Un’icona del nostro Paese, francamente, lo era già. Ma ora per i sessant’anni del “cinquino” arriva, dopo quello del francobollo dedicato, un altro riconoscimento istituzionale da parte dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato: una moneta commemorativa in argento dal valore nominale di 5 euro, emessa dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Sul dritto sono raffigurate, in prospettiva, la Fiat 500 del 1957 e la quella attuale, contornate dalla scritta “Repubblica Italiana”. Sul retro compare, di profilo, la sagoma della vettura insieme alle date 1957 e 2017 nel campo di sinistra, anni rispettivamente di produzione della prima Fiat 500 ed emissione della moneta e, sotto, il valore “5 Euro”. Nel campo di destra figura un particolare del cruscotto interno della vettura e la lettera “R” che identifica la Zecca di Roma. Infine, nella parte inferiore, a sinistra, il nome dell’autrice Claudia Momoni e, al centro, il marchio Fiat 500, con una grafica che richiama quella delle affissioni pubblicitarie del 1957. La moneta avrà una tiratura limitata di 4.000 pezzi.
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- 15:11 - D’Antona (Europa Donna): "Inaccettabile 50% non aderisca screening seno"
Roma, 18 lug. (Adnkronos Salute) - “È inaccettabile che il 50% delle donne non risponda allo screening mammografico: sono circa 6 milioni tra i 45 e 75 anni”, ma nel Sud le percentuali sono molto più basse. “I vantaggi dell’adesione agli screening sono chiari non solo per la donna, ma anche per il Servizio sanitario nazionale. Per la donna è evidente: si fa una rilevazione affidabile. Per il Ssn, è altrettanto ovvio: costa meno monitorare una persona sana rispetto ai trattamenti per una che trova un tumore avanzato”. Lo ha detto Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia e nel board di Fondazione Aiom, Associazione italiana di oncologia medica, oggi, a Roma, alla presentazione della campagna nazionale ‘Tumori, scegli la prevenzione’, realizzata promossa dalla fondazione Aiom con il contributo non condizionato di Daiichi Sankyo Italy.
Oltre a partecipare a questa iniziativa, “come associazione - continua D’Antona - stiamo portando avanti a livello di ministero, con policy brief, la richiesta dell’unificazione dell’età di screening: in alcune regioni è 45 anni e in altre 50. L’altra cosa su cui siamo impegnati è la promozione di strumenti meno obsoleti della lettera per la chiamata allo screening. Qui c’è una barriera che va regolamentata con il garante della privacy. Alcune regioni - illustra - hanno iniziato a favorire l’accesso agli screening con mezzi digitali. Il Lazio ha attivato un’operazione, con Federfarma per gli screening di tumore al colon-retto, cervice uterina e mammografia”. Una cosa simile è stata fatta “in Lombardia con Ambra Angiolini” come testimonial per lo screening mammografico “per le donne che, in attesa della chiamata, potevano lasciare i loro dati nel portale dedicato per essere contattate. Anche la Puglia ha messo in piedi una piattaforma di ricevimento con indicazione spontanea del paziente che, se rientra nei canoni dello screening viene chiamato. L’auspicio - conclude - è che anche le altre Regioni si muovano in questa direzione in attesa di linee guida nazionali, sul tema della privacy”.
- 15:11 - L’oncologo Marchetti: "Attivare percorsi di prevenzione terziaria"
Roma, 18 lug. (Adnkronos Salute) - Gli stili di vita non influiscono solo sulla comparsa di una neoplasia, ma anche sull’efficacia delle cure, cioè la prevenzione secondaria e terziaria. “Non solo il fumo ma anche l'obesità modificano sostanzialmente la capacità dei pazienti di rispondere alle terapie attraverso complessi meccanismi di controllo della crescita neoplastica molto ben definiti. Oggi, grazie all'efficacia dei percorsi terapeutici che abbiamo a disposizione, che garantiscono molti anni di vita dopo la diagnosi di cancro, se non modifichiamo gli stili di vita, il paziente ha una maggiore probabilità di sviluppare nuovamente altre neoplasie”. Così Paolo Marchetti, presidente della Fondazione per la medicina personalizzata, partecipando oggi a Roma, con Fondazione Aiom, Associazione italiana di oncologia medica, al lancio della campagna nazionale ‘Tumori, scegli la prevenzione’, realizzata con il contributo non condizionato di Daiichi Sankyo Italy.
