Si allarga, alimentato dal forte vento, il fronte dell’incendio che da giorni brucia la bassa Valle di Susa. Nella notte alcune squadre di vigili del fuoco, impegnate sopra Mompantero, sono rimaste isolate e circondate dalle fiamme per oltre un’ora prima di essere liberate. Le raffiche di fohen alimentano le fiamme che da Bussoleno sono arrivate fino al Rocciamelone. Per arginare il rogo sta intervenendo un canadair. I fumi degli incendi che da giorni devastano le vallate alpine piemontesi, molto densi di carbonio e particolato, si stanno riversando sulla pianura. L’odore di bruciato ha invaso anche Torino, dove i livelli di Pm10 sono schizzati alle stelle. Secondo le rilevazioni dell’Arpa, l’Agenzia regionale per l’ambiente, le polveri sottili hanno raggiunto i 199 mcg/mc nella giornata di ieri, quattro volte i limiti previsti.
Chiamparino chiede stato di calamità
La situazione, sottolinea il presidente Sergio Chiamparino, “resta difficile”, e la Regione si prepara a chiedere lo stato di calamità. Una prima stima dei danni verrà fatta in giunta, domani, sabato è previsto un sopralluogo dello stesso Chiamparino nelle zone più colpite. Per far fronte all’emergenza “sono state messe in stato di allerta alcune decine di unità di personale dell’esercito – aggiunge Chiamparino – unità che verranno attivate qualora si rendesse necessario il loro impiego”. “E’ una tragedia per il nostro paese, una tragedia nata dalla mano dell’uomo, perché l’incendio che minaccia il comune e brucia i nostro boschi è stato appiccato da mano umana”. E’ la denuncia di Giustino Bello, sindaco di Cantalupa, 2.500 abitanti nel Pinerolese. “Sono troppo vecchio per avere dubbi”, aggiunge il primo cittadino, che amministra il paese dal 1970.
Rinforzi in arrivo
“Per far fronte all’emergenza degli incendi, i volontari di AIB e Protezione Civile stanno lavorando sotto il coordinamento dei Vigili del Fuoco con la priorità assoluta di garantire la sicurezza delle persone, delle case e delle infrastrutture. Per consentire presenza costante e il giusto ricambio, nelle prossime ore confluiranno altre forze da tutte le province del Piemonte”, ha annunciato Chiamparino. “L’intervento risolutivo sugli incendi può avvenire solo con l’utilizzo di mezzi aerei, e a tal fine, la giunta regionale approverà la messa a disposizione delle ulteriori risorse che si renderanno necessarie affinché l’intervento avvenga con il massimo dispiego di mezzi possibile”.
Coldiretti: siccità aiuta le fiamme, 15 anni per rimboscare
Le cause secondo Coldiretti Sono il vento e la situazione di estrema siccità le cause degli incendi che da giorni devastano il Piemonte, nel Torinese e nel Cuneese. Nel mese di ottobre la pioggia caduta rispetto alla media ha toccato il -98%, con la gran parte del territorio rimasta del tutto all’asciutto. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti, secondo cui “per ricostruire i boschi andati a fuoco con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo ci vorranno almeno 15 anni”. Le precipitazioni – sottolinea ancora Coldiretti – sono state sotto la media in tutti i mesi del 2017, fatta eccezione di febbraio. “Gli ultimi anomali incendi di autunno sono la punta dell’iceberg di una stagione drammatica – denuncia l’associazione – con circa 140mila ettari di bosco andati a fuoco dall’inizio dell’anno, praticamente il triplo del 2016”. Gli incendi, che in Piemonte stanno minacciando pregiati vigneti ed i castagni, “hanno pesanti effetti dal punto di vista ambientale dovuti alla perdita di biodiversità, distrutto piante e ampie aree di bosco e ucciso animali”.