L’annuncio del capo del Governo arriva da New Delhi dove per la felicità del suo omologo Narendra Modi, durante il bilaterale tra i due Stati, Gentiloni ha firmato un memorandum dove spunta anche l’ipotesi dell’insegnamento dello yoga durante le ore di educazione fisica: “Si cercherà di capire se sia possibile inserire questa disciplina a scuola, nelle ore di ginnastica, coinvolgendo anche istituzioni qualificate”. Reazioni contrastanti tra gli addetti ai lavori
L’idea del premier Paolo Gentiloni di introdurre lo yoga nel programma delle scuole divide il mondo degli insegnanti di educazione motoria. Da una parte c’è chi pensa si tratti di una proposta peregrina, dall’altra chi promuove l’iniziativa del presidente del consiglio.
L’annuncio del capo del Governo arriva da New Delhi dove per la felicità del suo omologo Narendra Modi, durante il bilaterale tra i due Stati, Gentiloni ha firmato un memorandum dove spunta anche l’ipotesi dell’insegnamento dello yoga durante le ore di educazione fisica: “Si cercherà di capire se sia possibile inserire questa disciplina a scuola, nelle ore di ginnastica, coinvolgendo anche istituzioni qualificate”. Parole che hanno entusiasmato Modi che in India ha proclamato il 21 giugno una giornata nazionale dedicata a questa pratica ascetica e meditativa che lo vede impegnato in prima persona. Applausi a Gentiloni arrivano anche dalla Federazione yoga che con lo Stato italiano ha firmato già due protocolli d’intesa per promuovere la tecnica orientale anche nelle nostre aule.
A bocciare l’idea del premier è invece Olga Cicognani che per quarant’anni ha insegnato educazione fisica ed ora è docente di Scienze motorie a Bologna, oltre che presidente regionale del Centro studi per l’educazione fisica in Emilia Romagna: “Lo yoga nelle scuole non serve. La proposta del premier cozza con la definizione di educazione motoria. Nella scuola, soprattutto alla primaria e alle medie, sono ore di attività, dove c’è movimento – spiega a ilfattoquotidiano.it – Nulla di passivo come lo yoga che mette in moto la mente ma non il corpo. Non è adatto ad un bambino che ha bisogno di muovere gli arti, la schiena. I ragazzi hanno bisogno di non stare fermi”. Resta poi un problema: oggi nei corsi di scienze motorie da dove escono gli insegnanti che vanno nelle palestre delle nostre scuole non si insegna yoga. Di conseguenza non ci saranno professori in grado di entrare in aula ed educare i ragazzi a questa pratica.
A promuovere l’ipotesi di Gentiloni è invece Giuseppe Cindolo presidente della Federazione italiana educatori fisici e sportivi che raccoglie anche molti docenti: “L’educazione motoria deve avere una svolta e pertanto deve cambiare il concetto di fondo e a sua volta la figura dell’insegnante. Un ragazzo che si iscrive per esempio ad un liceo sportivo si aspetta qualcosa di diverso rispetto a ciò che conosce”. Ma il presidente sottolinea che “nei programmi dei corsi di scienze motorie non c’è yoga ma non c’è nemmeno la didattica dell’insegnamento, lo studio che regola la crescita muscolare dell’individuo – dice – Questa gente non sa cosa succede a 14-15 anni nel corpo umano: come fanno a proporre delle attività fisiche se non ne conoscono l’effetto benefico? Noi abbiamo lottato anni per trasformare l’Isef in facoltà di scienze motorie ma ora siamo caduti nel tranello opposto: ci si è dimenticati la pratica didattica e la tecnica che prima veniva fatta all’Isef”.
Cindolo è convinto della bontà della proposta del premier: “Invitiamo fin da ora la Federazione insegnanti yoga ad incontrarci per mettere in campo delle azioni comuni per lavorare insieme su questa idea di Gentiloni – conclude – Lo yoga va fatto conoscere ai ragazzi e va introdotto nell’aggiornamento degli insegnanti”.