L’Italia, quando riparte, lo fa dalle città virtuose e dai centri urbani che hanno fatto scelte innovative e sostenibili: dal ciclo dei rifiuti agli stili di mobilità, dai consumi idrici alla depurazione degli scarichi. Sono Mantova, Trento, Bolzano, Parma, Pordenone e Belluno a guidare la classifica delle migliori ecoperformance della 24esima edizione del rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente sulle performance ambientali delle città capoluogo. Un cambiamento che non riguarda solo le medie e piccole città del Nord, ma che coinvolge anche i grandi centri urbani come Milano o Bologna e il Sud Italia. Tra le peggiori Enna, Brindisi e Viterbo. Durante la presentazione del dossier la presidente di Legambiente Rossella Muroni ha ricordato che “nelle città si gioca una partita importante, è qui che passa la sfida dell’innovazione e della sostenibilità ambientale, della coesione sociale e dell’integrazione, della rigenerazione urbana e una parte della lotta ai cambiamenti climatici”. Per questo è fondamentale che a livello nazionale venga definito un piano per le città metropolitane che garantisca investimenti “per colmare vuoti di competenze e di volontà politica che stanno condannando, ad esempio, il nostro Paese a soffocare nello smog”. Al riguardo Milano, in occasione del network C40, è l’unica città italiana insieme ad altre 11 metropoli ad aver preso impegni concreti per città più verdi e sane. “Ma è importante – ha ricordato Muroni – che anche le altre città italiane si mobilitino e che vengano replicate su tutto il territorio nazionale quelle esperienze virtuose, ben sintetizzate in Ecosistema Urbano 2017”.

LE SEI PIÙ VIRTUOSE E QUELLE IN CODA ALLA CLASSIFICA – In Ecosistema Urbano il punteggio viene assegnato sulla base dei risultati di 16 indicatori raggruppati in aree tematiche principali: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia. Tutte e sei le città che guidano la classifica sono nel gruppo dei centri urbani che hanno raggiunto e superato gli obiettivi di raccolta differenziata dal decreto Ronchi del 1997 (obiettivi saliti al 65%): Mantova sfiora l’80% di differenziata e inoltre, insieme a Trento figura ai primissimi posti anche per quello che riguarda la depurazione dei reflui e il contenimento delle perdite di acqua potabile dalla rete idrica (c’è un tasso di dispersione vicino al 20%); mentre Pordenone è sotto il valore fisiologico del 15%. Di nuovo Pordenone (29 alberi ogni 100 abitanti) e Mantova (32 alberi ogni 100 abitanti) sono nella top ten delle città più alberate. Invece Bolzano, insieme a Mantova, è tra i centri urbani con la più estesa dotazione infrastrutturale per la ciclabilità. A Belluno e Bolzano tira una buona aria, in particolare la città dell’Alto Adige in dieci anni ha ridimensionato del 40% il peso delle polvere sottili. La coda della graduatoria ambientale urbana – che quest’anno vede Enna (104°), Brindisi (103°), Viterbo (102°) – è il luogo dove si concentrano risultati mediocri nei vari indicatori considerati e anche tante lacune nella disponibilità di informazioni sullo stato di salute ambientale della città. Nelle ultime venti posizioni, si trovano anche Napoli (86°) e Roma (88°) ciclicamente vittime dell’emergenza smog e rifiuti.

GLI ALTRI ESEMPI: DA MILANO AL SUD – La capacità di alcuni capoluoghi di proiettarsi verso un nuovo modello urbano più vivibile, efficiente e moderno non riguarda solo le medie e piccole città del Nord. Basti pensare a Milano “che nel corso degli anni – spiega il rapporto – s’è lasciata alle spalle il fondo della classifica arrivando quest’anno alla 31esima posizione grazie a scelte coraggiose e innovative come l’Area C, il car sharing e potenziando il trasporto pubblico”. Insieme a Venezia è tra i grandi centri urbani quello in cui si usa di più il trasporto pubblico. Poi c’è Bologna che si è conquistata un posto al sole “con una potenza di fotovoltaico sui tetti di scuole e uffici pubblici che in numeri assoluti non ha pari in Italia”. Anche il Sud Italia si muove. Ad esempio Oristano (10°), in Sardegna, che figura nella top ten dei capoluoghi, ricicla più spazzatura (oltre il 70%) di tanti Comuni settentrionali ed è protagonista di un buon incremento del fotovoltaico pubblico. Tra gli altri centri urbani virtuosi c’è Cosenza (13°) che tra 2011 e 2016 è balzata dal 21% al 53% di raccolta differenziata. E Pesaro (24°), centro Italia, non è tra le primissime, ma è tra quelle dove si notano più passi avanti, in modo particolare nel campo della mobilità nuova con il progetto della Bicipolitana.

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