“Il sottotesto sembra essere: Ti vogliamo bene, abbiamo grande stima, ma in campagna elettorale devi stare defilata“. È così che Milena Gabanelli spiega la sua emarginazione all’interno della Rai. L’ideatrice di Report ieri ha inviato una lettera in viale Mazzini per annunciare le dimissioni a partire dal prossimo 15 novembre. E oggi si congeda inviando dei saluti ben precisi.  “Mi sento – spiega alla Stampa – di ringraziare il direttore generale Orfeo e la presidente della Rai Maggioni per avermi spianato la strada verso l’uscita”.

“Credo che la mia indipendenza sia nota, e tra l’altro avrei affrontato argomenti trasversali, con numeri capaci di spiegare fenomeni complessi con una modalità innovativa comprensibile dal grande pubblico, e per questo sempre più sfruttata da grandi testate, siti e notiziari tv”, dice intervistata dal Corriere della Sera. Gabanelli è intervistata anche da La Stampa, e Repubblica pubblica un colloquio. Tramontata l’ipotesi di codirigere Rai News per creare e guidare un unico sito di notizie online targato viale Mazzini, la giornalista aveva infatti proposto al direttore generale, Mario Orfeo, un nuovo format.

“Una striscia quotidiana di un racconto per numeri, della durata di 4-5 minuti, dopo il Tg1, con pubblicazione anche sullo stesso sito di Rai News. Mi è stato risposto che è impossibile inserire i 4 minuti perché il palinsesto è già varato e Orfeo mi ha detto che eventualmente se ne potrebbe riparlare a giugno. Non c’è altro da aggiungere”, spiega Gabanelli, che si è quindi dimessa dalla televisione pubblica.  Lascia, pur con la nomina a condirettore di Rai News. “lo ribadisco: stimo Antonio Di Bella, e c’è anche un bel rapporto personale, ma il direttore responsabile è lui! Dentro a uno sgabuzzino a cosa serve un condirettore? Fa giusto un pò di scena, ma è un colpo di cipria sul nulla… a parte lo stipendio. Ma io penso di avere un valore, non un prezzo”, dice l’ideatrice dello storico programma di giornalismo d’inchiesta di Rai Tre. Che doveva essere il nome nuovo per lanciare la tv pubblica nel mondo del giornalismo online.

“Il sito di Rai News – spiega Gabanelli –  anche con 40 giornalisti, non è in grado di dare una copertura competitiva 24 ore su 24, ma la vera questione è che quel sito è percepito dai giornalisti Rai come una testata diversa dalla propria, quindi concorrente: il collega del Tg1 non anticipa la sua notizia sul sito di Rai News. Io sono stata assunta a gennaio per predisporre, con la direzione digital, il portale unico di informazione online, slegato dalle testate e quindi capace di veicolare i contributi di tutti i 1.600 giornalisti dell’azienda. Oggi il servizio pubblico nell’informazione online non c’è. E non ci può essere con un sito come quello che sta dentro a Rainews.it , anche con tutti gli sforzi possibili”. Un progetto che però si è arenato. “La scusa (perché è una scusa) – dice Gabanelli a Repubblica –  è che non si può varare una nuova testata se non se ne chiudono prima delle altre. Non riescono ad accorpare al Tg1 una testata inutile (con tutto il personale dedicato) come è Tg Parlamento, e per questo bloccano una testata online degna del servizio pubblico. Dicono di no, nonostante i profitti che ne deriverebbero”.

La Rai non ha controproposto nulla? “Lunedì – è il racconto della giornalista –  il direttore generale ha offerto di ritornare a Report, e fare la co-conduzione accanto a Sigfrido Ranucci. Mi è parsa un’idea un pò stravagante, perché sono stata io a decidere di lasciare la trasmissione, non sono stata mandata via, ritenevo conclusa l’esperienza. La Rai cosa fa? Mi propone di tornare indietro, con una proposta anche mortificante verso Ranucci e la squadra di Report che stanno producendo ottimi risultati”.

E se Orfeo ieri si era detto “dispiaciuto” dalla decisione di Gabanelli, adesso le dichiarazioni della giornalista finiscono al centro degli attacchi del comitato di redazione di Rai Parlamento. “Il senso di superiorità che Milena Gabanelli si autoattribuisce è insopportabile. Rai Parlamento non è una testata inutile, come lei la definisce in un colloquio con Repubblica. Siamo, giornalisti, tecnici e impiegati, una specificità del servizio pubblico Rai. Le nostre produzioni rappresentano un unicum nei palinsesti. Dispiace leggere parole di una collega autorevole come la Gabanelli che rappresentano uno sputo in faccia contro colleghi che meritano dignità analoga a quella che lei riserva al suo lavoro”, dicono dal cdr.

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