È Mantova la regina più verde secondo la classifica di Legambiente. Attraverso sedici indicatori viene valutata l'ecoperformance dei capoluoghi. Tra le novità, il balzo in avanti di Milano, che scala la classifica fino al 31° posto. Fanno molto e bene anche città come Parma, Pordenone e Belluno
L’Italia, quando riparte, lo fa dalle città virtuose e dai centri urbani che hanno fatto scelte innovative e sostenibili: dal ciclo dei rifiuti agli stili di mobilità, dai consumi idrici alla depurazione degli scarichi. Sono Mantova, Trento, Bolzano, Parma, Pordenone e Belluno a guidare la classifica delle migliori ecoperformance della 24esima edizione del rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente sulle performance ambientali delle città capoluogo. Un cambiamento che non riguarda solo le medie e piccole città del Nord, ma che coinvolge anche i grandi centri urbani come Milano o Bologna e il Sud Italia. Tra le peggiori Enna, Brindisi e Viterbo. Durante la presentazione del dossier la presidente di Legambiente Rossella Muroni ha ricordato che “nelle città si gioca una partita importante, è qui che passa la sfida dell’innovazione e della sostenibilità ambientale, della coesione sociale e dell’integrazione, della rigenerazione urbana e una parte della lotta ai cambiamenti climatici”. Per questo è fondamentale che a livello nazionale venga definito un piano per le città metropolitane che garantisca investimenti “per colmare vuoti di competenze e di volontà politica che stanno condannando, ad esempio, il nostro Paese a soffocare nello smog”. Al riguardo Milano, in occasione del network C40, è l’unica città italiana insieme ad altre 11 metropoli ad aver preso impegni concreti per città più verdi e sane. “Ma è importante – ha ricordato Muroni – che anche le altre città italiane si mobilitino e che vengano replicate su tutto il territorio nazionale quelle esperienze virtuose, ben sintetizzate in Ecosistema Urbano 2017”.
LE SEI PIÙ VIRTUOSE E QUELLE IN CODA ALLA CLASSIFICA – In Ecosistema Urbano il punteggio viene assegnato sulla base dei risultati di 16 indicatori raggruppati in aree tematiche principali: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia. Tutte e sei le città che guidano la classifica sono nel gruppo dei centri urbani che hanno raggiunto e superato gli obiettivi di raccolta differenziata dal decreto Ronchi del 1997 (obiettivi saliti al 65%): Mantova sfiora l’80% di differenziata e inoltre, insieme a Trento figura ai primissimi posti anche per quello che riguarda la depurazione dei reflui e il contenimento delle perdite di acqua potabile dalla rete idrica (c’è un tasso di dispersione vicino al 20%); mentre Pordenone è sotto il valore fisiologico del 15%. Di nuovo Pordenone (29 alberi ogni 100 abitanti) e Mantova (32 alberi ogni 100 abitanti) sono nella top ten delle città più alberate. Invece Bolzano, insieme a Mantova, è tra i centri urbani con la più estesa dotazione infrastrutturale per la ciclabilità. A Belluno e Bolzano tira una buona aria, in particolare la città dell’Alto Adige in dieci anni ha ridimensionato del 40% il peso delle polvere sottili. La coda della graduatoria ambientale urbana – che quest’anno vede Enna (104°), Brindisi (103°), Viterbo (102°) – è il luogo dove si concentrano risultati mediocri nei vari indicatori considerati e anche tante lacune nella disponibilità di informazioni sullo stato di salute ambientale della città. Nelle ultime venti posizioni, si trovano anche Napoli (86°) e Roma (88°) ciclicamente vittime dell’emergenza smog e rifiuti.
GLI ALTRI ESEMPI: DA MILANO AL SUD – La capacità di alcuni capoluoghi di proiettarsi verso un nuovo modello urbano più vivibile, efficiente e moderno non riguarda solo le medie e piccole città del Nord. Basti pensare a Milano “che nel corso degli anni – spiega il rapporto – s’è lasciata alle spalle il fondo della classifica arrivando quest’anno alla 31esima posizione grazie a scelte coraggiose e innovative come l’Area C, il car sharing e potenziando il trasporto pubblico”. Insieme a Venezia è tra i grandi centri urbani quello in cui si usa di più il trasporto pubblico. Poi c’è Bologna che si è conquistata un posto al sole “con una potenza di fotovoltaico sui tetti di scuole e uffici pubblici che in numeri assoluti non ha pari in Italia”. Anche il Sud Italia si muove. Ad esempio Oristano (10°), in Sardegna, che figura nella top ten dei capoluoghi, ricicla più spazzatura (oltre il 70%) di tanti Comuni settentrionali ed è protagonista di un buon incremento del fotovoltaico pubblico. Tra gli altri centri urbani virtuosi c’è Cosenza (13°) che tra 2011 e 2016 è balzata dal 21% al 53% di raccolta differenziata. E Pesaro (24°), centro Italia, non è tra le primissime, ma è tra quelle dove si notano più passi avanti, in modo particolare nel campo della mobilità nuova con il progetto della Bicipolitana.