“Come li scegliete?”. E’ la domanda lapidaria che a Dimartedì (La7) il giornalista Giovanni Floris rivolge al deputato del M5S, Luigi Di Maio, a proposito degli insulti scritti dal candidato assessore regionale pentastellato alla Sicilia, Angelo Parisi, contro il parlamentare del Pd Ettore Rosato e alcuni giornalisti. “Quel tweet è da condannare – risponde Di Maio – io e Cancelleri lo abbiamo condannato fermamente e infatti abbiamo subito invitato Parisi a chiedere scusa a Rosato. Ovviamente non sono i tweet a determinare la qualità di una classe dirigente. Parisi è un ingegnere che, se vinceremo, si occuperà dei rifiuti ed è una persona che noi riteniamo valida. In questo ambito, abbiamo avuto una serie di personaggi, che legati a Cuffaro, a Lombardo e a Crocetta, che venivano messi negli assessorati, perché rispondevano a determinate logiche. Ricordo che la Sicilia è l’ultima regione italiana per la raccolta differenziata”. “Uno però una idea dello spessore della persona se la fa con quel tweet”, ribatte Floris. “Lo fa un tweet?”, chiede Di Maio. “Anche”, risponde il conduttore della trasmissione. A rincarare la dose è il giornalista di Repubblica, Massimo Giannini, che cita la celebre frase di Nanni Moretti nel suo film “Palombella rossa” dell’89 (“le parole sono importanti”). E aggiunge: “Chi parla male pensa male. Parisi si è scusato solo perché lo avete costretto voi e dovrebbe scusarsi anche coi giornalisti, visto che ha dato degli ‘imbecilli’ a tutti quanti, come troppo spesso fate davanti a una critica. Per voi chiunque sta dall’altra parte viene considerato un minus habens e un deficiente. Lei non pensa che voi vertici dobbiate fare qualcosa nei confronti di queste persone? Lei dice che non basta un tweet a qualificare una persona. Ma non bastano neanche le scuse. Uno così non dovrebbe fare l’assessore. Ancora una volta il tema della selezione della classe dirigente per voi del M5S è cruciale. E voi lo sottovalutate”. “Mi faccia capire una cosa” – risponde Di Maio – “Oggi la prima notizia degli online italiani e addirittura di alcuni tg era questo tweet, quando oggi Berlusconi e Dell’Utri vengono di nuovo indagati per le stragi di mafia del ’93? E non solo: in questi giorni vi abbiamo detto che nelle liste in Sicilia c’è gente che stava in galera e voi venite a dire a me che per un tweet dobbiamo stare attenti alla classe dirigente?”. E aggiunge: “Abbiate pazienza: siamo stati definiti Aids da Micchichè di Forza Italia e nessuno si è indignato. Vincenzo De Luca ha detto a me: ‘Che ti possano uccidere’. E nessuno si è indignato”. Giannini risponde: “E’ una vergogna e su questo ha ragione”