“Sono incazzatissimo per l’oltraggio ad Anna Frank ma anche per il manifesto anti-immigrati di Forza Nuova. E’ la spia di quanto sta succedendo nelle famiglie che non hanno insegnato niente ai loro ragazzi, che io dichiaro incolpevoli perché la colpa è soprattutto della scuola: dov’è la scuola rispetto alla nostra storia, cosa racconta del nostro passato, che cosa insegna?” Paolo, unico dei due Taviani presente alla Festa del Cinema di Roma (26/10-5/11), non ha mai usato mezze misure e non v’è ragione per cui dovrebbe iniziare ora. Accompagnando alla kermesse capitolina Una questione privata, il film scritto con Vittorio ma girato da solo (a causa di problemi di salute del fratello maggiore), il minore dei due Bros. e registi toscani non perde l’occasione per ribadire l’importanza della trasmissione della memoria, uno dei cavalli di battaglia che sempre ha accompagnato la loro cinematografia. Lui che col fratello il fascismo l’ha vissuto per davvero e su cui ha realizzato opere memorabili come La notte di San Lorenzo, ha ricordi vividi di quei tempi dai quali ha imparato “i meccanismi di certe dinamiche, e ci ha dato grande forza sperimentare quell’epoca perché ci ha fatto comprendere che si può cambiare, basta volerlo. Noi siamo dei testimoni viventi”.
Ambientata nell’estate del 1943 nelle campagne piemontesi, la loro nuova fatica si ispira liberamente all’omonimo romanzo di Beppe Fenoglio che all’epoca dell’uscita (1963) fu messo all’indice dal Partito Comunista in quanto giudicato troppo blando rispetto alla condanna del fascismo. “Il punto è che Fenoglio – grandissimo cantore epico della Storia – ha sentito a un certo punto l’esigenza di non arenarsi nel racconto bellico, desiderando pertanto scrivere una storia privata. Voleva cioè indagare l’aspetto psicologico di questi giovani travolti dalla guerra: da qui è nato Una questione privata” spiega Paolo Taviani. “Un romanzo non-epico perfetto per un’epoca come la nostra, che è l’antitesi dell’eroismo: noi saremmo dei bugiardi ad essere epici oggi”.
Entrambi i fratelli sono rimasti rapiti dal romanzo di Fenoglio grazie all’ascolto di una lettura radiofonica un paio di estati fa, e da lì la voglia di tradurlo in cinema. Al centro è l’ossessione del giovane Milton (Luca Marinelli) verso l’amica e compagna di giochi appena post adolescente Fulvia (Valentina Bellé) la cui amicizia è condivisa con Giorgio (Lorenzo Richelmy): durate la guerra Milton, divenuto partigiano, scopre che forse l’amico ha avuto una relazione con Fulvia ma per averne la certezza lo deve trovare, una missione quasi impossibile visto che entrambi sono travolti dall’ineluttabile tragedia del conflitto mondiale. Storia intima sullo sfondo della disperazione pubblica e condivisa, Una questione privata è stato “trattato” dai Taviani come i loro precedenti adattamenti cinematografici di opere letterarie: “Diceva Pirandello che le storie sono come dei sacchi vuoti da riempire, altrimenti si afflosciano. Così noi adattiamo la parola scritta per il cinema, che è un meccanismo audiovisivo che niente ha a che vedere con la letteratura. D’altra parte io e Vittorio siamo nati dal e per il cinema, abbiamo scelto di fare i registi fin dai tempi del liceo e, come diceva Kubrick, perché prendersi la fatica di scrivere nuove storie quando già ce ne sono milioni di bellissime da trasformare? Con questo film ci siamo presi la medesima libertà che ci prendiamo da 50 anni facendo cinema da libri, domandando anzitutto a noi stessi come procedere per esprimere dei sentimenti che ci erano ancora inediti. Ecco, attraverso questo magnifico testo di Fenoglio abbiamo espresso delle nostre profonde inquietudini”. In uscita il 1° novembre per 01 Distribution, Una questione privata è coprodotto dalla Ipotesi Cinema di Ermanno ed Elisabetta Olmi; Paolo Taviani sorride mentre ricorda le parole dell’amico Ermanno quando ha loro telefonato per produrre il film: “io sono il terzo fratello Taviani”.