“Questo - continua Marchetti - è un primo aspetto della prevenzione terziaria”, cioè in chi è già stato curato per un cancro: “evitare che il mantenimento di stili di vita scorretti continuino ad aumentare il rischio di sviluppare altre malattie. Un altro aspetto fondamentale della prevenzione terziaria “riguarda la possibilità di ridurre o di anticipare la diagnosi di effetti collaterali, anche gravi, legati ai trattamenti anticancro come l'insufficienza cardiaca, che compare dopo 10 o 15 anni dall'impiego di antracicline. Attuando un percorso di vita sano, si riduce il rischio di sviluppare patologie anche a livello cardiaco”.
Inoltre, come Fondazione Aiom e Fondazione per la Medicina personalizzata “abbiamo più volte presentato alle istituzioni due aspetti di innovazione fondamentale - illustra Marchetti - Da un lato l'ampliamento degli ambulatori dei guariti, che saranno ambulatori multidisciplinari, possibilmente in spazi diversi da quelli dell'ospedalieri, che garantiscano la presa in carico di soggetti guariti. D’altra parte è importante creare delle strutture di recupero funzionale. Se smettessimo di ragionare per silos - osserva - comprenderemmo che un recupero funzionale completo consentirebbe di risparmi e di maggiori incassi al sistema paese perché le persone sarebbero reinserite nella società, nell’ambiente lavorativo”, invece di richiedere assistenza. Questo approccio “è importantissimo in oncologia, proprio perché abbiamo malati che guariscono dal cancro in maniera sempre maggiore - conclude Marchetti - ma è importante anche in patologie croniche come il diabete nel quale mantenere una dieta corretta consente non solo la riduzione di evoluzioni negative della malattia, ma rappresenta anche un momento di cura”.
- 15:10 - Cinieri (Fondazione Aiom): "Con stili di vita sani calano del 30% nuovi casi"
Roma, 18 lug. (Adnkronos Salute) - “Modificando i nostri stili di vita possiamo ridurre del 30% circa i nuovi casi di cancro. Dobbiamo diffondere questo tipo di cultura. Si tratta di parlare di quanto sia improntate l’abolizione del fumo di sigaretta, dell'assunzione di alcol” e, d’altro canto, “fare dell'attività fisica”, attenersi a “una dieta sana e equilibrata”, ma anche lavorare sull’adesione “ai programmi di screening - che ha avuto tante difficoltà durante la pandemia e che in alcune parti d'Italia stenta a riprendersi - Tutte queste cose insieme sono utili per diminuire il rischio di cancro”, ma aiutano “anche il Servizio sanitario nazionale, un patrimonio che ha costi sempre più elevati”. Lo ha detto Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom, Associazione italiana di oncologia medica, intervenendo questa mattina a Roma al lancio della campagna nazionale ‘Tumori, scegli la prevenzione’ promossa dalla stessa Fondazione e realizzata con il contributo non condizionato di Daiichi Sankyo Italy.
Come Aiom “ci stiamo impegnando - continua Cinieri - perché sappiamo che il trattamento dei pazienti oncologici ha costi alti”. Certo, “c’è un incremento di guarigioni, c’è una cronicizzazione della malattia, ma dobbiamo evitare sempre più che le persone si ammalino. Possiamo fare questo spiegando quali sono i benefici della modifica dello stile di vita” e dell’adesione agli screening. “In Puglia abbiamo recuperato i livelli pre pandemici negli screening, raggiungendo il 60%”, contro una media nazionale inferiore al 50% per quello mammografico, “dedicando 4 unità operative alla diagnostica, ma anche altre regioni si sono attivate in questo senso”.
- 15:05 - Palazzoli (Inca Cgil): "Colpo di calore su lavoro è infortunio, serve giusta tutela Inail"
Roma, 18 lug. (Adnkronos/Labitalia) - "Tutto quello che deriva dalle temperature estreme, dal colpo di calore allo stress termico, dobbiamo dire con forza che è un infortunio sul lavoro. Troppo spesso oggi sottovalutiamo i rischi e i sintomi. Noi stiamo facendo formazione e informazione su questo tema: il colpo di calore è un infortunio, quindi trattato da Inail, con un tipo di tutela diversa e migliore rispetto a quello che può essere un semplice stato di malattia seguito da Inps". Così, intervistata da Adnkronos/Labitalia, Sara Palazzoli, componente del collegio di presidenza del Patronato Inca Cgil, che ha lanciato una campagna sul tema molto seguita su TikTok.
