familiari delle vittime dell’attentato, fin da subito molto critica con la scelta dei Pm. In polemica con gli inquirenti proprio l’associazione dei familiari, lo scorso 20 luglio, aveva scelto per il manifesto della manifestazione che si tiene ogni anno a Bologna: “La storia non si archivia. La forza della verità non si può fermare. La giustizia faccia la sua parte”. Il manifesto mostrava come ogni anno la foto della lapide con i nomi delle vittime della ‘strage fascista’.
“Ci è parso che forse ci sia ancora qualche spunto investigativo da approfondire, per il rispetto che si deve ai familiari delle vittime e alla città di Bologna” ha spiegato l’avvocato generale Alberto Candi, ‘numero due’ della Procura generale di Bologna. Un’avocazione decisa dall’ufficio, dopo aver letto l’opposizione dei familiari delle vittime, senza un’istanza dell’associazione, che pure nella sua memoria aveva ventilato l’eventualità, dicendo che non si sarebbe opposta. Nella scelta di avocare non c’è nessuna critica alla Procura ordinaria, che aveva fatto le indagini. “Sono misure – ha detto Candi ai giornalisti – previste dal codice, meccanismi con cui il procuratore generale può andare a supporto dei colleghi di primo grado. Abbiamo utilizzato questi strumenti per vedere se è ancora possibile”. La richiesta di archiviazione ora è superata e il Gip deve indicare i tempi per le nuove indagini.
L’idea alla base degli esposti dell’associazione, guidata da Paolo Bolognesi, era che dell’analisi incrociata di migliaia di pagine di atti giudiziari di processi per fatti di strage e terrorismo dal 1974 ad oggi si può arrivare ad identificare i mandanti dell’attentato del 2 agosto, per cui sono stati condannati in via definitiva come esecutori gli ex Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. La rilettura di atti di processi di stragi come piazza Fontana e piazza della Loggia, appunto, consentirebbe – per l’associazione – di risalire dal terrorismo nero al “cuore oscuro delle istituzioni” dietro la strage. Ma la procura non aveva condiviso e chiesto l’archiviazione
Il 2 agosto Bolognesi, nel suo intervento in Comune, aveva anche detto: “Dire che Mambro e Fioravanti erano spontaneisti vuol dire non aver letto neppure la sentenza di Cassazione del 1995. Non si può chiedere l’archiviazione basandosi su vecchie sentenze, senza analizzare le carte che abbiamo mandato. Con tutto il rispetto dei giudici, credo che il diritto di critica anche i familiari lo possano avere”. “A ottobre, quando ci sarà l’incontro col Gip – aveva aggiunto Bolognesi – si vedrà com’è la questione. C’è una cosa che salta all’occhio, il vittimismo. Le vittime qua siamo noi, non la Procura o altro. Non cambiamo i termini del problema”.
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Politica
Tajani: “L’Italia non userà fondi di coesione per comprare armi”. Si spacca il Pd: chi sta con Schlein
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "I fondi di coesione sono fondamentali per ridurre i divari e le disuguaglianze nel nostro paese e in tutta Europa, non possono e non devono essere usati per spese militari. Il Pd oggi ha difeso questa impostazione. Un’Europa forte e sicura e’ innanzitutto un’Europa più coesa. Elly Schlein e Giuseppe Provenzano hanno detto anche questo oggi al vertice socialista a Bruxelles. Dobbiamo essere tutti uniti per la tutela di questo strumento necessario a garantire protezione sociale e opportunità per una crescita giusta". Così in una nota Marco Sarracino, responsabile Coesione territoriale, Sud e aree interne nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Un episodio grave e inaccettabile che deve essere condannato con forza e determinazione: la sofferenza del popolo palestinese non può e non deve essere strumentalizzata da delinquenti intenzionati a spargere nelle nostre città odio antisemita profanando un luogo nato per coltivare la memoria dell’orrore della Shoah". Lo dice all'Adnkronos il deputato del Pd Andrea Casu a proposito della vicenda del museo della Shoah di Roma.
