“C’è un listino fatto di pochi nomi nella parte proporzionale,
che permette una riconoscibilità dei candidati” (Rosa Maria Di Giorgi)

Terza illusione ottica
. Come se non bastasse resistono – come nel Porcellum e nell’Italicum – le pluricandidature: ci si potrà presentare in 5 listini proporzionali diversi, quindi se un candidato è bocciato qui, potrebbe passare là, specie se davanti ha un leader di partito che fa da traino. Lo potrà fare ancora di più un candidato di collegio che potrà contare su 6 possibili tentativi di essere eletto (nel collegio e in 5 listini proporzionali). Vista dalla prospettiva della cabina elettorale, che conta di più: se un cittadino sceglie un partito perché il capolista è il leader di partito e quest’ultimo sceglie di essere eletto in un’altra circoscrizione, l’elettore contribuisce a far eleggere un candidato che – al secondo, terzo o quarto posto nel listino – l’elettore non conosce o non vuole.

 

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Rosatellum: tra ribaltoni, ingovernabilità e casta. Ecco la legge elettorale patchwork: a ogni partito un pezzo

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