Diciott’anni. E per il “ballo” del debutto si aprono i saloni affrescati di Palazzo Reale. Il parterre è imbellettato, la festeggiata si presenta con un bel “Trucco”. E’ così che si chiama l’opera vincitrice di Serena Vestrucci, realizzata con ombretti e rossetti spalmati su tela. L’effetto è quello di un cielo dalle sfumature impressioniste. E il padrone di casa, Urbano Cairo, le stacca un assegno di 25mila euro, mentre si gozzoviglia con risotto allo champagne, macaron e panettone. Il Premio Cairo, dedicato ai giovani artisti che rigorosamente devono essere sotto i 40 anni, ha raggiunto la maggior età. Art Frieze di Londra ne ha appena compiuti 15.
Questo solo per dire che puntare sull’arte contemporanea è stata un’altra delle intuizioni di Urbano. Ma UC non è un supereroe, è semplicemente un uomo normale che ha faticato per arrivare dove è arrivato. Quando finisce la sua lunga giornata di lavoro si rifa i conti delle note spese fino all’ultimo euro e fa il giro degli uffici per spegnere le luci per verificare che sia tutto in ordine: è l’antispreco, uno che ha avuto a che fare con ristrettezze economiche e gli è rimasto l’imprinting. Ha imparato da Berlusconi (vendendo spazi pubblicitari) ma poi è diventato il suo contrario. Praticamente l’anticiclone di B. Lontano dal gossip, dallo “strafare”: niente megavilla, niente posti glamour. Chi di voi ha mai visto una foto di Cairo & famiglia in ammollo in Costa Smeralda?
Quale donna non sognerebbe di essere musa e compagna di un uomo potente. E lui l’ha trovata, si chiama Mali Pelandini, tre figli maschi, anzi 4 con la prima figlia di lui avuta da precedente matrimonio. Low profile come mantra e mamma a tempo pieno. Urbano è già andato via, lei rimane a stringere mani e a regalare sorrisi. I cairologi sostengono che nelle scelte importanti di UC si vede tanto il segno di questa donna, bella nella sua normalità. Ma quando le fanno notare il suo ruolo, lei si schermisce: “E’ tutto merito di Urbano”. Una laurea in Giurisprudenza alla Statale e una seconda alla Cattolica in Scienze del Servizio Sociale. Si sta preparando per un domani nel volontariato quando i ragazzi saranno grandi. Sicuramente l’inserto del Corriere dedicato alle buone notizie ha avuto il suo avvallo.
Sta al suo fianco dal 1999 quando Urbano acquistò la Giorgio Mondadori e Associati.
Nel luglio 2000 il grande passo e Cairo Communication si quota in Borsa. Crescono gli asset. Lancia sul mercato riviste nazionalpopolare, Di Più, Diva, F e compra il Torino Calcio, che dalla Serie B passa subito alla Serie A. Non è di certo il tipo al quale piacciono le serie B. Snobbato da quell’élite di pensiero che si credeva superiore anche al premio Pulitzer, UC incomincia a prendersi le sue belle soddisfazioni. Con l’acquisto della 7 scoppia il caso Cairo. E mentre sul mercato latitano gli editori, assorbiti dai grandi gruppi, lui si ritaglia il ruolo dell’editore puro e diventa l’azionista di maggioranza del Corriere della Sera.
Non ama il web e crede ancora appassionatamente nel potere della carta stampata ma il web ama lui. E lo incorona manager con la più solida reputazione. Sergio Marchionne che è stato in testa per 26 volte di seguito nella classifica di Reputation Manager scivola al quarto posto.
Motivazione? “Un uomo nuovo dalla storia semplice, fatta di lavoro, idee, ambizioni ben miscelate …”. Chissà, se si è mai chiesto UC che uomo sarebbe diventato se non avesse lasciato il suo paese sulle colline dell’alessandrino. Cosa sarebbe stato di lui se quella mattina di 42 anni fa, bucando una nuvola bassa di nebbia, non fosse salito su quel treno.
E mentre si chiudevano alle spalle le porte si spalancavano quelle sul suo destino. Urbano Primo non ha mai lasciato nulla al caso. Neanche quando, fresco di laurea alla Bocconi, chiamò la segretaria di B. E faticò parecchio per convincerla a farsi dare un appuntamento con il dottore. Disse al telefono che aveva idee strepitose.