Ventitré morti, oltre sessanta persone salvate e probabilmente alcuni dispersi. È il bilancio dell’ultimo naufragio nelle acque del Mediterraneo. La nave spagnola Cantabria ha recuperato i corpi di 23 persone che hanno perso la vita dopo il ribaltamento di un gommone diretto verso le coste italiane. Ad accorgersi dell’imbarcazione al largo delle coste libiche era stato un elicottero che stava perlustrando la zona.

La nave, impegnata nella missione Sophia di Eunavfor Med, ha salvato altre 64 persone, ma potrebbero esserci dei dispersi. Una giornata particolarmente intensa per l’equipaggio spagnolo che in mattinata aveva recuperato 146 persone in un intervento precedente, a cui vanno aggiunte altri 53 migranti recuperati dalla nave irlandese Le Niamh. In totale, quindi, sono 263 le persone salvate nella giornata di venerdì.

L’operazione Sophia, lanciata dall’Unione europea dopo i naufragi dell’aprile del 2015, è nata con l’obiettivo di catturare e distruggere le navi utilizzate dai trafficanti di migranti. La missione era stata promossa dall’Alto Rapressentante per gli affari esteri Federica Mogherini nonostante lo scetticismo del governo inglese che aveva giudicato le operazioni “un fallimento”. Un’attività che finora ha permesso di consegnare alle autorità italiane 117 sospetti trafficanti e ha recuperato 497 barconi. Un totale di 278 operazioni di salvataggio e che ha tratto in salvo 41.500 persone.

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