La polemica era nell’aria da giorni, anzi da settimane. E alla fine è esplosa alla vigilia del voto. Anche le ultime ore prima delle elezioni ragionali siciliane non riescono ad essere esenti dai veleni. Che in questo caso sono più che giustificati. Il casus belli, infatti, è legato alle modalità con cui si svolgerà lo spoglio delle schede. Le urne apriranno domenica alle 8 e chiuderanno alle 22. Poi i seggi saranno sigillati e lo spoglio comincerà lunedì mattina alle 8. Dieci lunghe ore che prestano il fianco a pensieri maligni e appunto a polemiche. Soprattutto nella regione in cui il Movimento 5 Stelle aveva chiesto l’intervento dell’osservatori Osce per vigilare sul voto di scambio. E dove persino il ministro dell’Interno, Marco Minniti, aveva scritto ai prefetti per chiedere maggiore controllo.
Ad accendere la miccia è Sinistra Italiana, che sostiene la candidatura a governatore di Claudio Fava. “Chiediamo un rafforzamento della sorveglianza dei seggi dato che la legge elettorale siciliana prevede che le operazioni di scrutinio si svolgano l’indomani. È sbagliato lasciare le urne chiuse per l’intera notte di domenica, non se ne capisce la ragione. Se qualcuno volesse fare il furbo avrebbe maggiori opportunità”, dice il deputato di Erasmo Palazzotto, che a sostegno della sua tesi ricorda come andarono le elezioni comunali a Palermo dieci anni fa. “Nel 2007 – spiega – il voto venne falsato come accertato con sentenza passata in giudicato”. In quel caso le elezioni vennero vinte dal forzista Diego Cammarata che riuscì a sconfiggere Leoluca Orlando.
Alla denuncia di Sinistra Italiana si accoda, però, anche Giancarlo Cancelleri, candidato governatore del Movimento 5 Stelle seppur con toni diversi. “Ho grande fiducia nelle forze dell’ordine e non sono preoccupato per lo spoglio lunedì. Ma forse la vera domanda è perché solo in Sicilia questo spoglio si fa dopo dieci ore. Io non so il motivo, bisognerebbe chiederlo alla giunta di governo e a Crocetta”. Non sono preoccupati dalle modalità di scrutinio delle schede, invece, Nello Musumeci e Fabrizio Micari, aspiranti presidenti sostenuti dal centrodestra e dal centrosinistra.
Lo scrutinio è stato rinviato alla giornata di lunedì da una legge regionale. Anche alle precedenti elezioni – nel 2012 – si erano seguite queste modalità senza che però il fatto sollevasse alcuna polemica. Questo turno elettorale siciliano, però, è stato costellato dalle accuse incrociate tra le forze politiche. Il Movimento 5 Stelle si era appellato al Viminale per chiedere l’invio degli osservatori internazionali dell’Osce. “C’è un serio problema di voto di opinione e libertà di voto. Le premesse per un voto di scambio ci sono tutte: siamo preoccupati”, aveva detto il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio.
“Le missioni dell’Osce vengono solitamente predisposte in occasione dei maggiori appuntamenti elettorali parlamentari o presidenziali e non per le elezioni di livello locale”, era stata la risposta del ministro dell’Interno, Marco Minniti, Che dopo aver rigettato la richiesta del M5s, aveva preso carta e penna per scrivere ai nove prefetti siciliani. Una missiva per chiedere di attenzionare i “momenti più delicati del voto e dello scrutinio dove più spesso si verificano irregolarità” alle elezioni del prossimo 5 novembre. La lettera di Minniti è la risposta della richiesta del governatore Rosario Crocetta, che aveva sollecitato un intervento del Viminale dinanzi al “possibile rischio di un condizionamento malavitoso” delle elezioni regionali.
E adesso, Crocetta fa mea culpa. “È stato un errore non cambiare la norma in questi cinque anni – dice a Repubblica.it – Mi rendo conto che è una norma sbagliata e che dovevamo modificarla. Ma io non ho mai avuto una maggioranza e non ho presentato modifiche perché temevo imboscate all’Ars da parte di gruppi di deputati che ne avrebbero approfittato per stravolgere tutta la legge elettorale. Insomma, una proposta di modifica per me sarebbe stata come un cavallo di Troia e ho voluto evitare. Certo, è strano dover aspettare una notta intera“. Soprattutto perché domenica sera le tv nazionali diffonderanno subito i primi exit poll. Certo a urne chiuse influenzeranno ben poco. Ma magari turberanno i sonni di qualcuno.