Dopo le accuse rivolte alle liste del candidato del centrodestra Nello Musumeci, l'aspirante governatore dei bersaniani alza il livello dello scontro e punta il dito contro Giacomo Li Destri, l'imprenditore che ha realizzato la trazzera finanziata dai pentastellati. "Ha un cugino omonimo sotto processo per associazione per delinquere di stampo mafioso. Dalle carte emerge che si sono incontrati da poco". "Macchina del fango".
Anche nelle liste del Movimento 5 Stelle ci sono parenti di mafiosi. O presunti tali in attesa di un giudizio. È l’accusa di Claudio Fava, candidato governatore della Sicilia di Mdp e Sinistra Italiana. “La ragione per la quale Giancarlo Cancelleri non ha mai parlato della vicenda del candidato Riccardo Pellegrino, che ha un fratello sottoposto a processo perché considerato personaggio di rilevo di Cosa nostra, è perché un candidato del M5S, Giacomo Li Destri, ha un cugino omonimo sotto processo per associazione per delinquere di stampo mafioso. È una candidatura inopportuna. Da parte di Cancelleri c’è stato un atteggiamento opaco”, dice il vicepresidente della commissione Antimafia. Una dichiarazione che – dopo le accuse rivolte alle liste del candidato del centrodestra Nello Musumeci – alza il livello dello scontro con l’aspirante governatore dei 5 Stelle.
“Le liste pulite non riguardano solo i certificati penali degli indagati, ma bisogna andare a capire il tessuto familiare e il contesto territoriale che può legare quei candidati ad altre persone meno raccomandabili“, ha continuato Fava. “È stata una candidatura molto inopportuna – ha aggiunto – Non perché si metta in discussione l’onestà del cugino candidato, ma perché le stesse caratteristiche di onestà chieste a Riccardo Pellegrino a Catania (candidato di Forza Italia ndr) valgano a maggior ragione per uno che si candida a Caltavuturo”. Li Destri è l’imprenditore che ha realizzato la nota “trazzera” finanziata dal M5s è fondamentale nel periodo in cui l’autostrada 19 che collega Palermo a Catania era spezzata in due. Per il cugino omonimo i pm hanno chiesto 14 anni di carcere perché è considerato il referente di Cosa nostra a Caltavuturo.
“Siccome la macchina del fango si è già attivata, deve essere chiara una cosa: non ho più rapporti con mio cugino da quasi trent’anni per motivi familiari che chiedo a tutti di rispettare”, dice il candidato consigliere regionale del M5s. “Lui – continua Li Destri – è stato coinvolto nell’inchiesta Black cat e dagli stessi atti emerge come lui stesso chieda notizie di me ad altre persone. Io non ho mai pagato, né tantomeno mi è mai stato chiesto pizzo in alcuna forma. Per un semplice motivo: avrei subito denunciato. E questo è stato messo anche a verbale di fronte ai carabinieri. La mia azienda ha il certificato antimafia ed è nella White list della prefettura. È tutto a verbale, l’onorevole Fava può andare a cercarselo. Così come non gli può sfuggire che, se così non fosse, io stesso sarei stato denunciato per aver detto il falso. È evidente l’intento diffamatorio delle frasi di Fava per questo ho dato mandato ai miei legali di quererarlo”.
Per il candidato governatore dei bersaniani, però, non è vero che Li Destri ha interrotto da 30 anni i rapporti col cugino. “Nonostante loro dicano che il candidato non avesse rapporti con il cugino imputato da trent’anni, dalle carte giudiziarie emerge altro – spiega Fava – Risulta che si sono incontrati da poco tempo. Inoltre non parliamo di una città grande come Catania ma di un centro piccolo come Caltavuturo. Credo che l’opinione pubblica e gli elettori a 5 stelle, così come hanno saputo di un candidato con il fratello sotto processo a Catania sarebbe stato importante fare sapere che anche questo cugino di primo grado di un piccolo paese è sotto processo con accuse gravi, perché considerato referente di Cosa nostra a Caltavuturo”.