Emanuela Cavazzini, managing director della società di produzione Brand-Cross, ha lavorato a lungo con il regista premio Oscar. "Pur dando tutta la mia solidarietà come donna a chi sta denunciando casi avvenuti nel passato, trovo che in certi casi si stia superando il limite e si finisca nel grottesco". Meno dubbi, invece, su Weinstein: "L'ho conosciuto e di lui posso affermare che è il porco che descrivono"
“Non è che ci sono rimasta male. Io a queste accuse di molestie piombate su Giuseppe Tornatore non ci credo proprio per niente”. L’ha scritto senza pensarci un attimo su Twitter, Emanuela Cavazzini, managing director della società di produzione Brand-Cross, produttrice di decine di spot tv con il regista siciliano, nonché direttrice di produzione sul set del film Malena nel 2000. Una difesa a 360 gradi da parte di una donna al regista presunto molestatore, tirato in ballo in un’intervista dalla soubrette Miriana Trevisan. “Conosco Tornatore da 20 anni, ho lavorato tanto con lui, abbiamo prodotto diversi spot pubblicitari tra cui quelli per la Q8 e la Nissan, e lui mi ha voluto come direttrice di produzione sul set di Malena”, ha raccontato la Cavazzini al Fattoquotidiano.it. “Abbiamo passato tanto tempo insieme all’estero per lavoro, abbiamo visitato location diverse da quelle romane. Giuseppe è un gran signore, persona di grandi valori, umile, intelligente, colto. Non sono la Trevisan, ma lavorandoci a stretto contatto per anni avrei potuto trovarmi in una situazione simile. Invece non mi è mai successo nulla”. Diversa l’opinione sul grande accusato di queste ultime settimane: “A proposito ho conosciuto anche Weinstein e di lui posso certamente affermare che è il porco che descrivono”, ha scritto la Cavazzini tra i vari tweet in difesa del regista premio Oscar. “Ho conosciuto Harvey Weinstein e Fabrizio Lombardo ai tempi di Malena nel 2000”, specifica la Cavazzini al telefono. “Eravamo a Cinecittà per girare le scene dei sogni del bambino protagonista della storia, e lì sul set era venuto anche Weinstein. Per carità, lungi da me accusare qualcuno, ma se dovessi descrivere il suo atteggiamento verso gli altri, lo definirei strafottente e arrogante. Fumava pure il sigaro dentro ai teatri di posa. Confermo che incutesse un certo timore e una certa tensione sugli altri come persona. In qualche modo potrei crederci a quello che si è detto su di lui, ma non ho mai assistito a nulla di sconveniente. Io ero sul set con Monica Bellucci e nessuno si azzardava a fare niente con lei. Tornatore poi non ne parliamo: era correttissimo verso tutte e tutti”.
Così appena rimbalzato sul web il j’accuse di Miriana Trevisan, dal telefonino della Cavazzini è partito l’sms all’amico Giuseppe. “Ti conosco, ti sono vicina, per qualsiasi cosa io ci sono”. Proprio perché l’effetto domino di questi giorni, fatto di confessioni e rivelazioni di molestie nel mondo del cinema, da parte di uomini potenti su donne, o uomini, senza potere, rischia di travolgere chiunque indistintamente. “Bisogna prendere ogni notizia con le pinze. La tracimazione è fastidiosa. Ogni caso fa storia a sé. Prima di creare lo scandalo, nel bene o nel male, sia che sia vero o falso, bisogna distinguere tra caso e caso nei dettagli. Pur dando tutta la mia solidarietà come donna a chi sta denunciando casi avvenuti nel passato, trovo che in certi casi si stia superando il limite e si finisca nel grottesco”.
La difesa di un uomo che, pronunciata da una donna, proprio in queste ore concitate sembra suonare strana e inattesa. E Cavazzini va oltre: “Io, da donna, mi sento un po’ toccata da questo dilagare di accuse da parte delle donne e sapete perché? Perché ritengo che quello che accade appartenga alla notte dei tempi, e che fa parte del gioco tra uomo e donna. Lo dico un po’ perché sono donna anch’io, perché sono stata giovane anch’io, e ho avuto modo di dire di no in tante circostanze senza dover mentire, senza nemmeno stigmatizzare e farne un casus belli. Un conto è aggredire e violentare una persona, un altro è mettere in croce la gente per qualcosa che è sempre esistito”.
La produttrice fa un distinguo netto tra apprezzamenti e molestie. “Ho appena letto un’intervista a Sandra Milo – continua – dove afferma che tutto sommato non le ha dato fastidio che durante la sua carriera d’attrice gli uomini le avessero toccato il sedere. Lei si sentiva sexy e non rinnega qualcosa che le ha dato piacere. È una voce fuori dal coro, ma di una donna intelligente. Talvolta gli apprezzamenti possono fare piacere, poi chiaro se diventano pesanti e violenti vanno denunciati. Rimango comunque dell’idea, come scrisse Vittorio Alfieri vòlli, e vòlli sèmpre, e fortissimaménte vòlli. Se credi in qualcosa che vuoi portare avanti, la tua intelligenza e la tua passione ti portano comunque a raggiungere il risultato”.