"Il colpo di calore, le temperature estreme -spiega Palazzoli- lo possono subire sia i lavoratori che lavorano all'esterno, quindi i muratori, chi opera nell'edilizia, i rider, ma anche chi lavora in ambienti al chiuso estremamente esposti al calore, come le fonderie ma anche i cuochi. I lavoratori sono fortemente esposti ad ammalarsi, ad avere l'infortunio dovuto dal colpo del calore, dallo stress termico. È importante fermarsi, è importante andare immediatamente al pronto soccorso, perché poi anche i sintomi più forti possono avvenire nel medio e lungo periodo. Essere stato al pronto soccorso e averlo denunciato tempestivamente permette a noi di Inca di portare a termine un percorso che possa dare il giusto riconoscimento previsto per chi subisce un infortunio dovuto dallo stress da calore o dal colpo di calore in generale", ribadisce.
E Palazzoli ricorda che è fondamentale "far conoscere alle lavoratrici e ai lavoratori che il colpo di calore è un infortunio. E' importante prevenire, è importante dire alle lavoratrici e ai lavoratori di fermarsi, recarsi al pronto soccorso e venire poi all'Inca per mettere in campo la giusta tutela per il riconoscimento dell'infortunio per il colpo di calore o stress da calore in generale", sottolinea. E Palazzoli ricorda che come Inca Cgil "svolgiamo il compito di informare in maniera continua e costante in tutto il territorio nazionale, anche attraverso dei percorsi mirati di formazione, parlando, in base al settore, dei rischi ai quali la lavoratrice e il lavoratore sono esposti. Rischi che possono portare all'infortunio e alle malattie professionali".
- 14:53 - Inca Cgil: "In aumento neoplasie professionali, troppi lavoratori esposti a fattori cancerogeni"
Roma, 18 lug. (Adnkronos/Labitalia) - "Secondo le nostre banche dati, e anche secondo l'Inail, le malattie professionali principalmente denunciate sono quelle osteoarticolari, sono anche le più facili anche da individuare e sono le cosiddette malattie tabellate in cui è più facile avere il riconoscimento e le troviamo in tutti i settori di lavoro, sono trasversali. In particolare le troviamo dove ci sono carichi di lavoro sulle braccia e movimenti ripetitivi. Ma stanno incrementando le denunce per le neoplasie professionali, cioè per i tumori professionali. Perché? Perché purtroppo anche da questo punto di vista ci sono ancora troppi ambienti di lavoro dove le lavoratrici e i lavoratori sono esposti a fattori cancerogeni". A dirlo, intervistata da Adnkronos/Labitalia, Sara Palazzoli, componente del collegio di presidenza del Patronato Inca Cgil.
E il patronato anche su questo tema sta operando a supporto dei lavoratori. "Stiamo lavorando per la formazione, perché molte volte ci si ammala si muore di tumore senza aver indagato dove si stava lavorando".
E per Palazzoli "un'altra malattia professionale che sta emergendo, e che stiamo definendo un po' la malattia figlia del nostro tempo, è quella legata allo stress da lavoro correlato, derivante dalla nuova organizzazione del lavoro con pressioni continue, dai rapporti con il superiore. Possiamo dire dal nostro Osservatorio che anche lo stress da lavoro correlato che si sta sempre più emergendo è trasversale a molti settori. Purtroppo il percorso per il riconoscimento è complicato, noi come Inca ne abbiamo ottenuto molti ma tutti a seguito di causa legale, perchè ogni domanda amministrativa fatta all'Inail viene respinta", sottolinea.
- 14:44 - Infortuni, Palazzoli (Inca Cgil): "Dati sottostimati, molto spesso non si denunciano"
Roma, 18 lug. (Adnkronos/Labitalia) - "Gli ultimi dati certificati dall'Inail, e non dalla Cgil, mettono in evidenza una crescita costante degli infortuni, sia mortali che non, e delle malattie professionali che fanno segnare al 31 maggio addirittura un +24%. Sono dati assolutamente molto pesanti e drammatici che mettono in evidenza che non si lavora in maniera corretta, che nel nostro Paese si lavora male. Sono dati importanti ma dal nostro Osservatorio possiamo dire che sono assolutamente dati sottostimati. Che voglio dire? Voglio dire che il mercato del lavoro, rappresentato per una fetta molto importante da lavoro precario, da lavoro stagionale, da part time involontari porta purtroppo molto spesso lavoratrici e lavoratori a non mettere in atto il percorso per il riconoscimento dei danni subiti dal lavoro. Cioè si rinuncia al diritto alla salute per il diritto al lavoro. I lavoratori precari, nel denunciare un infortunio o nell'avviare un percorso per la malattia professionale, hanno paura di non essere richiamati dopo la fine del contratto a tempo determinato". E' l'allarme che lancia, intervistata da Adnkronos/Labitalia, Sara Palazzoli, componente del collegio di presidenza del Patronato Inca Cgil.
