La procura di Forlì ha accolto l'esposto che l'Arcigay Rimini-Forlì-Cesena ha presentato contro il movimento di estrema destra. Anche il comune di Cesena si costituirà parte civile nella prima udienza, in programma il 7 novembre. L'associazione: "Importantissimo caso pilota a livello nazionale, visto che non esiste una legge a nostra tutela"
Tappezzarono le strade di Cesena con manifesti funebri in cui annunciavano ‘la morte della civiltà’ in occasione della prima unione civile in città di due uomini, Marco e Manuel, e inscenarono anche un funerale per le vie del centro. Per questi fatti, ora, Forza Nuova dovrà affrontare un processo, la cui prima udienza è fissata per martedì 7 novembre. La procura di Forlì ha infatti accolto l’esposto che l’Arcigay Rimini-Forlì-Cesena ha presentato contro il movimento di estrema destra.
In aula, spiega Arcigay in una nota, non si costituirà parte civile solo l’associazione “ma anche il comune di Cesena” che, così, “si allea con Arcigay nella sua battaglia di civiltà“. A giudizio dell’associazione, ancora, “in Italia non esiste una legge contro l’omofobia che sanzioni questi comportamenti, i quali vanno ben oltre la critica politica perché mettono nel mirino due persone innocenti per minacciare un’intera collettività di persone”.
Attendendo “che alle prossime elezioni i partiti inseriscano nel loro programma l’impegno ad approvare questa legge”, sottolinea l’associazione, “il caso che si inizierà a discutere tra pochi giorni diventa un importantissimo caso pilota a livello nazionale”. Pertanto sottolinea Arcigay, “ci auguriamo che grazie a questo processo sarà possibile fare un passo per sanare il paradosso per cui in Italia, il Paese più omofobico d’Europa, non esistono leggi che proteggano le persone Lgbt dalle infamie e minacce che ricevono ogni giorno e – conclude la nota – che non denunciano proprio per l’inefficacia sanzionatoria del nostro sistema giuridico e legale”.