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Commemorazione defunti, perché il 2 novembre è il “giorno dei morti”: origine e tradizioni nel mondo

Il rito attuale venne 'canonizzato' dall'abate benedettino sant'Odilone di Cluny, che nel 998 fece risuonare le campane 'a morto' dopo i vespri dell'1 novembre offrendo l'ecauristica "pro requie omnium defunctorum". Papa Francesco al cimitero Americano e al sacrario delle Fosse Ardeatine. Ecco tradizioni europee e sudamericane

di F. Q.

Non una festività civile, come molti credono e come avviene il giorno prima con la solennità di Tutti i Santi. Ma una ricorrenza della Chiesa cattolica dedicata alla commemorazione di tutti i fedeli defunti che affonda la propria storia nel primo millennio. L’origine del “Giorno dei morti”, 2 novembre, è da sempre connessa alla possibilità di acquistare indulgenze e ancora oggi è una delle giornata nelle quali i cimiteri sono più affollati di credenti e per questo gli orari di apertura vengono allungati.

Le origini
Le prime tracce di commemorazione di tutti i defunti – benché anche sant’Agostino spiegava la consuetudine di pregare per loro al di fuori dei rispettivi anniversari – risalgono al IX secolo e hanno origine nell’uso monastico di dedicare un giorno di preghiera ai defunti, risalente a 200 anni prima. Il rito attuale venne ‘canonizzato’ dall’abate benedettino sant’Odilone di Cluny, che nel 998 fece risuonare le campane ‘a morto’ dopo i vespri dell’1 novembre offrendo l’ecauristica “pro requie omnium defunctorum”. Un centinaio di monasteri dipendenti da quello di Cluny contribuirono al diffondersi della celebrazione in molte parti dell’Europa settentrionale. Tanto che nel 1311, anche Roma sancisce ufficialmente la memoria dei defunti.

Gli impegni di Francesco e il Famedio
Anche papa Francesco prenderà parte ad alcune celebrazioni: alle 15 sarà al cimitero Americano di Nettuno e alle 17 al sacrario delle Fosse Ardeatine per ricordare le vittime dell’eccidio del marzo 1944. A Milano, inoltre, la festa è solitamente il giorno nel quale vengono iscritti nel Famedio le persone illustri della città. Quest’anno toccherà al cardinale Dionigi Tettamanzi, al fondatore di Esselunga Bernardo Caprotti e al conduttore Paolo Limiti.

Nel mondo
In Italia è tradizione far visita ai propri defunti nei cimiteri, deponendo sulle tombe i crisantemi, un fiore coltivato da millenni in Cina e diffusosi in Europa solo da 400 anni. In altre parti del mondo, esistono tradizioni che mescolano ‘sacro’ e ‘profano’: dalle tombe ornate con giocattoli e alcolici in America centale agli aquiloni da far librare in volo in Guatemala. In Messico, uno dei Paesi più religiosi al mondo, la festa entra nelle case dove vengono preparati altari dei morti affinché i defunti faccia ritorno nelle proprie abitazioni per ‘salutare’ i famigliari.

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