E il Patronato cerca di contrastare questo fenomeno con l'assistenza ai lavoratori. "Noi dal nostro punto di vista in tutto il territorio nazionale con i nostri sportelli tocchiamo con mano questo elemento e con forza dobbiamo dire che il diritto al lavoro e il diritto alla salute sono due elementi che devono stare sullo stesso piatto della bilancia e non possono essere in contrapposizione", sottolinea Palazzoli.
Secondo la componente del collegio di presidenza del Patronato "è importante che ci si adoperi affinché con tutte le protezioni da mettere in atto i lavoratori possano vedere garantire il loro diritto alla salute nel momento che si ammalano da lavoro. E inoltre possiamo dire che questi dati tenderanno ad aumentare sia dal punto di vista degli infortuni che delle malattie professionali, viste le grandi trasformazioni che ci sono nel mercato del lavoro, i ritmi sempre più importanti, l'uscita sempre più tarda dal mondo del lavoro", sottolinea. "Quindi da parte nostra -spiega- insieme alle nostre categorie e alla Cgil tutta stiamo facendo un lavoro proprio di formazione e informazione sul tema sicuramente partendo dalla prevenzione da mettere in attoper avere ambienti salubri e per lavorare in sicurezza. E poi nel momento in cui succede che una lavoratrice o un lavoratore si fa male o si ammala di lavoro, mettere in campo e far conoscere qual'è la giusta tutela e quindi il diritto alla salute perché ci si ammala di lavoro".
"Tutto quello che deriva dalle temperature estreme, dal colpo di calore allo stress termico, dobbiamo dire con forza che è un infortunio sul lavoro. Troppo spesso oggi sottovalutiamo i rischi e i sintomi. Noi stiamo facendo formazione e informazione su questo tema: il colpo di calore è un infortunio, quindi trattato da Inail, con un tipo di tutela diversa e migliore rispetto a quello che può essere un semplice stato di malattia seguito da Inps".
"Il colpo di calore, le temperature estreme -spiega Palazzoli- lo possono subire sia i lavoratori che lavorano all'esterno, quindi i muratori, chi opera nell'edilizia, i rider, ma anche chi lavora in ambienti al chiuso estremamente esposti al calore, come le fonderie ma anche i cuochi. I lavoratori sono fortemente esposti ad ammalarsi, ad avere l'infortunio dovuto dal colpo del calore, dallo stress termico. È importante fermarsi, è importante andare immediatamente al pronto soccorso, perché poi anche i sintomi più forti possono avvenire nel medio e lungo periodo. Essere stato al pronto soccorso e averlo denunciato tempestivamente permette a noi di Inca di portare a termine un percorso che possa dare il giusto riconoscimento previsto per chi subisce un infortunio dovuto dallo stress da calore o dal colpo di calore in generale", ribadisce.
E Palazzoli ricorda che è fondamentale "far conoscere alle lavoratrici e ai lavoratori che il colpo di calore è un infortunio. E' importante prevenire, è importante dire alle lavoratrici e ai lavoratori di fermarsi, recarsi al pronto soccorso e venire poi all'Inca per mettere in campo la giusta tutela per il riconoscimento dell'infortunio per il colpo di calore o stress da calore in generale", sottolinea. E Palazzoli ricorda che come Inca Cgil "svolgiamo il compito di informare in maniera continua e costante in tutto il territorio nazionale, anche attraverso dei percorsi mirati di formazione, parlando, in base al settore, dei rischi ai quali la lavoratrice e il lavoratore sono esposti. Rischi che possono portare all'infortunio e alle malattie professionali".
- 14:35 - **Ue: Tajani, 'congratulazioni a von der Leyen per conferma, conta sempre su Fi'**
Roma, 18 lug. (Adnkronos) - “Congratulazioni a Ursula von der Leyen! Fieri del grande lavoro di squadra del Ppe per sostenere la tua conferma alla guida della Commissione europea. Conta sempre su Forza Italia per costruire un’Europa più competitiva, più sicura e portatrice di pace”. Così su X il Ministro degli Esteri, vicepresidente del consiglio dei ministri e segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, sulla conferma della von der Leyen alla guida della Commissione europea.
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