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Denis Bergamini, la nuova superperizia: “Morì per soffocamento, non fu suicidio”

La procura di Castrovillari, guidata da Eugenio Facciolla, ha riaperto per la terza volta l'inchiesta sulla morte del calciatore del Cosenza, avvenuta nel 1989. Secondo il pm dietro il caso si nasconde un omicidio
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È morto per soffocamento. È quanto stabilisce la nuova superperizia medico-legale sulla salma di Denis Bergamini, il giocatore del Cosenza morto nel 1989 apparentemente a causa di un suicidio. Nei mesi scorsi la procura di Castrovillari, guidata da Eugenio Facciolla, ha riaperto per la terza volta l’inchiesta disponendo la riesumazione della salma del calciatore finito sotto un camion in corsa sulla Statale 106 vicino a Roseto. La notizia è apparsa stamattina sulle colonne del giornale locale Il Quotidiano del Sud.

Nel fascicolo dell’indagine è stata depositata nei giorni scorsi la nuova perizia che, a questo punto, rappresenta un’ulteriore conferma agli accertamenti eseguiti dai carabinieri del Ris nel 2012, quando è stato dimostrato che, se il calciatore si fosse lanciato sotto il camion, le scarpe, la catenina e l’orologio di Bergamini sarebbero stati quantomeno danneggiati durante l’impatto con l’asfalto. E invece tutti gli oggetti indossati dal calciatore erano intatti. Secondo la procura di Castrovillari, dietro il caso Bergamini potrebbe nascondersi un omicidio per il quale sono indagati l’allora fidanzata Isabella Internò e l’autista del camion Raffaele Pisano.

Il sospetto è che Bergamini fosse già morto quando fu investito dal camion in un incidente stradale del quale l’unica testimone oculare è l’ex fidanzata del giocatore del Cosenza: “Voleva lasciare il calcio. L’ho sentito dire: ‘Ti lascio il mio cuore ma non il mio corpo’. E poi si è tuffato”. Per Isabella Internò è stato un suicidio, ma Bergamini non avrebbe avuto alcun motivo di togliersi la vita. Quando è morto, infatti, era il punto di riferimento del Cosenza in serie B e l’anno successivo avrebbe potuto giocare con il Parma e la Fiorentina.

Per gli avvocati della famiglia quella è una ricostruzione probabilmente finalizzata a proteggere qualcuno al quale, adesso, a distanza di 28 anni, gli inquirenti vogliono dare un nome. Piuttosto, per i familiari, Denis Bergamini morì per un’emorragia causata dalla recisione dell’aorta femorale. Solo in un secondo momento, infatti, il camion sarebbe passato sopra il suo corpo che, tuttavia, non ha riportato i danni che un impatto del genere potrebbe provocare.

Ritornando alla superperizia che certifica il soffocamento come causa della morte di Bergamini, secondo Il Quotidiano del Sud c’è un terzo soggetto sul quale la Procura di Castrovillari si sta concentrando. Nel fascicolo ter dell’inchiesta, nuovi nomi potrebbero presto essere iscritti nel registro degli indagati, oltre alla fidanzata e all’autista del camion. Intanto su richiesta del procuratore Facciolla sono stati sentiti nuovi testimoni che avrebbero fornito ulteriori elementi per fare chiarezza su uno dei casi più intricati legati al mondo del calcio e della criminalità cosentina.

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