La regina d’Inghilterra e pure quella di Giordania, Bono Vox e Madonna. Ma anche il ministro al commercio di Trump e il finanziere George Soros. L’elite mondiale non paga le tasse e a quanto pare nessuno si salva. Sono alcuni dei nomi emersi dai Paradise Papers, tredici milioni di documenti riservati che hanno svelato investimenti in paradisi off-shore di migliaia di imprenditori di tutto il mondo, tra cui 120 politici.
I documenti sono stati ottenuti dal giornale tedesco Suddeutsche Zeitung che li ha condivisi con International Consortium of Investigative Journalists (Icij), il gruppo di giornalisti che aveva già lavorato ai Panama papers e per l’Italia rappresentata dal settimanale L’Espresso. A svelare gli affari riservati nei paradisi fiscali dei potenti del mondo è un grande “leak”, una gigantesca fuga di notizie. I file provengono da due studi internazionali di professionisti che forniscono e gestiscono società offshore: Appleby , fondato nelle Bermuda, con nove filiali in altrettanti paradisi fiscali; e Asiaciti Trust, quartier generale a Singapore e altre 7 sedi in luoghi come isole Cook, Hong Kong, Panama e Samoa. Documenti studiati e analizzati da più di 380 giornalisti, attivi in 67 paesi e 96 media di tutto il mondo, tra cui New York Times, Guardian, Le Monde, Bbc, che L’Espresso pubblica in esclusiva per l’Italia insieme con Report, la trasmissione d’inchiesta di Raitre.
Sono documenti – scrive il settimanale italiano sul proprio sito – che mostrano quanto il sistema finanziario offshore sia in grado di gestire enormi ricchezze a livello globale, come una sorta di “economia parallela”, sovrapponendosi al mondo visibile degli uomini d’affari, politici, attori e di colossi come Apple, Nike, Uber e altre multinazionali, che vogliono evitare di pagare le tasse grazie ad artifizi contabili sempre più intricati e fantasiosi. Ecco perché basta la presenza di certi nomi a creare imbarazzi mondiali.
La Regina Elisabetta, a quanto si apprende, avrebbe investito grandi somme di denaro nelle Isole Cayman attraverso il Ducato di Lancaster: si parla di circa 10 milioni di sterline che la Regina ha investito in paradisi fiscali. La sovrana, contattata dal consorzio che ha coordinato l’inchiesta, ha risposto che paga comunque le tasse. Tra i clienti di Appleby compaiono migliaia di uomini d’affari di tutto il mondo. Ma anche stelle dello spettacolo, tra cui due celebrità. Madonna possiede indirettamente azioni in una società di forniture mediche. Bono, al secolo Paul Hewson, detiene quote di una società registrata a Malta che, stando alle carte, ha investito in un centro commerciale in Lituania. Società chiusa nel 2015, secondo una sua portavoce, che ha puntualizzato: il leader degli U2 era «un investitore di minoranza passivo”.
Tra i big dell’industria spicca Paul Allen, co-fondatore di Microsoft. I file di Appleby segnalano i suoi investimenti attraverso società offshore in un mega-yacht e alcuni sottomarini. Anche il re dei fondi d’investimento George Soros, grande finanziatore dei democratici americani, è presente negli elenchi. Folta anche la rappresentanza dei politici americani, repubblicani e democratici. Tra i primi spicca Wilbur Ross , attuale segretario al Commercio del presidente americano Donald Trump. Tra i democratici emerge Wesley Clark, generale a quattro stelle dell’esercito Usa, già in corsa per le elezioni presidenziali del 2004. Risulta “director”, cioè amministratore, di una società di gioco d’azzardo legale collegata a strutture offshore. Il segretario al Commercio di Donald Trump, Wilbur Ross, coinvolto nella nuova inchiesta gestisce affari che hanno legami con il genero del presidente russo Vladimir Putin. Si tratta in particolare di una società di navigazione nella quale Ross ha interessi e con la quale ha effettuato una serie di investimenti offshore, secondo le nuove rivelazioni.