Avrà pure tanti nemici Papa Francesco, come del resto i suoi diretti predecessori, da san Giovanni XXIII a Benedetto XVI, ma ha anche tanti estimatori impensabili. Come Luigi Berlinguer che è rimasto subito affascinato dal Pontefice latinoamericano come rivela lui stesso nel bel libro “Ho incontrato Francesco. Papa Bergoglio raccontato dai protagonisti del nostro tempo” (Paoline) scritto dalle vaticaniste del Tg5, Alessandra Buzzetti, e di Tv2000, Cristiana Caricato.
Nel volume Berlinguer ripercorre l’incontro con il Papa: “Era un’udienza del mercoledì, io ero in prima fila, ma dietro di me c’era un sacco di gente. Per me, comiziante da piazza da sessant’anni, rozzo attivista da strada, vedere quella folla venuta per ascoltare il Papa e tutt’intorno l’organizzazione perfetta di uomini efficientissimi che smistavano le persone – e lo fanno tutte le settimane! – beh, davanti a una cosa del genere anche un non credente come me capisce innanzitutto perché, dopo duemila anni, la Chiesa è più viva che mai”.
Poi è arrivato il momento del faccia a faccia con Francesco. “Quando il Papa, alla fine dell’udienza, – racconta ancora Berlinguer – mi si è avvicinato, io ho iniziato a presentarmi: ‘Santità, mi sono occupato un po’ di scuola…’. Lui mi ha interrotto dicendomi: ‘Ma io so chi è lei!’. A me è venuto un colpo, non mi aspettavo che avesse presente chi fossi, con le centinaia di persone che vede quotidianamente. Ha poi aggiunto: ‘So cosa ha fatto e ho anche letto qualcosa che lei ha scritto’. A quel punto mi stavo per sedere per l’emozione. Era troppo! Gli ho risposto: ‘I suoi messaggi per noi che lavoriamo nel campo dell’educazione sono molto preziosi’ e lui, sorridendo, mi ha incoraggiato a non fermarmi, ad andare avanti”.
Tra le tante preziose testimonianze contenute nel libro di Buzzetti e Caricato c’è anche quella di George Weigel, autore della biografia bestseller di san Giovanni Paolo II, che si sofferma sulla corruzione del Vaticano. “Penso che a Papa Francesco sia riuscito meglio farci mettere l’attenzione sulla misericordia di Dio che porre sotto controllo la corruzione nella Curia di Roma. Ma continua a provarci”.
Così come non risparmia pesanti critiche sui cambiamenti posti in atto da Francesco nei suoi primi cinque anni di pontificato. “Non vedo – afferma Weigel – molti progressi nella riforma della Curia. Ma non penso sia impossibile, basta avere la volontà di attuarla. Sembra che gli ostacoli più grandi siano le radicate e burocratiche abitudini mentali della Curia, una mancanza di competenza manageriale nei componenti del C9 (i cardinali chiamati dal Papa a consigliarlo), una riluttanza a trovare altri impieghi per persone che non sono evidentemente in grado di fare il lavoro per cui sono pagate”.
Weigel non risparmia nemmeno una dura critica all’Amoris laetitia, il documento con il quale Francesco ha fatto importanti aperture ai divorziati risposati. “Alcune parti dell’esortazione apostolica – sottolinea Weigel – sono scritte in modo ambiguo ed è questa la ragione per cui i vescovi la interpretano in modo diverso. E se gli stessi vescovi offrono diverse letture del documento per la pratica pastorale della Chiesa, non dovrebbe stupire che lo facciano anche altri”.
Un altro dei leitmotiv utilizzato dai critici di Francesco è che con il suo arrivo a Roma sarebbe stato di colpo censurato il dialogo della Chiesa cattolica con gli artisti, credenti e non, iniziato dal beato Paolo VI e ripreso con vigore da Benedetto XVI. Per rispondere anche a questi attacchi, il Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, presieduto da monsignor Rino Fisichella, ha organizzato, insieme a Fiera Roma e Fivit Srl, “Via Pulchritudinis”. Si tratta di una mostra del sacro, che si svolgerà a Roma nel febbraio 2018, e che sarà conclusa proprio dall’udienza che Francesco concederà agli artisti che arriveranno da ogni parte del mondo.