Due le proposte di modifica presentate oggi in Commissione Bilancio al Senato. "Abbiamo spinto noi per risolvere la questione velocemente", ha commentato il ministro del'Istruzione Valeria Fedeli. Nei giorni scorsi il segretario Pd Matteo Renzi si era detto "allibito" e aveva chiesto di cambiare la legge
Due emendamenti infilati nel decreto legge fiscale per superare l’obbligo da parte dei genitori di andare a prendere i figli a scuola. A presentare gli emendamenti per il Partito democratico sono stati Andrea Marcucci e Francesca Puglisi: “A nome del gruppo Pd – hanno dichiarato i senatori dem – abbiamo depositato due emendamenti per garantire l’autonomia di scelta dei genitori nell’andare a riprendere i figli dalle scuole medie”. Il testo prevede che i genitori, i tutori e i soggetti affidatari dei minori possono autorizzare le scuole a “consentire l’uscita autonoma dei minori di 14 anni” al termine dell’orario di lezione, esonerando il personale scolastico “dalla responsabilità” prevista dalla legge. Dei circa mille emendamenti al Dl Fisco depositati in commissione Bilancio del Senato, diversi riguardano proprio la discussa legge sull’obbligo di vigilanza sui minori quando escono da scuola, ha confermato il relatore del decreto Silvio Lai. A presentare emendamenti è stato anche Mdp: “È un tema che andava risolto subito”, ha dichiarato il capogruppo Cecilia Guerra. Il testo di Mdp ricalca gli emendamenti del Partito democratico e specifica che l’uscita va “autorizzata dai genitori per iscritto, con nota indirizzata al dirigente”.
“Abbiamo spinto noi perché fosse presentato l’emendamento, utilizzando il decreto legge per risolvere la questione velocemente“, ha rivendicato il ministro del’Istruzione Valeria Fedeli. Che in un primo momento aveva difeso la normativa: “È la legge – aveva dichiarato – per i nonni è un grande piacere andare a prendere i nipotini”. Poi, dopo il consiglio dei ministri, una parziale retromarcia: “È un argomento su cui abbiamo fatto un lungo approfondimento. Le scuole, attualmente, stanno operando scelte che sono conformi al quadro normativo vigente in materia di tutela dell’incolumità delle studentesse e degli studenti minori di 14 anni”.
Sulla questione era intervenuto anche il segretario del Partito democratico Matteo Renzi: “Sono allibito, ho chiesto di cambiare la legge. Poi, studiando la vicenda e la pronuncia della Cassazione, ho capito meglio i termini della questione. La legislazione italiana tutela il minore, e fa benissimo, ma dimentica l’autonomia che è valore educativo e pedagogico importantissimo”. Il caso è nato infatti dopo un pronunciamento della Corte di cassazione riguardo al caso di un bambino di 11 anni investito da un bus dopo essere uscito di scuola. La Suprema corte non aveva escluso la responsabilità dell’istituto scolastico, affermando che il personale scolastico deve far salire e scendere dai mezzi di trasporto davanti al portone della scuola le alunne e gli alunni, compresi quelli delle scuole medie. E deve comunque vigilare fino al subentro della vigilanza dei genitori o delle persone da loro incaricate.
Da qui la proposta del ministro Fedeli di introdurre una nuova legge che possa permettere ai genitori di “firmare una liberatoria” in modo da scagionare dal punto di vista i vari istituti scolastici.