L'inaugurazione della struttura era prevista nel corso della prossima settimana, ma ora è inagibile. La condanna del prefetto e del sindaco: "Atto intimidatorio, non ci fermeremo"
Hanno devastato mobili e suppellettili, poi hanno appiccato il fuoco distruggendo l’ex caseificio appena ristrutturato e pronto a ricevere 8 richiedenti asilo. E adesso il progetto di accoglienza dovrà essere rimandato. È accaduto in una frazione di Lesignano de’ Bagni, in provincia di Parma. Tra appena una settimana la struttura – che una volta era una latteria – avrebbe aperto le porte ai migranti all’interno di un progetto gestito dal Comune e dal Ciac Onlus in collaborazione con una cooperativa.
Ma ora i tempi si allungheranno e l’amministrazione di Lesignano dovrà sostenere dei costi extra per rimettere a nuovo il centro, che presenta bruciature all’esterno e diversi locali inagibili perché devastati dalle fiamme. Il sindaco di Lesignano, Giorgio Cavatorta, e il prefetto di Parma, Giuseppe Forlani, hanno condannato l’episodio, sul quale indagano i carabinieri. “Non ci fermeremo dopo questo atto intimidatorio – ha detto Cavatorta – e il progetto di accoglienza andrà avanti”.
Si tratta del secondo episodio di intolleranza nei confronti dei richiedenti asilo nel Parmense. A settembre, una donna che aveva deciso di cedere il proprio stabile come residenza per un gruppo di extracomunitari aveva denunciato ai carabinieri di essere stata minacciata e insultata da un gruppo di 50 concittadini contrari all’arrivo della piccola comunità straniera. Nella vicina Calestano, inoltre, il sindaco Francesco Peschiera ha minacciato le dimissioni nel caso venga portato a termine il progetto della Prefettura di aprire nel suo territorio un nuovo centro di accoglienza per 16 donne richiedenti asilo.