Il presidente potrebbe fare leva sul precedente di Hesham Mohamed Hadayet, 41enne egiziano che nel 2002 aprì il fuoco nell'aeroporto di Los Angeles. Anche lui era diventato americano grazie alla lottery, da sempre invisa ai Repubblicani che, senza successo, hanno cercato più volte di riformarla o abrogarla
“Vogliamo un’immigrazione su basi meritocratiche, non il sistema lotteria voluto dai Democratici. Fermeremo questa follia”. A poche ore dall’attentato terroristico che ha colpito New York, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, manifesta la sua vicinanza alle famiglie delle vittime e non perde tempo per dare una nuova spinta al suo programma di tagli all’immigrazione. L’appiglio è la notizia da lui stesso diffusa secondo la quale Sayfullo Habibullaevic Saipov, il 29enne di origine uzbeka che a bordo di un pick-up si è lanciato contro una pista ciclabile della metropoli americana uccidendo almeno otto persone e ferendone altre undici, avrebbe ottenuto un permesso permanente per gli Stati Uniti grazie al sistema del Diversity Visa Lottery Program, introdotto con la Legge sull’Immigrazione del 1990. Dopo la proposta del cosiddetto Muslim Ban e la successiva “lista nera” comprendente undici Paesi, cancellare un sistema di concessione di permessi che più volte ha ricevuto attacchi dall’ala repubblicana potrebbe rappresentare il nuovo obiettivo di The Donald in politica interna. Ma l’opposizione, per voce del sindaco di New York, Bill de Blasio, avverte: “Non politicizzare la tragedia”.
Il sistema di assegnazione della Green Card, documento che permette agli immigrati stranieri di risiedere in maniera permanente sul territorio degli Stati Uniti attraverso lotteria è stato introdotto con la Legge sull’Immigrazione del 1990. Il sistema ha lo scopo di favorire l’immigrazione negli Usa da quei Paesi che registrano un minor numero di arrivi in America negli ultimi cinque anni. Si tratta di 50mila visti permanenti all’anno che saranno estratti tra i candidati dei Paesi ammissibili, quelli con un numeri di arrivi limitati, appunto. Coloro che fanno richiesta di ammissione alla lotteria dovranno comunque possedere dei requisiti simili a quelli necessari per l’ottenimento di un normale visto: garanzie legate al livello d’istruzione o di esperienza lavorativa, economiche, una fedina penale immacolata e buone condizioni di salute.
Nonostante questi paletti, il Diversity Visa Lottery Program ha ricevuto, negli anni, numerose critiche da parte soprattutto di esponenti del Partito Repubblicano che più volte hanno cercato di cancellarlo con riforme o proposte di tagli economici al programma, senza ottenere però grandi risultati. Nonostante studi di agenzie governative non abbiano trovato una correlazione tra questo metodo di distribuzione dei visti permanenti e il pericolo legato al terrorismo, l’accusa dei suoi detrattori è proprio quella di essere un facilitatore per l’ingresso di soggetti estremisti all’interno del territorio statunitense. Punto di vista riassunto perfettamente in uno degli ultimi tweet di Trump: “Il terrorista è entrato nel nostro Paese grazie a quello che è chiamato Diversity Visa Lottery Program, una bellezza di Chuck Schumer (il senatore dem additato come il principale sponsor della lotteria, ndr). Voglio visti in base al merito”. Punto di vista che trova appiglio nel fatto che il programma non prevede l’esclusione dalla lista degli ammissibili di quegli Stati considerati da Washington sponsor del terrorismo, proprio perché la selezione deve essere fatta sui singoli soggetti candidati.
Dalla parte dei contrari a quello che è stato ribattezzato Programma Schumer c’è un precedente: quello di Hesham Mohamed Hadayet, il 41enne di origini egiziane che nel 2002 aprì il fuoco nei pressi della biglietteria della compagnia aerea israeliana El Al all’aeroporto di Los Angeles, uccidendo due persone e ferendone quattro. L’uomo era entrato negli Stati Uniti con visto turistico nel 1992 e alla sua scadenza, sei mesi dopo, aveva fatto richiesta di asilo politico, sostenendo di essere stato arrestato in Egitto con la falsa accusa di appartenere al gruppo islamista Al-Gama’a al-Islamiyya. La richiesta gli era stata negata ma, in attesa della sentenza di appello, l’uomo aveva ottenuto un permesso di lavoro provvisorio che gli è servito a non lasciare gli Stati Uniti fino al 1997, quando sua moglie Hala Sadek el Awadly è stata una tra i 55mila fortunati, allora il programma prevedeva 5mila posti in più, sorteggiati per l’ottenimento della Green Card.
A 15 anni da quell’episodio, l’attentato compiuto dal 29enne Saipov riacutizza lo scontro tra sostenitori e detrattori del Diversity Visa Lottery Program. Uno scontro nel quale Donald Trump, visti i numerosi tweet lanciati, potrà e vorrà inserirsi per portare avanti la sua politica anti-immigrazione e, favorito dal clima di chiusura che l’attentato rischia di generare, cercare la prima vera vittoria interna della sua presidenza. Un successo che varrebbe doppio perché ottenuto su un campo dove, in passato, altri esponenti repubblicani hanno fallito.