“Ho chiesto ai senatori di votare subito la legge Richetti sui vitalizi. E di votarla come è uscita dalla Camera per permetterne l’approvazione immediata”. Quando ormai per il ddl che taglia i privilegi dei parlamentari sembrava che fosse ancora una volta troppo tardi, il segretario Pd Matteo Renzi, in pieno clima da campagna elettorale per le prossime politiche, ha rilanciato chiedendo al Parlamento di dare il via libera al testo senza modifiche. “Sono dei buffoni”, hanno replicato i grillini che già varie volte, dalla prima approvazione a luglio alla Camera, hanno chiesto la calendarizzazione al Senato senza riuscire mai ad ottenere i voti necessari. Solo giovedì scorso, in occasione della capigruppo a Palazzo Madama, la proposta è stata bloccata. Chi fa ostruzionismo sono anche parti consistenti del Pd: “Approvare la legge così com’è? Ma non esiste proprio. C’è tutto un iter parlamentare da fare…”, ha detto i senatore dem Ugo Sposetti all’Andkronos.

Ora Renzi ne ha fatto uno dei nuovi temi da rilanciare in vista del voto. “Sono stato accusato, anche da alcuni amici, di cedere così al populismo grillino”, ha scritto nell’e-news dopo averlo già dichiarato alla conferenza programmatica dem di Napoli. “Per essere chiari: la proposta sui vitalizi noi l’abbiamo fatto nel 2011 alla Leopolda e Richetti è stato il primo politico a proporre il superamento dei vitalizi quando era ancora in consiglio regionale. Qualcosa è cambiato da allora, ma si può fare ancora uno sforzo. Dal 2013 è in parlamento una legge che porta il suo nome e su cui alla Camera persino i grillini hanno votato a favore. Manca la seconda lettura ed è fatta. Non siamo noi a rincorrere Beppe Grillo, ma è Grillo che rincorre Richetti. Sia detto da uno che non solo non ha il vitalizio, ma nemmeno indennità e immunità. Avvicinare le pensioni dei politici a quelli degli altri cittadini non è populismo: per me è buona politica. O no?”. Lo stesso deputato Richetti nei giorni scorsi aveva rilanciato il tema e chiesto che il suo provvedimento sia approvato da Palazzo Madama senza modifiche, al contrario di quello che in tanti vorrebbero, anche tra i dem.

Chi non crede all’apertura dei democratici è il Movimento 5 stelle. “Renzi parla dei vitalizi”, ha scritto su Twitter il deputato M5s Michele Dell’Orco, “ma allora perché giovedì scorso il Partito democratico ha votato contro la proposta M5s di esaminare la legge sui vitalizi prima di aprire la sessione di bilancio? Sono dei buffoni”. Il capogruppo in Senato Giovanni Endrizzi ha poi aggiunto: “Per oltre un anno e mezzo, da presidente del Consiglio, Matteo Renzi ha tenuto ferma la legge sull’abolizione dei vitalizi. Adesso, per rifarsi una verginità politica, dice di volerla approvare. Ma perché non ha parlato prima d’ora? Da mesi chiede la calendarizzazione urgente del provvedimento in Aula e viene sistematicamente respinta dal Pd; sarebbe bastato dire due paroline al suo capogruppo Zanda che giovedì ha votato ancora una volta contro. Renzi è rimasto muto, quel tanto che bastava a far entrare il blocco per la legge di bilancio. E adesso che tutto è bloccato, ci dà ragione per prendersi un merito dove ha colpe gravissime. E ci aggiunge l’ipocrisia. Se davvero la legge sull’abolizione dei vitalizi verrà approvata entro la fine di questa legislatura il merito sarà solo del Movimento 5 Stelle che lo ha obbligato controvoglia a fare una cosa per i cittadini”.

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