Conoscete la musica dei Phurpa?

Ebbene, lasciate da parte i ritornelli, dimenticate anche la forma canzone. Il sound che li definisce volge lo sguardo oltre il recinto delle consuetudini; a essere indagati, infatti, sono gli stilemi delle preghiere tradizionali buddiste, fortemente connessi alle radici del suono rituale.

Ma da dove vengono i Phurpa?

Già nel 1990 a Mosca Alexei Tegin, leader del gruppo, impostava le linee di demarcazione di un progetto predisposto per il recupero degli antichi costrutti egiziani, iraniani e tibetani; un percorso che troverà la propria definizione nei primi anni del nuovo secolo.
I Phurpa oggi sono un ensemble di artisti/musicisti le cui ricerche individuali sfociano all’interno delle liturgie Bon e Buddiste. Ne deriva un sound ricco e composito, orchestrato da una strumentazione i cui componenti sono in buona percentuale di natura organica. Si tenga presente che alcuni di questi sono ricavati da ossa umane, come il Kanling, un piffero ottenuto da una tibia, adoperato per evocare intenzioni precise rivolte alla preghiera. Oppure si faccia riferimento al Dung-chen, strumento a fiato in bronzo di grandi dimensioni (dai due ai tre metri), utilizzato sempre in coppia.

Tutto chiaro?

A queste latitudini, la musica rock è un concetto inespresso. Altrimenti come si potrebbe giustificare l’utilizzo del Phurba? Parliamo di un pugnale rituale costituito da elementi naturali come il legno e il metallo, la cui struttura ha la funzione di assorbire energie negative subitamente processate al positivo.

Non spaventatevi, durante l’esibizione non troverete il tempo per sbadigliare, esiste anche la sezione ritmica, ottenuta grazie all’utilizzo del Nga, un tamburo i cui doppi lati possiedono un diametro variabile (dai cinquanta ai centottanta centimetri).

Siete ancora qui?

Nel caso la risposta fosse affermativa, bisognerebbe allora chiedersi che cosa renda davvero irrinunciabile una performance dei Phurpa. La reiterazione sonora e vocale perpetrata, riconduce a un rituale esclusivo, nel quale l’oscurità di alcuni momenti pare soverchiare ogni ragionevole certezza; ma è solo un passaggio obbligato, orientato all’interno di “un viaggio” il cui transito celeste riconduce proprio alla luce.

Durante la performance è logico, dunque, aspettarsi onde e vibrazioni positive?

Ciò sarebbe garantito anche mediante l’utilizzo della voce. I registri vocali scaturiti dal canto tantrico, riconducono a uno stato di beatitudine e di liberazione dalla condizione negativa; ogni sintomatica emozione fluisce attraverso il percorso cangiante della meditazione cantata.

La band tornerà in Italia sabato 28 ottobre a Parma presso BDC, una magnifica chiesa sconsacrata situata nel cuore della cittadina ducale. Già la location meriterebbe una visita a prescindere, va da sé che il concerto dei Phurpa, oltretutto gratuito, renda sicuramente appetibile l’evento. Si tenga presente che la performance (organizzata da BDC) è inserita all’interno di una manifestazione amica di queste pagine, Il Rumore del Lutto; una rassegna unica nel panorama nazionale e internazionale, giunta alla sua undicesima edizione che si svolge nella città emiliana durante i giorni della commemorazione dei defunti (qui il programma).

Il solito Dj qualunque sarà presente al concerto dei Phurpa e più in generale a Parma, conscio del fatto che in base al programma della quattro giorni… “non morirà” certamente di noia.

9 canzoni 9 … Rituali

Lato A

Addis • Om

Kangaroo • This Mortal Coil

Alice • Cocteau Twins

Gloomy Sunday • Diamanda Galas

Lato B

Masked Ball • Jocelyn Pook

Yulunga (Spirit Dance) • Dead Can Dance

The Feeling Begins • Peter Gabriel

L’Ombra della Luce • Franco Battiato

Gayatri Mantra • Sathya Sai Baba

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