Milano, 6 mar. (Adnkronos) - La Procura di Milano ha chiesto al Comune - nell'ambito dell'inchiesta sull'urbanistica - la consegna delle dichiarazioni e delle comunicazioni (previste per legge) concernenti "l'assenza di conflitti di interesse, anche potenziali", sottoscritte da Giovanni Oggioni (arrestato ieri per corruzione), sia riguardo l'incarico di direttore del Sportello unico per l'edilizia (Sue), che per quello di componente della Commissione per il paesaggio; dell'ex dirigente Franco Zinna; degli indagati Andrea Viaroli e Carla Carbone e "di tutti i membri delle Commissioni per il paesaggio, a partire almeno dal 2015 in poi", ossia delle quattro commissioni (compresa l'attuale) che si sono succedute nel corso degli ultimi dieci anni.
Per la procura, si legge nel provvedimento, è "altrettanto necessario completare (aggiornandole sino alla data odierna) le acquisizioni dei 'verbali delle riunioni cosiddette di staff', nonché i verbali della Commissione attuazione nuovo Pgt e la relativa determina del 23 luglio 2020, nonché del 'Gruppo di lavoro' istituito in seno all'Area Rigenerazione Urbana", a partire dal primo giugno 2024 a oggi.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "In un mutato e minaccioso quadro internazionale, il piano Ue per la difesa è per i Socialisti e Democratici europei un primo importante passo per assicurare il necessario sostegno all’Ucraina e la sicurezza dei nostri cittadini. A Bruxelles siamo al lavoro perché dal Parlamento venga una spinta forte nella direzione della condivisione e del coordinamento degli investimenti, verso una vera difesa comune europea". Lo scrive sui social l'eurodeputato Pd, Giorgio Gori.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La linea del Partito Socialista Europeo è chiara, netta ed inequivocabile: il ReArm Europe è un atto iniziale importante per la creazione di una difesa comune europea". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno del Pd, sui social.
"Non c’è nessuna rincorsa bellicista, nessuna distruzione del welfare e di quanto con fatica abbiamo costruito dopo la pandemia ma solo la necessità di rendere più sicuro il nostro continente e le nostre democrazie. Cosi come fu per il NextGenerationEu siamo davanti ad una svolta storica per l’Unione Europea che punterà su indipendenza strategica, acquisti comuni e innovazione".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “Per la difesa europea servono investimenti comuni in sicurezza, una sola politica estera, economia forte e società coesa, serve un vero salto di qualità verso gli Stati Uniti d’Europa. Di fronte alle minacce che si profilano bisogna sostenere le nostre capacità di difesa nel modo più credibile, senza frammentare le spese tra gli Stati e neanche dando ancora soldi all’America come vorrebbe Trump. Il punto di vista portato dalla segretaria Schlein al vertice del Pse è stato ascoltato ed è positivo l’accordo dei socialisti europei sui fondi di coesione. Il Pd indica una strada di fermezza, consapevolezza e responsabilità sociale, senza farsi distrarre da alcun richiamo”. Lo dichiara Debora Serracchiani, componente della segreteria nazionale del Partito democratico.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Decidere maggiori investimenti per rendere più sicuro e protetto il nostro continente è una scelta non più rinviabile. La difesa europea è un pilastro fondamentale della nostra autonomia strategica. Non possiamo avere tentennamenti su questo obiettivo. La discussione non è sul se, ma sul come arrivarci". Così Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama.
"In questi giorni i nostri a Bruxelles stanno facendo un lavoro prezioso per evitare che si utilizzino i fondi di coesione per finanziare spese militari e per incentivare, attraverso gli strumenti europei vecchi e nuovi, le collaborazioni industriali e gli acquisti comuni fra Paesi Europei, l’interoperabilità dei sistemi e i programmi sugli abilitanti strategici (spazio, cyber, difesa aerea, trasporto strategico). In questo quadro, va salutato positivamente che dopo il Next Generation si consolidi l’idea di emettere debito comune per finanziare un bene pubblico europeo come la difesa".
"Anche perché sarà per noi meno complicato continuare la nostra battaglia per estenderlo agli altri pilastri dell’autonomia strategica, a partire dalle politiche per accompagnare la transizione ecologica e digitale. Un passo importante quindi, come sottolineato dal nostro gruppo a Bruxelles, a cui certamente ne dovranno seguire altri se si vuole davvero rafforzare la nostra difesa comune”.