Già, perché un’altra peculiarità della Sicilia è quella legata ai dirigenti: sull’isola un dipendente ogni 9 è un capoufficio. In totale sono 1.692: solo per fare un esempio, nelle 15 regioni italiane a statuto ordinario i dirigenti sono 1.919. Uno pensa: ma in Sicilia c’è l’Autonomia, quindi è giusto che ci siano più dirigenti viste le maggiori competenze dell’ente regionale. I magistrati contabili, però, non sono d’accordo: “La dimensione degli organici e l’espandersi del perimetro pubblico regionale – si legge sempre nella relazione sul rendiconto generale – solo in parte trovano giustificazione nella titolarità – per via dell’autonomia differenziata di cui gode la Regione siciliana – di funzioni altrove allocate a livello statale. Piuttosto, nel considerare i fattori che hanno determinato un così elevato livello occupazionale, la Corte ha rilevato come il settore pubblico sia stato piegato, attraverso un uso distorto delle politiche assunzionali, a supplire all’incapacità del tessuto produttivo di assorbire la forza lavoro espressa nella regione”.
Il bello è che il gioco delle assunzioni senza concorso nella pubblica amministrazione siciliana è tutt’altro che finito. Anzi: ora il nuovo sport regionale è la stabilizzazione dei tanti precari che affollano gli uffici pubblici isolani. “Da qui – segnala la corte dei Conti – la chiusura alle opportunità di reclutamento attraverso le ordinarie procedure concorsuali e meritocratiche, sostituite da lunghi e complessi percorsi di stabilizzazione del personale precario, tuttora condizionanti, con il conseguente innalzamento dell’età anagrafica del personale in servizio e un’inevitabile frattura generazionale, oltre all’evidente vulnus ai valori costituzionali che regolano l’accesso al pubblico impiego e garantiscono il buon andamento della pubblica amministrazione”. Cosa ha fatto la giunta Crocetta a poche settimane dalle elezioni? Ma ovviamente ha deciso di inserire tra i dipendenti precari che potrebbero essere stabilizzati anche i lavoratori della Sanità. Dove troverà i soldi? Affari del prossimo presidente, non certo di quello attuale.