Il ciclone cieco dell’allontanamento da ogni ruolo pubblico e professionale si è abbattuto su Kevin Spacey in nemmeno 24 ore e mentre il colosso dello streaming comunica di aver chiuso con la popolare serie tv, il fratello di Spacey rivela: "Kevin ha tentato di fuggire da questo terribile clima familiare, evitando quello che stava succedendo, avvolgendosi in una sorta di “bolla” emotiva"
Netflix non produrrà più nessuna nuova serie di House of Cards. La sesta stagione di una delle serie più seguite della storia della tv contemporanea sarà l’ultima. La notizia potrebbe risultare quasi ridicola, ma il ciclone cieco dell’allontanamento da ogni ruolo pubblico e professionale si è abbattuto su Kevin Spacey in nemmeno 24 ore. Dopo essere stato accusato dall’attore Anthony Rapp di aver tentato nel 1986 da 26enne attore di Broadway un approccio fisico con Rapp 14enne, mentre quest’ultimo si era attardato nella sua stanza da letto a guardare la tv durante un party, Spacey è stato costretto a dire definitivamente addio al ruolo osannato in ogni angolo del globo del presidente degli Stati Uniti, Frank Underwood. L’attore, protagonista e produttore esecutivo di una serie da 53 nomination agli Emmy, interpreterà soltanto l’ultima serie, la sesta, che si sta girando in questi giorni in Maryland, e che probabilmente vedremo a metà 2018. “Media Rights Capital e Netflix sono profondamente turbati per le notizie che riguardano Kevin Spacey”, ha spiegato la produzione Usa in una nota stampa. “I dirigenti di entrambe le nostre compagnie si sono recati a Baltimora per incontrare cast e team della serie per esprimere loro tutto il nostro sostegno. Come previsto dal programma, Spacey al momento non è al lavoro sul set”. Un portavoce di Netflix ha poi confermato al quotidiano Guardian che la decisione di chiudere lo serie era già stata presa alcuni mesi fa, e non in risposta alle affermazioni riguardanti la 58enne star di film come American beauty o I soliti sospetti.
Spacey grazie ad House of Cards ha vinto anche un Golden Globe come miglior attore di una serie drammatica. E proprio come in uno dei più sorprendenti drammi con inattesi colpi di scena alle accuse di molestie di oltre trent’anni fa, al coming out che ha fatto seguito alle sue scuse pubblicate sui suoi profili social, ecco piombare addosso al premio Oscar le confessioni di suo fratello maggiore: Randall Fowler. Il 62enne autista di limousine, e a tempo perso imitatore di Rod Stewart, ha spiegato al Daily Mail che il loro padre, Thomas Geoffrey Fowler, “era un nazista” che l’ha “violentato più volte durante l’adolescenza” e che la loro madre “sapeva tutto”. “In casa nostra c’erano le tenebre. Sembra difficile da credere, ma era qualcosa di orribile”, ha spiegato Fowler come per addossare su di sé la difesa del fratello Kevin dalla furia violentatrice del padre, sottolineando come il genitore si fosse iscritto al partito nazista quando loro erano ragazzini, di come odiasse gli ebrei, e che si era perfino tagliato i baffi per somigliare ad Hitler. Randall Fowler ha poi precisato che il fratello Kevin “ha tentato di fuggire da questo terribile clima familiare, evitando quello che stava succedendo, avvolgendosi in una sorta di “bolla” emotiva, diventando per sopravvivere molto furbo e brillante”. Mister Thomas Geoffrey Fowler è morto nel 2003 a 68 anni ad Atlanta dopo essersi trasferito per l’undicesima volta tra i diversi stati americani.