“Con il rating di Standard&Poor’s non si mangia ma la reputazione del Paese è influenzata anche da queste dinamiche”. Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a proposito della promozione dell’agenzia Usa che dopo 15 anni venerdì sera ha rivisto al rialzo il merito di credito dell’Italia portandolo a BBB/A-2 da BBB-/A-3 con prospettive stabili. “Ha un certo significato che per la prima volta dopo quindici anni una importante agenzia di rating abbia cambiato in meglio le previsioni sul nostro Paese”, ha sottolineato il premier parlando di “segnali incoraggianti per la crescita, gli investimenti, l’occupazione” dopo che nella notte aveva salutato la notizia via twitter con un “Se cresce la fiducia possiamo avere più lavoro e più sviluppo”.
Era dal 17 giugno del 2002 che non arrivava una promozione per l’Italia da parte di S&P. A spingere la ripresa italiana secondo l’agenzia è “l’aumento degli investimenti del settore privato e dell’occupazione”. E ancora: ”Ci aspettiamo che il governo centrerà il target del deficit al 2,1% del pil. Questo metterà l’elevato debito pubblico italiano su una traiettoria di calo”. Nonostante le incognite, ottimismo sulle crisi bancarie. Secondo l’agenzia, infatti, a sostenere le migliorate prospettive economiche del Paese la “soluzione delle crisi del Monte dei Paschi di Siena e delle banche venete, ma anche l’accelerazione del settore finanziario dello smaltimento dei non perfoming loan”. La prevista “riduzione di 65 miliardi di euro” di prestiti deteriorati quest’anno “sosterrà la crescita economica perché con meno npl” in portafoglio “le condizioni delle banche per erogare credito migliorano e si rafforza la trasmissione della politica monetaria”.
Standard & Poor’s nota poi come il numero degli occupati abbia ora superato i livelli pre-crisi: il tasso di disoccupazione – spiega l’agenzia – dovrebbe scendere quest’anno all’11,3% dall’11,7% del 2016, per poi calare sotto il 10% nel 2020. Sul miglioramento del quadro italiano potrebbe pesare “l’incertezza politica legata all’esito delle prossime elezioni” avverte S&P, mettendo in evidenza che “potrebbe considerare un ulteriore azione positiva sul rating se il governo continua ad attuare riforme strutturali che rafforzano le prospettive di crescita. Pressioni positive sul rating potrebbe aversi anche con ulteriori progressi nel sistema finanziario”.