Negli ultimi giorni di campagna elettorale sull'isola la botta segreta dei dem per recuperare voti è una: il Ponte sullo Stretto di Messina. Lungamente promesso da Berlusconi, poi rilanciato da Renzi (che aveva fatto arrabbiare ambientalisti, tecnici e ingegneri), adesso lo vogliono anche i dirigenti siciliani. E il candidato governatore Micari chiude la campagna con una traversata sullo Stretto
“Una cosa carina“. Anzi: “Una priorità“. Ma anche di più: “La Sicilia che diventa porta d’entrata dei commerci che vengono dall’Oriente”. Stretti nella morsa tra il centrodestra di Nello Musumeci e il Movimento 5 Stelle di Giancarlo Cancelleri, persino inseguiti dalla sinistra di Claudio Fava, i dirigenti del Pd hanno capito come fare per provare a recuperare posizioni in Sicilia. Forse promettendo una legge che tagli stipendi e sprechi dell’Assemblea regionale siciliana? O magari annunciando una riforma per rilanciare università e ricerca? Anzi meglio: un mega aumento delle tasse per i petrolieri? Ma quando mai.
Negli ultimi giorni di campagna elettorale sull’isola la botta segreta dei dem per recuperare voti è una e una sola: il Ponte sullo Stretto di Messina. Sissignore: la più antica delle promesse elettorali, capace di regalare un lunghissimo periodo di successi siciliani a Silvio Berlusconi, adesso è diventata completo appannaggio dei dem. D’altra parte lo stesso Matteo Renzi l’aveva ripescata dal passato nel settembre del 2015, suscitando gli attacchi di ambientalisti, tecnici e ingegneri.
Questa volta, però, sull’isola è tornato Berlusconi con un programma elettorale che sembra uscito direttamente dal 1994: e il primo punto all’ordine del giorno è tornato ad essere ovviamente il Ponte. Solo che questa volta il centrosinistra è tutt’altro che contrario. “Io penso che le infrastrutture debbano essere valutate non ideologicamente ma per la loro utilità, chiamando esperti, ragionando sui flussi, i costi”, dice Piero Fassino, da tre giorni a Palermo per sostenere Fabrizio Micari, aspirante governatore del Pd e di Angelino Alfano. Ma non è da vent’anni che l’Italia discute di progetti, appalti, cauzioni legate sempre allo stesso faraonico progetto? “Vent’anni di discussione in cui però una discussione vera non si è mai fatta”, sostiene l’ex segretario dei Ds. Che in un periodo non troppo lontano era tra i leader del centrosinistra contrari proprio al medesimo ponte, quando era appannaggio esclusivo di Berlusconi e Forza Italia: com’è che adesso ha cambiato idea? Fassino non risponde e tira in ballo un nuovo tipo di coerenza: quella astratta. “Io le ho dato una risposta molto concreta ma adesso lei la pone in termini di coerenza astratta”, sbuffa l’ex sindaco di Torino , consapevole del fatto che ai dem del 2017 il Ponte piace e anche parecchio.
“Noi siamo in larga maggioranza d’accordo sul ponte sullo Stretto. Quello che io continuo a pensare è che prima ci siano una serie di opere da fare”, sottoscrive Fausto Raciti, deputato orfiniano e segretario siciliano del Pd, per nulla turbato da fatto che il suo partito stia pescando a piene mani dai programmi del centrodestra. “Il fatto che l’idea sia stata proposta per la prima volta da Berlusconi – assicura – non ne fa per forza un’idea sbagliata“. Ma come la pensa sull’argomento lo stesso Micari, che essendo ingegnere sarà a conoscenza dei vari pareri negativi espressi sull’opera da specialisti del settore solo pochi mesi fa? Per il rettore dell’università di Palermo quella del Ponte è “una cosa carina“. Che significa carina? È d’accordo o no con Renzi, Fassino e Raciti? L’aspirante governatore la prende alla larga, anzi alla larghissima. “Avete mai sentito parlare di grandi commerci che vengono dall’Oriente?”. Più o meno: e quindi? “Io voglio che la porta d’entrata per questi commerci diventi la Sicilia”, annuncia Micari. Va bene ma cosa c’entrano i commerci dell’Oriente col Ponte? Sono forse i commerci con la Calabria, che in effetti è evidentemente a est rispetto alla Sicilia? Nossignore, il rettore pensa molto più in grande: parla di Rotterdam, del canale di Suez, di porti e circumnavigazioni di continenti. “È chiaro che tutti questi milioni di container che arriveranno non possono certamente fermarsi a Messina e aspettare il traghetto“, conclude con gli occhi ad un futuro evidentemente remoto.
In attesa che milioni di container arrivino a Messina, quindi, si può dire evidentemente che anche Micari la pensa come Berlusconi: la Sicilia si salverà soltanto col ponte sullo Stretto. “Non so – dice il diretto interessato – se Berlusconi avesse contezza di quest’idea del ponte del Mediterraneo”. Eppure è un suo cavallo di battaglia, non c’è dubbio. “Vi sbagliate – dice però il rettore – l’idea del Ponte comincia dagli antichi romani“. In ogni caso, ora è del Pd. Che infatti come ha scelto di chiudere la campagna elettorale di Micari venerdì 3 novembre? Ma con una traversata in traghetto sullo stretto di Messina. A bordo il rettore in compagnia di Matteo Richetti, mentre Renzi ovviamente non si farà vedere. Con le ferrovie ferme al 1938, portare l’Intercity del Pd in Sicilia è una vera impresa.