Un “predicatore d’odio”, un imam che “girava” per moschee inneggiando al jihad e ai combattenti in Siria. Idriz Idrizovic, 39 anni, kosovaro, era noto agli investigatori dell’Antiterrorismo. Le sue prediche, “il suo proselitismo sulla base di esplicite posizioni integraliste” gli sono costate l’espulsione. Gli uomini del Ros sono andati a prenderlo a casa dove sono rimaste la moglie e cinque figlie per imbarcarlo sull’aereo per Pristina. È considerato “un pericolo per la sicurezza nazionale” e il decreto che lo ha allontano è stato firmato dal ministro dell’Interno Marco Minniti.
Ex mujaheddin ai tempi della guerra del Kosovo, è arrivato in Italia una decina di anni fa con la famiglia. Ultimamente si era stabilito a Olgiate Molgora, nella Brianza lecchese, dove è stato trovato lunedì mattina, ma per anni è stato uno dei tanti imam itineranti senza una base fissa. I carabinieri ritengono che sia stato in contatto con diversi personaggi dell’integralismo islamico, ad esempio con Idriz Bilibani, altro kosovaro arrestato nel suo Paese nel 2014 perché coinvolto in attività terroristiche. Oppure con Husein Bosnic, detto Bilal, bosniaco, personaggio noto da decenni alle cronache, prima appartenente alla brigata Al Mujahid presente nel conflitto balcanico alla fine degli anni ’90 e poi, una quindicina di anni dopo, arrestato dalla Polizia bosniaca che lo riteneva un elemento di spicco di un’organizzazione che finanziava e reclutava foreign fighters da inviare sugli scenari di guerra di Iraq e Siria.
Il sospetto è che Idrizovic avesse contatti anche con altri estremisti in Italia e non. Spesso si collegava a un’emittente radiofonica kosovara che trasmette in bassa frequenza solo nella zona del villaggio di Restelica Gora e nel resto del mondo via web e durante i quali leggeva, traduceva e commentava (a modo suo) passi del Corano. Le indagini del Ros e dagli accertamenti della polizia tedesca è emerso che il 39enne aveva intessuto rapporti con la comunità islamica kosovara di Dortmund dove sarebbe andato alla fine del 2016. Qualche mese dopo ha chiesto il rilascio della carta di soggiorno per potersi trasferire dall’Italia in Germania per ricoprire il ruolo di imam ma nel luglio scorso le autorità tedesche lo hanno respinto al suo arrivo all’aeroporto di Colonia notificandogli un provvedimento di divieto di ingresso per 4 anni perché considerato “predicatore d’odio” e “salafita coinvolto nella radicalizzazione di combattenti stranieri per lo stato islamico“.